
REGGIO CALABRIA La confisca dell’ingente patrimonio è stato eseguito nei confronti degli imprenditori, Luigi Bagalà (cl.’46), Francesco Bagalà (cl.’77), Giuseppe Bagalà (cl.’57) e Francesco Bagalà (cl.’90), indiziati di intraneità alla cosca di Gioia Tauro. Il provvedimento conferma quanto già disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino – presieduta da Ornella Pastore – su richiesta del Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del sostituto procuratore Gianluca Gelso, con cui era stata applicata la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dei beni intestati/riconducibili ai medesimi soggetti. I destinatari del provvedimento di confisca emergono dalle indagini svolte nell’ambito delle operazioni ‘Ceralacca’, ‘Cumbertazione’, ‘Martingala’ e ‘Waterfront’ condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata di Reggio Calabria e dallo SCICO, sotto la direzione ed il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria – che hanno portato all’esecuzione di provvedimenti restrittivi di natura personale, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, associazione per delinquere, finalizzata alla turbata libertà degli incanti, alla frode nelle pubbliche forniture, alla corruzione e al falso ideologico in atti pubblici, tutti aggravati dal metodo mafioso; provvedimenti cautelari reali, ex art. 321 c.p.p., su un patrimonio costituito dai compendi aziendali di imprese/società, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per svariati milioni di euro. (News&Com)