
Tecnologia e innovazione nella gestione portuale: il futuro inizia oggi
Il 27 giugno 2025, nell’ambito del Master in “Diritto e Tecnologia dell’Ecosistema Digitale”, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, si è tenuto un intervento di particolare rilievo sul tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie nella gestione portuale, a cura del Prof. Mirco Carloni, docente a contratto presso la stessa Università e responsabile del corso di Risk Management e Audit all’Università degli Studi di Urbino.
Durante la lezione, il Prof. Carloni ha illustrato come l’integrazione delle tecnologie emergenti stia trasformando radicalmente il mondo della logistica portuale, segnando il passaggio verso il cosiddetto “Port of the future”. Una trasformazione che non è solo concettuale, ma soprattutto concreta, e che ha già impatti diretti sull’organizzazione, sull’efficienza e sulla sostenibilità dei porti moderni.
Cuore della lezione è stata la presentazione delle potenzialità offerte dalla Logistica 4.0: un ecosistema digitale che, applicato ai porti, li trasforma in hub innovativi e interconnessi, capaci di rispondere alle esigenze di una filiera globale sempre più veloce, complessa e competitiva. Grazie a strumenti come Internet of Things (IoT), automazione avanzata, intelligenza artificiale, blockchain e big data, i porti diventano luoghi in cui si raccolgono, si processano e si scambiano enormi quantità di dati in tempo reale, ottimizzando i flussi logistici, riducendo gli sprechi e migliorando la sicurezza.
L’approccio proposto dal Prof. Carloni ha enfatizzato come queste innovazioni abbiano una portata economica significativa: basti pensare che i porti e il trasporto marittimo rappresentano oltre il 60% del PIL globale, mentre il solo shipping marittimo copre circa il 90% del commercio mondiale. In tale contesto, la digitalizzazione rappresenta non solo un’opportunità di crescita e modernizzazione, ma una vera e propria necessità strategica per restare competitivi sul mercato globale.
Accanto all’analisi tecnica, la lezione ha sottolineato l’importanza di una visione multidisciplinare, che sappia coniugare le competenze tecnologiche con quelle giuridiche. Un porto digitalizzato non può prescindere da regole uniformi, condivise e standardizzate, capaci di garantire interoperabilità tra sistemi diversi, comunicazione fluida tra attori eterogenei e gestione sicura dei dati. In quest’ottica, la creazione di una “Port Community” integrata diventa il traguardo da raggiungere: un ambiente in cui infrastrutture, retroporti, operatori e sistemi logistici dialogano in un unico linguaggio digitale.
Il contributo del Prof. Carloni ha stimolato nei partecipanti una riflessione critica sulla trasformazione digitale del settore portuale, fornendo strumenti teorici e casi applicativi utili per affrontare il cambiamento in atto. In un mondo in cui tecnologia e diritto si intrecciano sempre più strettamente, formare professionisti capaci di navigare tra queste due dimensioni diventa una priorità fondamentale per garantire uno sviluppo sostenibile, sicuro e inclusivo.
Il “porto del futuro” non è un’utopia lontana, ma una realtà che prende forma oggi — nelle aule universitarie, nei centri di ricerca e, soprattutto, nella mente dei professionisti che sapranno cogliere le sfide del domani.