
(AGENPARL) – Fri 27 June 2025 DL SICUREZZA, M5S: DA CASSAZIONE DURISSIMO ATTO D’ACCUSA SUL DECRETO REPRESSIONE
ROMA, 27 giu. – “Dalla Corte di Cassazione è arrivato un atto d’accusa durissimo contro il decreto Sicurezza del governo Meloni, un’analisi che solleva fortissimi dubbi sulla sua compatibilità con i principi costituzionali. Superfluo ricordare che le opposizioni e tanti movimenti di cittadini indignati questo lo hanno denunciato senza sosta e in ogni sede. L’Ufficio del Massimario della Corte contesta apertamente il metodo e il merito del dl che il governo chiama ‘sicurezza’ e che i cittadini impareranno a conoscere come ‘repressione’. Osserva giustamente come non vi fosse alcuna ragione di necessità e urgenza per emanare il decreto, nonché l’eterogeneità del suo contenuto e altre criticità di metodo. Soprattutto, critica aspramente la criminalizzazione eccessiva della protesta, della libera espressione e della resistenza passiva prevista dalla pluralità di norme introdotte. Inoltre, la Suprema Corte evidenzia forti profili problematici nelle aggravanti “di luogo” e in quelle “di contesto”, lancia un allarme per la norma sulle detenute madri, che rischia di colpire le persone non per la condotta illecita ma per il loro status sociale o l’appartenenza a determinate categorie, e chiede un’approfondita riflessione sulla norma che estende la non punibilità degli agenti segreti che fondino e dirigano organizzazioni terroristiche. Una bocciatura senza appello che con alta probabilità è solo il primo tassello di una serie di pronunciamenti che ristabiliranno lo Stato di diritto in Italia e spazzeranno via le misure liberticide, repressive e irresponsabili del governo Meloni, che di sicurezza vera non si occupa affatto ma eccelle in demolizione dei pilastri della democrazia”.
Lo affermano i rappresentanti del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato Carmela Auriemma, Vittoria Baldino, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Felicia Gaudiano, Alessandra Maiorino e Pasqualino Penza.
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Ufficio Stampa Parlamento
Movimento 5 Stelle