
(AGENPARL) – Tue 07 October 2025 Giuseppe CANELLA (Verona, 1788 – Firenze, 1847)
Mandello del Lario 1845
Olio su tela cm 50×72
Firmato e datato in basso a sinistra: G. Canella 1845
Questa bella opera Mandello del Lario 1845 è uno degli esempi qualitativamente più elevati
dell’artista e della Pittura italiana di primo Ottocento, che, con un così evidente romantico
sentimento della natura, fa da preludio agli importanti esiti dei successivi decenni.
Degna di speciale osservazione è la trasparenza e la gradazione dell’aria e delle nebbie leggere che
si alternano alle nubi opportunamente sparse dall’artista quasi a volere interrompere la monotonia
dell’assoluta e totale nudità dei monti che incorniciano Mandello e il suo lago. Le case del borgo a
lago sono quasi immutate ancora oggi a quasi due secoli di distanza, ad eccezione del molo di P.zza
Garibaldi che nel 1845 non c’era perché costruito a partire dal 1861.
Le barche in primo piano ed i personaggi sulla riva sono immersi in un’atmosfera immobile, fatta di
solitudine e di ombre sospese di un pomeriggio di ottobre.
Trattando il tema della veduta lacustre lombarda, il pittore sembra voler intenzionalmente
richiamare la tradizione figurativa del paese, l’interesse descrittivo si concentra sugli aspetti tipici
dell’ambiente e del costume. Infatti le figure conseguono un insolito rilievo dimensionale,
diventando così elementi narrativi del paesaggio alla stregua della bella cittadina di Mandello.
Il risultato appare di una “modernità” sorprendente, priva di quei condizionamenti dovuti
all’irrinunciabile attenzione al dettaglio di tutti i vedutisti di quell’epoca, chiara premessa a quella
direzione intrapresa dalla nuova generazione dei paesaggisti lombardi.
Federico Odorici (1854), richiamandosi al Leopardi così si esprimeva davanti a un’opera di Canella:
…ci si commuove alla magia di una scena patetica e tranquilla. Magica veramente è questa veduta
del veneto Canella: la calma solenne del tacente lido, quella luce soave che lo rischiara ti desta nel
cuore un fremito indistinto, una dolcezza arcana, come se fra i silenzi di quel lido e di quelle acque,
ove una aura non sussurra, non tremula uno stelo, si ritrovasse l’anima tua.
Fabrizio Pedrazzini
Art Studio Pedrazzini – Via Achille Zezon 5 – 20124 – Milano