
George Simion, leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali rumene secondo i sondaggi in uscita diffusi nella serata di domenica. Il candidato populista e dichiaratamente sovranista, sostenuto da ambienti conservatori internazionali, ha ottenuto tra il 30% e il 33% dei voti, staccando gli avversari di orientamento liberal-europeista.
A riferirlo sono stati due principali istituti di sondaggio romeni. Secondo Avangarde, Simion ha conquistato il 30% dei consensi, mentre l’agenzia CURS lo dà al 33,1%. Seguono a pari merito Crin Antonescu, presidente ad interim e volto dell’ala neoliberale, e il sindaco di Bucarest Nicușor Dan, con percentuali tra il 20% e il 23%.
Un risultato inatteso in un clima politico infuocato
Le elezioni si sono svolte in un contesto altamente controverso, dopo l’annullamento delle precedenti votazioni a novembre che avevano visto prevalere il candidato populista Călin Georgescu, poi escluso dalla corsa elettorale a seguito di gravi accuse, tra cui “incitamento contro l’ordine costituzionale” e “fondazione di organizzazioni fasciste o razziste”.
Simion, che ha fatto campagna nel nome dell’amico e mentore politico Georgescu, ha festeggiato i risultati come una “vittoria del popolo rumeno contro il sistema”, sostenendo che “oggi i rumeni si sono fatti sentire, nonostante gli ostacoli e le manipolazioni”. Ha aggiunto: “Non ho votato per me stesso, ho votato per Călin Georgescu. Siamo qui con una sola missione: il ritorno all’ordine costituzionale e alla democrazia”.
Verso il ballottaggio del 18 maggio
Poiché nessun candidato ha ottenuto la maggioranza assoluta, sarà necessario un secondo turno, fissato per il 18 maggio, tra i due candidati più votati. La sfida vedrà molto probabilmente contrapporsi Simion e Crin Antonescu, mentre Nicușor Dan resta in attesa di conferme ufficiali.
La campagna è stata segnata da accuse di interferenze straniere, censure istituzionali e forti tensioni ideologiche. La scorsa tornata era stata invalidata per presunti legami tra Georgescu e la Russia, con Bruxelles accusata dai suoi sostenitori di aver esercitato pressioni per impedirne l’ascesa.
Simion: “Sono il candidato MAGA”
Durante un recente viaggio a Washington, Simion ha ribadito il suo allineamento con l’ex presidente statunitense Donald Trump, affermando: “Sono il candidato MAGA in Romania. L’amministrazione Trump non parla con i burattini di Bruxelles, parla con noi. L’America sarà il nostro partner strategico e ideologico”.
Simion ha inoltre dichiarato che la sua candidatura rappresenta la continuazione del progetto sovranista di Georgescu: “Sono il suo sostituto. Il popolo vuole il ritorno del suo presidente e lo otterrà”.
Il ritorno dello spirito del 1989?
In chiusura del suo discorso post-voto, Simion ha evocato la Rivoluzione del 1989, paragonando l’attuale lotta contro Bruxelles a quella contro l’URSS: “I romeni sono morti per la libertà, la democrazia e le elezioni libere. La lotta continua. Ogni generazione deve difendere questi valori, e noi oggi stiamo portando avanti quel testimone”.
Il secondo turno si preannuncia ad altissima tensione, con una Romania spaccata tra due visioni opposte: da un lato, il populismo sovranista e identitario di Simion; dall’altro, la linea europeista e liberale rappresentata da Antonescu e Dan. L’esito del 18 maggio potrebbe ridefinire radicalmente il ruolo della Romania nell’Unione Europea e nello scenario internazionale.