
(AGENPARL) – Fri 30 May 2025 *Comunicato Stampa*
*Rinnovamento uffici postali per adeguarli al Progetto Polis, Slc Cgil
Veneto: “Tanto fumo e poco arrosto” *
*Slc Cgil Veneto:* “*Da quando è partito il Progetto Polis, gli Uffici
Postali della nostra Provincia sono rimasti chiusi per un totale di 1548
giorni”*
Negli ultimi giorni, ha avuto notevole risalto nella stampa locale
l’operazione di rinnovo degli uffici postali nella nostra provincia con
l’avvio del progetto Polis per rendere più accessibili i servizi pubblici
nei comuni con meno di 15000 abitanti. Ma, secondo la Slc Cgil Veneto si
tratta di “tanto fumo e poco arrosto”.
“Naturalmente – interviene Stefano Gallo della Slc Cgil Veneto – fa piacere
che Poste Italia rinnovi i propri uffici postali ma il problema sono le
tempistiche con cui avvengono questi rinnovi dato che, in questa provincia,
da quando sono partiti i lavori per il progetto Polis, il totale dei giorni
di chiusura al pubblico ad aprile 2025 è stato di 1548 giorni! Un’infinità
di tempo in cui i lavoratori che operano in quegli uffici postali sono
stati trattati come pacchi postali, ossia sballottati da un ufficio
all’altro, utilizzando mezzi propri e con grandi ritardi nel pagamento
delle trasferte. Senza considerare le molte buste paga in cui abbiamo
riscontrato delle incongruenze”.
“Come CGIL – prosegue il sindacalista – siamo anche noi favorevoli al
progetto Polis ma se manca personale agli sportelli, e a fine 2026 ne
mancheranno 170 unità, troviamo irrealistico l’intento sbandierato ai
quattro venti da Poste Italia di concedere maggiori servizi ai cittadini. E
tutto questo senza considerare coloro che usciranno per il raggiungimento
del requisito pensionistico a fronte dei soli 11 ingressi da inizio 2025.
Purtroppo la realtà è un’altra: quotidianamente gli operatori sono vittime
di aggressioni verbali da parte dei clienti, operatori a cui poi capita di
venire richiamati dall’azienda quando un cliente lascia su Internet o sui
Social una recensione dubbia o negativa oppure, al contrario, se occupa per
troppo tempo uno sportello per fare delle operazioni. Una situazione,
quindi, a dir poco paradossale a cui dobbiamo aggiungere anche le
condizioni in cui si muovono gli operatori, costretti ad usare
strumentazioni obsolete e occupando postazioni di lavoro poco ergonomiche”.
“Infine – conclude Stefano Gallo – non siamo contrari al piano di
acquisizione delle missive proposto da Poste Italia. Siamo consapevoli che
ciò significa portare lavoro in casa propria con buone conseguenze in
termini occupazionali. Ma avvisiamo Poste Italia che se questo lavoro, e
non per colpa dei lavoratori ma per i motivi spiegati precedentemente,
viene fatto male, cioè con bassa qualità, allora il progetto è destinato a
fallire. Per esempio, non va bene ridurre anche il servizio di consulenza
finanziaria togliendo sale e spazi, ma aumentando il carico di lavoro per i