
CATANZARO “È determinante spendere tutte le risorse messe a disposizione dall’Europa – precisa il segretario generale regionale della Uil – ma è fondamentale spenderle bene. Ciò che la Calabria non può permettersi è la parcellizzazione delle risorse. Ciò che serve adesso è la concentrazione dei finanziamenti verso gradi assi di intervento: le infrastrutture, la mobilità regionale, il potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria e della Zes per sostenere la crescita del porto di Gioia Tauro e la sua connessione agli assi viari nazionali e internazionali, la depurazione, il dissesto idrogeologico, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, l’inclusione sociale, le politiche attive, i servizi pubblici essenziali, sanità, scuola e diritto allo studio, trasporti, cultura, turismo, e la digitalizzazione e modernizzazione del territorio. Indirizzi che, per buona parte salvo qualche svista grossolana, sono compendiati all’interno delle missioni del Next generation eu. Dagli investimenti su questi asset, si potrebbero creare in Calabria circa 15 mila posti lavoro”. “Per perseguire questo obiettivo – sostiene Biondo – non ci sono tante strade a disposizione, se non quella di avviare subito in Calabria il dialogo sociale, strumento fondamentale anche per evitare che queste risorse possano essere attenzione da criminalità organizzata. Sull’utilizzo di queste risorse avevamo avanzato proposte progettuali e avevamo chiesto, inascoltati purtroppo, il ricorso a strumenti di controllo sociale quali la messa in opera di una banca dati pubblica sulle varie attività finanziate, la realizzazione di book fotografici che certificassero l’avanzamento dei lavori, la sottoscrizione di protocolli di legalità e la creazione di uno spazio di controllo sociale utile al cittadino per la segnalazione delle opere che andavano fatte e che magari, ancora oggi, non hanno registrato neppure l’avvio del cantiere”. “Per ritornare infine agli investimenti per il Sud e la Calabria – afferma ancora il sindacalista – previsti dalla bozza del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza. Il Recovery plan, occasione irripetibile per sostenere la convergenza del mezzogiorno al resto del Paese deve, così come chiede l’Europa, deve programmare per il sud e la Calabria la realizzazione delle grandi opere, cosa che purtroppo ancora non si vede nel Piano. In Calabria la realizzazione dell’alta velocità e alta capacità, il cui studio di fattibilità era peraltro previsto nel Patto della Calabria datato 2014, non può essere sostituta da interventi compensativi diretti a velocizzare la direttrice Battipaglia/ Reggio Calabria”. “Robusti investimenti sulla rete ferroviaria tirrenica servono alla nostra regione – sostiene – anche per adeguare la linea ferrata ai nuovi standard europei, fondamentali per collegare il porto di Gioia Tauro ai corridoi europei e mondiali di spostamento delle merci. Sulla parte ionica della Calabria che all’interno di una regione che ha grosse difficoltà di connessioni, vive una condizione di maggiore isolamento; vanno potenziati gli investimenti investimenti sulla linea ferroviaria già finanziati in parte attraverso il Por Calabria 2014/2020 ma va anche previsto un importante stanziamento di risorse economiche per la Statale 106”. (News&Com)