
Una storia a lieto fine e che unisce, non solo idealmente, due territori lungo un filo sottile fatto di cure, assistenza e solidarietà. I due pazienti lombardi affetti da coronavirus, arrivati a Lamezia lo scorso 19 marzo e dimessi ieri dal “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, sono il manifesto migliore della sanità calabrese che funziona. Già perché al netto delle carenze strutturali e un’organizzazione troppo spesso sommaria, la nostra regione è in grado di esprimere esempi di eccellenza.
I RINGRAZIAMENTI Un concetto che si potrebbe facilmente racchiudere nelle loro parole e nella felicità dei due pazienti all’uscita del nosocomio del capoluogo: «Voglio ringraziare – ha detto la prima paziente – il reparto di Rianimazione, quello Covid, i medici, gli infermieri, i capoarea, i fisioterapisti, gli oss e anche le signore che fanno le pulizie. Sono stati tutti sempre molto carini, gentili, cortesi e anche molto affettuosi con noi. Due mesi da soli in una stanza è davvero pesante! Ora vado in un centro di riabilitazione ma spero di tornare qui con i miei figli, intanto mi godo già questa giornata di sole». La gioia, dunque, di chi ha combattuto strenuamente e ha vinto la sua battaglia, durata poco più di un mese, contro un virus ancora “sconosciuto” e che ha fatto migliaia di vittime nel mondo. «Ringrazio tutto la staff medico di Catanzaro – ha detto il secondo paziente – che mi ha assistito in maniera perfetta, anche dal punto di vista affettivo. Ho imparato a mangiare la soppressata, forse è anche per questo che sono guarito. Sono già stato qui in vacanza un paio di volte, sicuramente tornerò qui a salutare tutti». (News&Com)