
(AGENPARL) – Thu 08 May 2025 Leconomia della Lombardia si trova di fronte a un bivio: intraprendere la
strada della crescita consolidata oppure rimanere in un limbo di
stagnazione, che alimenta lincertezza tra imprenditori e imprese. La
situazione internazionale non aiuta, ma resta il fatto che, ad aprile, le
proiezioni per il 2025 indicano un PIL in crescita al di sotto delle attese,
fermandosi a +0,7%. Gli investimenti, contrariamente alle previsioni,
tornano a crescere, seppur lievemente al +0,4%, mentre i consumi restano
tiepidi, ma comunque positivi al +1%. Sono questi alcuni dei dati forniti da
CNA Lombardia nel Secondo Focus 2025
sull’andamento dell’economia regionale, realizzato dal Centro Studi Sintesi.
PIL, investimenti e consumi
Le prospettive incerte sul piano globale condizionano inevitabilmente le
previsioni di crescita del PIL per lanno in corso, riviste al ribasso dal
+1,1% di gennaio allattuale +0,7%. Secondo le ultime proiezioni, nel 2025
il PIL dovrebbe attestarsi a un livello superiore dell8,8% rispetto al
2019.
Per quanto riguarda gli investimenti, dopo un triennio ampiamente positivo,
nel 2024 la crescita si è fermata al +0,5%. Le previsioni per il 2025
indicano una sostanziale conferma di questa tendenza, con una crescita
stimata del +0,4%. È evidente che si tratta di proiezioni da interpretare
alla luce dellelevato grado di incertezza geopolitica.
Sul fronte dei consumi, dopo un biennio di stagnazione, si prevede un
leggero rafforzamento nel 2025, con una crescita del +1%. Su un orizzonte
temporale più ampio, la dinamica appare moderata: i consumi del 2025
dovrebbero essere a +2,2% rispetto ai livelli del 2019.
Leconomia lombarda si trova ad un bivio, con lincertezza che pesa sulle
dinamiche di investimento – afferma Giovanni Bozzini, Presidente di CNA
Lombardia -. E come se gli operatori economici volessero capire bene il
prossimo futuro per decidere cosa fare, in che direzione muoversi.
Occupazione e Prestiti alle imprese
Uno degli aspetti positivi del 2024 è rappresentato dalloccupazione: in
Lombardia il numero degli occupati è leggermente superiore a quello
dellanno precedente (+0,8%). Questa crescita è trainata dai settori
dellagricoltura (+3,4%), del commercio (+2,0%) e degli altri servizi
(+1,4%), che compensano la perdita di posti di lavoro nelle costruzioni
(-2,9%) e nellindustria (-0,4%).
A livello territoriale, loccupazione cresce a Milano (+1,9%), Cremona
(+1,8%), Bergamo (+1,3%), Brescia (+1%), Mantova (+0,9%), Pavia (+0,3%) e
Varese (+0,3%). Segno negativo, invece, per Monza e Brianza (-0,6%), Como
(-0,9%), Lecco (-1,1%), Lodi (-1,2%) e Sondrio (-2,2%). Il confronto con il
2019 mostra un trend estremamente positivo, con un incremento del +28%.
Preoccupante, invece, è la contrazione dei prestiti alle imprese: in due
anni si sono ridotti di quasi 14 miliardi di euro. Solo nel 2024, il valore
complessivo è diminuito del 2,2%, colpendo soprattutto le piccole imprese
(-7,7%). I settori più penalizzati sono le costruzioni (-6,2%) e i servizi
(-2,3%). A livello provinciale, lunica eccezione positiva è Lodi, con un
+16,8%. Tutte le altre province registrano cali: Pavia (-9%), Sondrio
(-6,8%), Varese (-6,4%), Como (-5,4%), Bergamo (-4,8%), Lecco (-4,7%),
Cremona (-3,7%), Monza e Brianza (-3,6%), Milano (-1,6%), Mantova (-1,3%) e
Brescia (-0,1%).
Dopo il Covid abbiamo avuto un momento di ripresa robusta, diffusa,
euforica – commenta Stefano Binda, Segretario di CNA Lombardia -. Poi una
lunga fase di incertezza, che stiamo vivendo tuttora: prima per i prezzi
dellenergia e delle materie prime, poi per ragioni prettamente geopolitiche
e legate alle tensioni di un mondo frammentato e multipolare alla ricerca di
nuovi equilibri di potenza. Le nostre imprese pompano sangue nel cuore
dellEuropa, ma stiamo aspettando che lEuropa diventi un attore in questo
scenario.
Inflazione ed export
A incidere negativamente sui consumi è anche linflazione: dopo una fase di
stabilità, nel primo trimestre 2025 i prezzi in Lombardia sono aumentati del
+1,4%, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2023 (+0,8%). Gli
aumenti più significativi si registrano nellistruzione (+3%), nei servizi
ricettivi e di ristorazione (+2,4%) e nei costi di abitazione, acqua ed
energia (+2,9%).
Per quanto riguarda lexport, nel 2024 la Lombardia mantiene sostanzialmente
i livelli dellanno precedente (+0,6%). Si evidenziano cali in alcuni
settori chiave: sistema moda (-6,2%), metallurgia (-3,8%) e sistema casa
(-2,6%). Al contrario, registrano crescite lagroalimentare (+6,2%), la
meccanica (+1,7%) e la chimica-gomma-plastica (+1,4%). A livello
provinciale, spicca la performance di Lodi (+21%). Segnali positivi anche da
Monza e Brianza (+5,8%), Sondrio (+5%), Como (+3,1%), Pavia (+3%), Mantova
(+1,6%) e Lecco (+0,5%). In calo invece Varese (-7,2%), Brescia (-2,1%),
Cremona (-1,3%), Bergamo (-0,4%) e Milano (-0,2%).
Bisogna osservare attentamente i fenomeni e rinnovare con le istituzioni un
Patto per la competitività e la crescita sostenibile orientato a valorizzare
la vocazione produttiva della Lombardia in una strategia europea – spiega il
Bozzini -. Il dialogo dellAssessorato allo Sviluppo Economico e di Regione
Lombardia con le altre Regioni europee è unopportunità da non perdere.
Imprese attive e imprese artigiane
A marzo 2025 le imprese attive in Lombardia superano le 811.000 unità, in
lieve aumento rispetto al trimestre precedente (+1.152, pari a +0,1%). Il
confronto con dicembre 2019 mostra un calo contenuto (-0,4%), corrispondente
a circa 2.900 imprese in meno. In controtendenza risultano i servizi alle
imprese, i servizi alla persona, il settore comunicazione-cultura e le
costruzioni, che mostrano segnali di crescita. Nel dettaglio provinciale,
rispetto a dicembre 2024: Varese (+313, +0,5%), Milano (+1.500, +0,4%),
Brescia (+326, +0,3%), Monza e Brianza (+172, +0,2%), Bergamo (+109, +0,1%),
Como (+49, +0,1%), Lecco (+14, +0,1%). In calo invece Cremona (-32, -0,1%),
Lodi (-26, -0,2%), Mantova (-99, -0,3%), Pavia (-137, -0,3%) e Sondrio (-37,
-0,3%).
La situazione dellartigianato resta invece difficile. A marzo 2025 le
imprese artigiane attive sono 229.896, in calo di 1153 unità (-0,5%)
rispetto al precedente trimestre (dicembre 2024) e quasi 11.700 in meno
rispetto a dicembre 2019 (-4,8%). Negli ultimi cinque anni si registra una
flessione soprattutto nei settori della produzione e della logistica, mentre
i servizi alla persona e alcune attività non tradizionalmente artigiane
mostrano un andamento positivo. Anche qui, la flessione è generalizzata a
livello provinciale: Varese è la più colpita (-460, -2,3%), seguita da Lecco
(-48, -0,6%), Pavia (-69, -0,5%), Mantova (-47, -0,5%), Lodi (-27, -0,5%),
Bergamo (-121, -0,4%), Milano (-202, -0,3%), Monza e Brianza (-75, -0,3%),
Como (-55, -0,3%), Cremona (-17, -0,2%), Brescia (-28, -0,1%) e Sondrio (-4,
-0,1%).
La situazione oggettivamente è migliore di quanto pensassimo nel 2024
rispetto al 2025, ma suggerirei prudenza nelle previsioni – sottolinea il
Presidente di CNA Lombardia -. E indubbiamente una tendenza merita una
valutazione attenta: la vocazione manifatturiera della Lombardia vive un
periodo di parziale indebolimento, mentre avanzano i servizi, alle persone e
alle imprese. Questo nuovo terziario che nasce, con dentro anche molto
turismo, merita una valutazione: il fatto è in sé positivo, ma occorre
capire quanto sia il valore aggiunto di queste nuove componenti
imprenditoriali.