
(AGENPARL) – Wed 04 June 2025 **Scarperia e San Piero a Sieve, presente e futuro. Giani: “Unione di
tradizioni e modernità”**
Due antichi borghi che diventano un solo comune scrivono una storia che va
oltre il percorso politico e tecnico necessario a unire realtà
amministrative diverse. Dopo il parere favorevole dei cittadini espresso
nel referendum del 6 e 7 ottobre 2013, dal 1 gennaio 2014 Scarperia e San
Piero a Sieve hanno scelto di diventare un Comune unico della Città
Metropolitana di Firenze, Scarperia e San Piero, decidendo di condividere
non solo gli stessi organi di rappresentanza ma andando oltre in un
processo allargato alla stessa identità cittadina e al modo di tutelare il
proprio rispettivo passato in un’ottica rivolta la futuro.
I sindaci di allora, Federico Ignesti e Marco Semplici, hanno voluto
raccontare assieme alla giornalista Elisabetta Boni la storia di quei
giorni, ricordando le ragioni di quella scelta, i momenti politici ed i
passaggi istituzionali nel libro “L’improbabile unione”, edito nella
collana I libri della Giunta regionale, presentato il 3 giugno a Firenze a
palazzo Strozzi Sacrati nel corso di un incontro al quale sono intervenuti
il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani assieme agli autori del
volume.
“San Piero e Scarperia – ha dichiarato Eugenio Giani – ci hanno
dimostrato che il coraggio di queste scelte ripaga in termini di risorse
liberate per migliorare servizi e fare opere pubbliche in un nuovo spirito
di comunità”.
Una fusione storicamente fondata – nelle parole di Giani – alla quale
dovremmo riconoscere di aver recuperato il senso della nobile storia locale
che ha segnato così profondamente l’epoca pre – Medicea, quella Medicea di
Lorenzo il Magnifico e di Cosimo il Vecchio, fino all’epoca ducale e poi
granducale dei Medici, con la scelta di Cosimo I di intraprendere la
costruzione della fortezza di San Piero. In questa dimensione è evidente
che l’operazione politico-amministrativa che è stata fatta è stata
straordinaria. La forza degli amministratori da allora è stata la
capacità di persuasione, di ascolto, il metodo delle assemblee e la
capacità di organizzare il nuovo Comune. Questo libro lo racconta e
attribuisce a tutti il giusto riconoscimento nella storia a chi ha avuto la
forza e il coraggio di costituire con senso di modernità uno dei comuni
delle antiche “terre nuove” dei Medici”.
“La scelta di unirsi – ha dichiarato Marco Semplici, ultimo sindaco di
San Piero a Sieve – è stata positiva per il Mugello, per la Toscana e
ancora di più per tanti piccoli comuni d’Italia che pensano di
intraprendere questo percorso. La nostra fu allora una grande riforma
partita dal basso e il cui esito non era certo scontato. cittadini. Abbiamo
sempre cercato la partecipazione dei cittadini e non è stato facile ma
necessario per guardare lontano.
“I prossimi anni – ha continuato Semplici – richiederanno ulteriori
sforzi ma sono fiducioso se riusciremo a guadagnarci l’attenzione e la
disponibilità dei cittadini in tutto il territorio del Comune. Dovremo far
leva sullo spirito riformistico e il fascino di una politica realistica e
radicale. Serve oggi una visione chiara delle scelte da compiere,
recuperando la gentilezza per andare incontro agli ultimi, alle loro
solitudini e alle povertà economiche, sociali e culturali che affliggono
questi anni”.
“Dal referendum del 6 e 7 ottobre 2013 – ha spiegato Federico Ignesti,
sindaco del Comune di Scarperia e San Piero – è iniziato il cammino che
raccontiamo in questo libro. C’è il resoconto degli incontri con i
cittadini, le iniziative fuori dai bar, nei circoli, con i giovani, con i
rappresentanti delle attività economiche”.
“Il percorso di unione – ha concluso Ignesti – doveva essere condiviso per
riuscire a comprendere l’importanza della scelta che avremmo dovuto fare.
Non sarebbe stato giusto e possibile separare gli aspetti amministrativi
dalla volontà dei nostri cittadini. Certo, ci sono state anche visioni
campanilistiche, ma è bene che ci siano state. Le fusioni aiutano a
mantenere i “campanili” perché danno accesso a quelle risorse che
servono a sviluppare le tradizioni storiche, fare le manutenzioni, per
valorizzare i borghi, le chiese, le attività economiche e culturali”.