
(AGENPARL) – Sat 20 September 2025 COMUNICATO STAMPA
——– *IL COMUNE DI VENEZIA CELEBRA LA PRIMA GIORNATA NAZIONALE DEGLI
INTERNATI ITALIANI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO* ———————
Una giornata per non dimenticare. Una data, il 20 settembre 2025, a partire
dalla quale, ogni anno, saranno promossi incontri, conferenze, mostre,
spettacoli e seminari per ricordare il coraggio, l’impegno, la passione e
l’amore per l’Italia attraverso la resistenza e il rifiuto ad allearsi con il
nazifascismo, da parte degli internati italiani nei campi di concentramento
tedeschi, durante la Seconda Guerra mondiale. Giornata istituita con la Legge
n. 6 del 13 gennaio 2025.
Per questa prima celebrazione nazionale, Venezia ha voluto onorare i 650mila
italiani con una cerimonia al Parco Albanese, con l’Associazione Divisione
Acqui di Venezia e l’accompagnamento della Banda di Tessera. Presenti la
presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, il prefetto Darco
Pellos, il presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano Marco
Borghi e consiglieri di Municipalità.
“Oggi celebriamo per la prima volta nel nostro Comune la Giornata nazionale
degli internati militari italiani nei campi di concentramento tedeschi
durante la Seconda Guerra mondiale, per colmare un vuoto e una ferita
profonda nella memoria collettiva. Con questa giornata, infatti, onoriamo e
conserviamo la memoria dei cittadini italiani, militari e civili, internati
nei lager nazisti, ove subirono violenze fisiche e morali – ha esordito la
presidente Damiano nel suo discorso ufficiale – Ricordiamo i circa 650mila
soldati italiani che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, furono
catturati dai tedeschi e deportati nei campi di concentramento perché, con
coraggio e dignità, si rifiutarono di collaborare con il regime nazista e
con la Repubblica sociale italiana. Un “No” che costò loro sofferenza,
privazioni, lavoro forzato e per più di 50mila di loro la vita. Chi tornò
fu segnato nel corpo e nello spirito per sempre e per troppo tempo il loro
sacrificio, quella loro resistenza, pronunciata con la fermezza della
coscienza, è rimasta nell’ombra della nostra memoria nazionale.
Oggi, dunque, non ricordiamo e basta, ma riconosciamo il valore storico,
civile e morale di quella scelta e lo facciamo insieme all’Associazione
Divisione Acqui di Venezia, che qui, dinnanzi a questa targa commemorativa,
ricorda l’eccidio di Cefalonia che colpì la Divisione Acqui, massacrata
dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre, perché anche in questo
caso con un atto di coraggio e responsabilità, questi soldati italiani
scelsero di resistere in nome dell’onore e della Patria, per
l’affermazione dei più alti valori di libertà, democrazia e giustizia.
Ricordare queste tragiche pagine della nostra storia, significa educare le
nuove generazioni al valore delle scelte coraggiose, umane ed etiche, anche
quando sono scomode. Significa ribadire che la pace, la democrazia, la
libertà, non sono conquiste scontate, ma valori da difendere ogni giorno con
le azioni quotidiane di tutti, con responsabilità individuale e collettiva.
Solo così possiamo costruire un futuro diverso, diverso da quello che stiamo
vivendo anche oggi. Facciamo quindi in modo che questa Giornata non sia solo
commemorazione ma consapevolezza viva per le Istituzioni, per i giovani, per
tutta la società civile”.
A nome dell’Amministrazione comunale, Damiano ha dunque ringraziato tutte
le associazioni e realtà del territorio: “Da anni condividiamo i percorsi
della Memoria e ribadisco il nostro impegno per la difesa della libertà e
della democrazia. Ieri, oggi e sempre”.
Una giornata per ricordare altresì le decine di migliaia di cittadini
italiani, uomini e donne, prelevati a forza dalle varie zone dell’Italia
occupata per essere utilizzati nell’economia di guerra del Terzo Reich tra il
1943 e il 1945, e le storie di migliaia di quei lavoratori civili che,
volontariamente emigrati in Germania prima del ’43, vi furono trattenuti
forzatamente dopo l’8 settembre.
La Germania nazista aveva bisogno di rinforzare le proprie forze armate, ma
soprattutto aveva una disperata necessità di manodopera per il proprio
sforzo bellico. Nel frattempo la Repubblica sociale di Salò voleva costruire
un proprio esercito. Fu così che agli internati militari italiani venne
ripetuta l’offerta di aderire al Reich o alla RSI, o invece di rimanere nei
campi. La grande maggioranza di coloro che si trovavano nei lager tedeschi
non aderì né al Reich né alla RSI. Fu il più grande “referendum
antifascista”.
Venezia, 20 settembre 2025
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