
(AGENPARL) – Roma, 09 gen 2020 – “Ripartiamo e cerchiamo di fare un percorso comune per il bene di questa città, ripartendo dalle criticità. Proviamo a collaborare per il bene della città e abbondiamo l’idea dello scontro”. Sarebbero queste le parole della sindaca Virginia Raggi rivolte ai sindacati nel corso dell’incontro tenutosi questa mattina in Campidoglio. All’incontro hanno partecipato Michele Azzola (Cgil), Alberto Civica (Uil) Carlo Costantini (Cisl) e, per il Campidoglio, l’assessore al personale Antonio De Santis e l’assessora alle politiche sociali Veronica Mammì. Con una battuta, poi, Raggi avrebbe espresso l’augurio che il 2020, anno bisestile, possa essere diverso dai primi tre. Entro il 31 gennaio si dovrebbero aprire tre tavoli tematici, con gli assessori competenti, sulle questioni più urgenti: trasporti, sociale e Ama.”L’impressione è stata buona – ha detto Costantini (Cisl) – abbiamo ricostruito il percorso Fabbrica Roma, in pratica mai partito. L’amministrazione ha dato disponibilità a riallacciare un rapporto costruttivo. E’ una nuova fiducia ma per quanto ci riguarda è l’ultima, visto che non abbiamo più il tempo e la possibilità di fare tavoli che non si aprono o che si aprono e chiudono il giorno dopo. Oggi, però, abbiamo registrato un clima diverso”. Su Ama ”abbiamo ribadito che bisogna approvare il bilancio, perché senza Ama è una azienda ferma, ci sono 400 assunzioni in ballo e senza bilancio non posso essere fatte. Raggi si è impegnata in prima persona a risolvere le criticità che le abbiamo evidenziato. La attendiamo sul campo, naturalmente è una fiducia a tempo ”. Anche per Civica (Uil) ”la novità è che ci siamo riparlati ma che ci siano prospettive bisognerà verificare. Per noi è prioritario un tavolo sul bilancio perché solo così si capiscono le cose”. ”Non si è ricomposta la frattura – ha detto Azzola (Cgil) – Raggi ci ha detto che abbandona l’idea dello scontro, quindi non siamo più una minoranza che dà fastidio alla città ma, come le abbiamo detto, noi la giudicheremo sui fatti. Se si vuole cambiare la città bisogna rimettere in funzione le partecipate. Se nel merito sono pronti ad accettare la sfida noi ci siamo ma se ci saranno altri tavoli dove non si decide niente, noi andremo avanti con la mobilitazione nell’interesse della città”.