
REGGIO CALABRIA I responsabili del carroattrezzi, in sostanza, erano d’accordo con i due agenti di polizia locale e procedevano alla rimozione e rottamazione delle auto dietro il pagamento di un corrispettivo di denaro in contanti che era di gran lunga superiore ai compensi previsti dalla convenzione con il Comune. Non esistendo alcun verbale delle contravvenzioni, inoltre, l’ente non percepiva nemmeno il canone concessorio dalle ditte incaricate del recupero dei mezzi. Una di queste, inoltre, era riconducibile a un soggetto definitivamente condannato per associazione mafiosa. I referenti delle imprese di rimozione dei veicoli venivano avvisati prima in modo tale da fare arrivare il carroattrezzi sul luogo delle operazioni repentinamente e costringere così le vittime dei reati a versare la somma prevista per il “diritto di chiamata”, la quale è dovuta anche se la rimozione non viene eseguita. (News&Com)