
(AGENPARL) – lun 20 giugno 2022 Porgo i miei saluti e do il benvenuto al Ministro Mara Carfagna, ai componenti del
panel di discussione, ai partecipanti e a quanti ci seguono sul nostro canale YouTube.
Nell’aprire i lavori di questo convegno non posso che sottolineare la gravità del ritardo
di sviluppo del Mezzogiorno. Ne conseguono profonde disuguaglianze economiche
e sociali e ne risulta frenata la crescita dell’intera economia nazionale. Le analisi dei
debolezze strutturali su cui è necessario incidere per invertire tendenze che non sono
All’uscita dalla crisi pandemica, anche se in un contesto reso purtroppo quanto mai
i fattori di ritardo della nostra economia, certo per la maggior parte non nuovi,
solo un’aspirazione, della nostra storia unitaria. Abbiamo quindi oggi la possibilità di
Nel decennio che ha preceduto la pandemia, il peso economico del Mezzogiorno si è
ulteriormente ridotto. Il divario con il Centro Nord in termini di tassi di occupazione
e di prodotto pro capite è tornato ad ampliarsi; i livelli di produttività sono rimasti
meridionali hanno risentito più delle altre aree territoriali delle politiche di
consolidamento dei conti pubblici che, pur necessarie per contrastare l’aumento del
Indirizzo di saluto
i trasferimenti destinati al Sud e alle Isole. L’ulteriore arretramento del sistema
l’intera economia nazionale ha incontrato nel tenere il passo con le trasformazioni in
i lavoratori stranieri e trattenere i giovani nel territorio. Senza un deciso innalzamento
della partecipazione al mercato del lavoro, delle opportunità di impiego e dei livelli
I ritardi strutturali sono in larga parte noti e ampiamente confermati dalle analisi
dell’area, è caratterizzato dal prevalere di microimprese, da una specializzazione nei
servizi a minore valore aggiunto e da una bassa densità di attività manifatturiere,
I tassi di partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto per le donne, si collocano
europee in ritardo di sviluppo. Una parte ampia dei giovani non lavora, né è impegnata
Centro Nord, i bassi livelli di occupazione costituiscono la fonte primaria della elevata
diseguaglianza dei redditi familiari che caratterizza le regioni meridionali. Da questo
dipende in gran parte la maggiore dispersione dei redditi delle famiglie italiane
nell’insieme non adeguato. Sono ampi i ritardi nella dotazione di infrastrutture, così
illegali e della criminalità organizzata, oltre a incidere pesantemente sulla qualità
della vita dei cittadini, impone costi alle imprese e falsa il funzionamento del mercato.
sviluppo delle aree più avanzate del nostro paese; costituisce ancora oggi un ostacolo
Il miglioramento dell’insieme delle politiche pubbliche è una precondizione per ogni
altro intervento diretto a favorire lo sviluppo del Meridione. Sono necessari progressi
sia nell’azione dello Stato e delle sue articolazioni locali, sia in quella degli enti
territoriali. Senza un migliore funzionamento ordinario di tutte le amministrazioni,
che ponga al centro una rilevazione costante e sistematica dei risultati conseguiti,
Vanno assicurate in maniera soddisfacente le funzioni essenziali dello “Stato minimo”,
a partire dalla tutela della legalità e dal funzionamento della giustizia, per proteggere
i diritti fondamentali, incoraggiare l’esercizio delle attività produttive, ricostruire un
“Stato complementare”, chiamato a facilitare l’iniziativa privata e a creare le condizioni
per un più elevato sviluppo sociale, attraverso l’investimento in infrastrutture e servizi
fondamentale per lo sviluppo delle economie moderne, sono evidenti i ritardi del
Mezzogiorno. Non si può assistere con rassegnazione ai deludenti risultati degli
studenti delle regioni meridionali: essi incidono sulla loro capacità di proseguire
nei livelli più elevati di istruzione, sulle loro possibilità di impiego, sulla loro
crescita culturale. Su questo piano è necessario muovere con decisione dalle analisi
devono essere sostenute in un necessario percorso di miglioramento. Da esse deve
venire un contributo fondamentale alla crescita del capitale umano e all’innalzamento
il ruolo delle città meridionali nel catalizzare e far prosperare l’iniziativa economica
privata, dall’altro favorire i segmenti più dinamici delle imprese, con interventi mirati
ad accrescere le capacità manageriali e l’uso delle nuove tecnologie digitali. Un ruolo
del Paese o dall’estero, che può contribuire ad accrescere la presenza di iniziative
Non si può, tuttavia, non sottolineare come la possibilità di incidere sui fattori di
freno allo sviluppo dipenderà anche dai comportamenti e dalle scelte degli stessi
cittadini e delle classi dirigenti meridionali, chiamati a favorire i cambiamenti che
le politiche possono promuovere. Un ruolo centrale devono avere gli imprenditori
per accrescere la qualità delle produzioni. È questa una condizione fondamentale
per cogliere le opportunità di un contesto produttivo in rapida trasformazione,
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza e i fondi resi disponibili da altri programmi
il prossimo decennio. Le riforme che il Piano delinea potranno apportare alle
necessario un impegno duraturo volto anche a migliorare la gestione ordinaria
delle risorse pubbliche e delle amministrazioni, seguendo le linee di intervento che
e continuo dei risultati conseguiti e, se necessario, si dovrà intervenire con decisione,
per accrescere il potenziale di sviluppo dell’economia. Se sapremo ben impiegare
le risorse a disposizione e perseverare nei programmi di riforma, non c’è motivo
di ritenere che non si possano interrompere le tendenze negative del passato per
riportare il Mezzogiorno e l’intera economia nazionale su un sentiero di sviluppo
del rapporto, gli autori degli studi sottostanti, gli organizzatori e tutti i partecipanti,