
(AGENPARL) – Roma, 11 gennaio 2022 – L’Agenparl è venuta in possesso di una lettera che sta circolando tra gli avvocati che si stanno opponendo al Dl 01 del 2022. La pubblichiamo integralmente.
«Egr.Avv. Antonino Galletti, Presidente COA Roma,
Egr.Avv.Giandomenico Caiazza, Presidente UCPI,
Egr.Avv.De NotariStefani Di VastoGirardi Antonio, Presidente UCCI,
e p.c. Procuratore Generale, Antonio Mura.
La presente vale quale invito, anche formale, a prendere posizione avverso la recente normativa che introduce l’obbligo di tessera verde per l’accesso agli uffici giudiziari.
La carica da Voi rivestita, come è noto, assume una specifica valenza con riferimento a tutti i profili investiti dalla normativa in oggetto.
Da una parte, infatti, non Vi sarà sfuggita la potenziale rilevanza penale degli atti Governativi approvati fino ad ora: sono pendenti, in varie Procure d’Italia, svariate denunce nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della Salute, nonché un ricorso ex art.700 C.P.C. avverso il più recente decreto depositato presso il Tribunale Civile di Roma.
Dall’altra, la “stretta” anche nei confronti della categoria rappresenta una evidente (ed ennesima) violazione della Carta Costituzionale, specificatamente l’art.24, relativo al diritto del cittadino di scegliersi l’avvocato di fiducia.
Ebbene, riservandoci di depositare una approfondita disamina della legislazione interna e internazionale in tema di diritti fondamentali rispetto all’attuale situazione pandemica e sugli aspetti scientifico-sanitari oltre che sugli effettivi benefici della misura (peraltro già resi discutibili dall’andamento dei contagi degli ultimi mesi), si invita la S.V. a farsi promotore della richiesta al Governo di rimozione immediata dell’obbligo.
A ben vedere, infatti, dal punto di vista tecnico-legislativo, il sistema è strutturato in modo da indurre all’adempimento delle coercizioni sino all’ultima prescrizione (e quindi da qualificare come trasgressore anche chi non ottempera all’ennesima previsione, al pari di chi si è sempre rifiutato ab origine): ciò costituisce l’evidente preludio di ulteriori e potenzialmente infinite misure repressive.
Così come, dal punto di vista pratico, le difficoltà inerenti la possibilità di dotarsi in tempi stretti della certificazione (si pensi ad una direttissima e/o alla necessità di prendere mezzi pubblici) rendono ancora più evidente la discriminazione.
Infine, e più giuridicamente, non vi è Chi non veda come tutto il coacervo delle prescrizioni in materia abbia sinora sortito l’esclusivo effetto di destrutturazione sostanziale della Carta Costituzionale e dei relativi diritti fondamentali. E sono gli stessi diritti che ogni giorno siamo chiamati, per vocazione e formazione, a tutelare nelle aule dei Tribunali d’Italia.
In questo contesto, un segnale forte, da parte Vostra, potrebbe costituire l’impulso per l’iniziale e doverosa riaffermazione dello Stato di diritto, così gravemente violato negli ultimi due anni, con evidente risveglio per la società tutta: la fase attuale è grave e non tollera la prevalenza dell’equidistanza o dei buoni rapporti con le Autorità politiche ed istituzionali.
Si ribadisce pertanto l’invito, e si richiede che il Consiglio dell’Ordine e l’Unione Camere Penali diffidino il Governo della Repubblica Italiana ai fini della rimozione immediata dell’obbligo di tessera verde per l’accesso agli uffici giudiziari: a pena, per dirla con le parole del Collega Marco Mori, “del disonore nei confronti della toga e del tradimento dei nostri studi”.
Non è tempo per compromessi: a tutela della nostra professione e dei diritti dei cittadini».