
REGGIO CALABRIA La denuncia era apparsa agli operatori come un’accorata e genuina richiesta di aiuto di una donna vittima di violenze e indifesa, ma quanto esposto assunse “connotati del tutto particolari” (come descritti dal G.I.P.) quando, il giorno successivo, a Rosarno, fu danneggiata l’autovettura del cognato della Sposato, il fratello del marito, con un colpo di fucile cal.12 caricato a palla asciutta. Sin dalle prime ricostruzioni investigative fu evidente che il danneggiamento potesse essere ricondotto ad una vera e propria ritorsione messa in atto dai fratelli di Pamela Sposato, i gemelli Rocco e Cosma, soggetti peraltro già noti al personale del Commissariato di Gioia Tauro, e la tesi trovò un primo riscontro quando, nella notte dell’11 giugno 2020, gli Agenti della Polizia di Stato rinvennero, occultato tra i cespugli a San Ferdinando, un fucile cal.12 e 7 cartucce dello stesso calibro caricate a palla asciutta. L’arma risultò peraltro essere stata modificata per aumentarne potenzialità e portabilità. Successivamente la Pamela Sposato confessò di essere stata l’ideatrice e l’esecutrice del danneggiamento, riferendo precisi dettagli anche sull’arma utilizzata e ammettendo di aver avuto l’intenzione di uccidere il marito ed il suocero, per vendicarsi delle violenze subite negli anni. (News&Com)