
(AGENPARL) – Roma, 02 apr 2020 – Oggi 2 aprile ricorre il trentennale della morte di un grande attore italiano, Aldo Fabrizi. Rappresentante della grande romanità. Abbiamo intervistato Mauro Trabalza nipote della famosa ‘Sora Lella’ altra grande rappresentante della romanità anche lei attrice e grande cuoca. Mauro Trabalza infatti porta avanti la tradizione insieme agli altri fratelli nella storica trattoria romana ‘Sora Lella’, situata all’Isola Tiberina tra il Ghetto e Trastevere. “Il ricordo di mio zio è ben impresso nella mia memoria, perchè me lo sono abbastanza goduto”.
“Veniva spesso a trovare noi e la sorella nostra nonna Lella, al ristorante”.
“Delle volte capitava di assistere a telefonate che sovente mia nonna faceva al fratello, lui aveva una segretria perchè non rispondeva volentieri al telefono, sentivo urlare ‘Aldo, Aldo Aldo’, era mia nonna che lo chiamava, dopo qualche istante allora lui rispondeva”.
“Andavo a casa sua a Via Arezzo, durante le festività di Natale o Pasqua e gli portavo il vino, l’abbacchio al forno, era il regalo di mia nonna per lui”.
“Quando entravo in questa grande casa dove c’era una cucina-ufficio, ricordo piena di tante cose su di un tavolo enorme, e una sedia storica, che rivedo con piacere quando torno li”.
“Mio papà era poeta, gli mandava qualche sonetto, che lui correggeva, si prendevano tanto sia sulla cucina che sulla poesia, due loro grandi passioni”.
“Ricordo di quando andavamo con nonna Lella e mio papà, a trovare nonna Angela la mamma di nonna, all’Infernetto, dove aveva una tenuta, e ogni tanto ci trovavamo zio. Ora in questa casa ci sono i nipoti, dopo la scomparsa tre anni fa del figlio di Aldo”. “Era molto sornione, mi guardava, mi chiamava ‘capoccione”‘. “Una volta mi portò con se in una grande stanza piena di pasta, mi disse ‘Tiè questa portala a mia sorella, e dije che non ingrassa, può mangiarne quanta ne vuole, era un cartone di pasta integrale, a quei tempi ancora se ne vedeva poca”.
“A novembre porteremo in scena lo spettacolo ‘L’acqua e la Farina’ all’accademia il Teatro ‘Senza Tempo’, con l’aiuto di Mary Ferrara e Antonio Nobilii, registi e intepreti, rispettivamente della Sora Lella e di Aldo Fabrizi, con la mia partecipazione nel ruolo di me stesso, omaggiandoli, racconteremo, ripercorreremo la loro storia, anche in occasione del trentennale della morte di mio zio che cade in questi giorni. Sfateremo un tabù sulla loro vita, cioè quello che per qualcuno i due non andassero d’accordo”.
“Mio zio aveva una rubrica su Rete4 di ricette di cucina, per la regia di Lino Procacci, delle volte mia nonna e mio papà mi portavavo ad assistere, notavo un bellissimo incrocio di sguardi tra di loro, mentre mio zio spiegava, era uno sguardo d’intesa visto il loro amore verso la cucina”.
“Quando veniva a trovare nonna, si metteva seduto, lei lo raggiungeva, si prendevano per mano, si guardavano, si raccontavano”. “Ho bei ricordi di quei tempi”.
“Era un uomo particolare, un genio, colto, raffinato. Andare a casa sua era sempre emozionante, aveva una energia imponente, ma non avevo soggezione o timore, mi guardava con affetto con il suo sorriso sornione”. “Ci rivolgevamo verso di lui sempre con il voi, come lui faceva con sua madre”.
Grazie a Mauro Trabalza per il bel ricordo che ci hai trasmesso di tua nonna Lella e di tuo zio Aldo Fabrizi, ricordo di una romanità che purtroppo sta scomparendo ma che vorremmo tanto tornasse.