(AGENPARL) – mar 25 ottobre 2022 Comunicato stampa
Jesi (AN), 25 ottobre 2022
A Jesi tre tappe di avvicinamento alla drammaturgia di Ugo Betti (Camerino 1892 – Roma 1953), e la prima mondiale dell’opera lirica “Delitto all’isola delle capre”.
Primo incontro mercoledì 26 ottobre ore 18 con il vincitore del Premio Betti 2022, Alfonso D’Agostino.
L’opera e la figura del drammaturgo e poeta marchigiano sarà celebrata al Teatro Pergolesi con una serie di iniziative intorno alla 55esima Stagione Lirica di Tradizione e alla prima mondiale dell’opera “Delitto all’isola delle capre” (25 e 27 novembre).
Per il ciclo di incontri “Essere spettatore”, mercoledì 26 ottobre ore 18 alle Sale Pergolesiane, Pierfrancesco Giannangeli incontra il vincitore del Premio Betti 2022, Alfonso D’Agostino. La partecipazione è gratuita.
Giovedì 10 novembre, ore 18 alle Sale Pergolesiane l’incontro monografico su “Ugo Betti e la sua opera”. Giovedì 17 novembre, ore 20.30 alla Sala del Lampadario del Circolo Cittadino si terrà la lezione-performance di “Corruzione al palazzo di giustizia”, uno fra i testi più significativi del teatro italiano del ‘900.
L’opera e la figura di Ugo Betti (Camerino 1892 – Roma 1953), poeta, scrittore e giudice, definito “dopo Pirandello, il più intenso e profondo drammaturgo italiano della prima metà del Novecento”, sarà celebrata al Teatro Pergolesi di Jesi con una serie di iniziative programmate intorno alla 55esima Stagione Lirica di Tradizione. Terzo titolo in cartellone, il 25 e 27 novembre, sarà la prima mondiale dell’opera “Delitto all’isola delle capre” tratto dal dramma omonimo dell’autore marchigiano, su musiche di Marco Taralli e libretto di Emilio Iona. L’opera lirica sarà preceduta da un percorso di avvicinamento alla figura e all’opera di Ugo Betti, in tre tappe proposte nell’ambito “Essere Spettatore II”, incontri per leggere lo spettacolo dal vivo nel contemporaneo a cura di Pierfrancesco Giannangeli, docente, giornalista e consulente della Fondazione Pergolesi Spontini per la formazione del pubblico.
Alfonso D’Agostino, autore di Milano, con la sua opera “Un quarto di secolo” ha trionfato sui 27 testi che hanno partecipato affrontando il tema: “Teatro e giustizia: la responsabilità, la colpa, il perdono” e che sono stati valutati dalla giuria composta da Pierfrancesco Giannangeli, docente di Storia dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Macerata, Vincenzo Luzi, magistrato a riposo, cultore di studi letterari, Massimo Marino, saggista, storico, giornalista e critico teatrale e Marco De Marinis, presidente, già ordinario di Discipline teatrali nel Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.
Un quarto di secolo (complesso drammone in tre atti) evidenzia una scrittura quasi sempre efficace, fondata da un lato sul ritmo della narrazione – aspetto importante nel suo trasferimento sul palcoscenico – e dall’altro sull’originalità della trama.
E’ una vicenda distopica, che si svolge in un luogo e in un tempo imprecisati (e tuttavia in epoca post pandemica, dove sono i pro-vax ad essere diventati fuorilegge), capace di aprire uno squarcio livido (nonostante un sottofondo moralistico forse troppo evidente) su di un mondo governato dalla dittatura dei “cattivi”, i quali rovesciano l’etica comune per fornire solide fondamenta a uno Stato in cui il cittadino è visto come un impedimento al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal burocratico governo dei pochi e malvagi.
Quella raccontata dal dramma è una società basata su di un’economia malthusiana nella quale le risorse di qualsiasi natura, comprese quelle umane, vengono razionate con tutti i metodi illeciti possibili, a vantaggio di un’amministrazione preoccupata solo dei sordidi interessi di una ridotta nomenclatura autocratica. Un apprezzabile colpo di scena, poiché tutti i personaggi hanno comunque un passato, rovescerà i termini della questione, utilizzando accenti e atmosfere che richiamano le maggiori opere bettiane.
“Corruzione a palazzo di giustizia” è uno fra i testi più significativi del teatro italiano contemporaneo, ed è ritenuto il capolavoro di Ugo Betti che lo scrisse nel 1944; fu rappresentato nel 1949, per la prima volta, al Teatro delle Arti in Roma.
INFO: Fondazione Pergolesi Spontini, http://www.fondazionepergolesispontini.com
Simona Marini
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