
REGGIO CALABRIA Il costante contributo di Angelo Carina nelle determinazioni più rilevanti, concernenti la gestione del narcotraffico associato, non era fine a sé stesso, ma si traduceva – ovviamente – nella sua partecipazione anche in sede di spartizione dei relativi guadagni. L’attività intercettiva, incardinata sulla figura del citato Carmelo Cimarosa, acclarava la centralità della sua figura in ordine alla specifica cura, in nome e per conto del sodalizio, della gestione di un vasto traffico di sostanza stupefacente, il cui flusso di rifornimento era garantito da una stretta cointeressenza con Alvaro Antonio, Laurendi Francesco e Violi Enzo, colpiti anch’essi dall’odierna misura cautelare, e la cui distribuzione al dettaglio era curata da un collettivo di spacciatori a carico dei quali sono state censite 52 cessioni a riprova dell’ingente volume di traffico e di quantità di sostanza stupefacente gestito dal sodalizio. Le attività di monitoraggio ed osservazione hanno permesso di accertare e quindi allentare l’asfissiante controllo del territorio di Scilla che il sodalizio mafioso ha posto in essere, grazie all’attività di spaccio che aveva trovato nella villa comunale la propria base operativa sottraendola alla disponibilità di cittadini e famiglie. (News&Com)