(AGENPARL) – mer 08 gennaio 2025 Tutelare e valorizzare il patrimonio: partita digitalizzazione di 4 milioni
di risorse culturali
Scritto da Redazione, mercoledì 8 gennaio 2025
Il patrimonio culturale toscano, archivistico, bibliografico e fotografico
protagonista di un piano di digitalizzazione che darà vita a 4,3 milioni
di risorse digitali che saranno disponibili su Cultura.toscana.it, il
portale della cultura della Regione Toscana.
Un lavoro enorme, che coinvolge 24 istituti culturali toscani (biblioteche,
archivi, fondazioni culturali regionali) localizzati in 19 Comuni toscani e
che prevede di digitalizzare entro il 31 dicembre 2025 una quantità di
risorse che è quasi 4 volte il target minimo europeo previsto dal PNRR
(pari a circa 1,1 milioni) e che stato reso possibile grazie al
finanziamento di 4,5 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e
resilienza (Pnrr).
“Un’iniziativa importante di sinergia tra la Regione Toscana e il
Ministero della cultura – ha detto il presidente Eugenio Giani – che ha
consentito l’impegno di spesa di 4,3 milioni e che già a ottobre ha visto
la partenza dei cantieri. Il lavoro di digitalizzazione del patrimonio
archivistico, bibliografico e fotografico è il più significativo
intervento degli ultimi anni, in termini di numerosità delle risorse
digitali prodotte e di investimento. Si tratta di un contributo alle
politiche di valorizzazione del patrimonio culturale che permetterà di
implementare la piattaforma digitale Cultura Toscana, che si rivolge sia a
un pubblico generalista, sia a studiosi, grazie ai numerosi documenti
digitalizzati, alle schede di catalogazione e ai collegamenti
bibliografici. Siamo di fronte a un patrimonio diffuso, che dal Gabinetto
Viesseux va alla Fondazione Alinari, da La Grancia a Grosseto arriva a
dieci biblioteche comunali dei principali centri di attività nei
capoluoghi di provincia toscani. Tesori a disposizione di tutti che,
attraverso il sito Cultura Toscana potranno consentire di alimentare
ricerche, studi, approfondimenti e interessi”.
Tra i patrimoni della Regione Toscana che saranno digitalizzati vi sono
quelli dell’Archivio della Giunta regionale, nella doppia veste di archivio
corrente con sede a Firenze (Osmannoro) e storico con sede a La Grancia in
provincia di Grosseto. Il primo cantiere di digitalizzazione a partire è
stato proprio l’Archivio storico de La Grancia, martedì 8 ottobre, con la
realizzazione dei primi prototipi digitali relativi alle diverse tipologie
di materiali, mappe, circolari, pubblicazioni, foto, per arrivare a
produrre oltre 1,6 milione di risorse digitali. Presso La Grancia sarà
effettuata la digitalizzazione di materiale appartenente al Fondo Ente per
la colonizzazione per la Maremma tosco-laziale (1951-1977) che testimonia
la storia della riforma fondiaria in Toscana e i mutamenti della gestione
dei terreni della Maremma, attraverso le opere di bonifica e di
trasformazione fondiaria, di introduzione di nuove tecniche di coltivazione
e allevamento, e di alfabetizzazione e professionalizzazione della
popolazione costituita dalle famiglie degli assegnatari.
La digitalizzazione dell’Archivio della Giunta comprende anche il Fondo
archivistico dell’Ente Mostra mercato nazionale artigianato: questa
attività partirà in una seconda fase, insieme ad altri fondi come quello
della Soprintendenza bibliografica per la Toscana e quello del Corpo
forestale dello Stato.
Il 14 ottobre è stata invece avviata la digitalizzazione di importanti
fondi archivistici di personalità della cultura del primo Novecento,
legate al Futurismo e alle Avanguardie, sia di proprietà regionale e in
concessione presso la Fondazione e Museo Primo Conti di Fiesole, sia di
proprietà dello stesso istituto. Il materiale, circa 890mila oggetti, è
composto dai volumi del Fondo Librario Futurista, dai materiali dei Fondi
Balilla Pratella, Enrico Pea e Lorenzo Viani, dalla Biblioteca di Primo
Conti. In particolare saranno digitalizzati anche taccuini e carte sciolte,
manoscritti, volumi e rassegna stampa del Fondo di Giovanni Papini,
documenti di grande importanza visto che proprio nel 2025 avrà inizio il
lavoro di edizione critica delle Opere di Giovanni Papini. Questo
intervento si pone l’obiettivo di contribuire significativamente alla
promozione e diffusione del patrimonio artistico e letterario legato alla
figura di Primo Conti, affiancato dalla valorizzazione del patrimonio
pittorico, letterario, musicale legato al periodo delle Avanguardie
storiche.
Il 24 ottobre è iniziata la digitalizzazione alla Biblioteca Labronica di
Livorno, la prima di dieci biblioteche comunali diffuse in tutto il
territorio toscano, dalla Biblioteca dell’Accademia delle Belle Arti di
Carrara alla Chelliana di Grosseto, passando per gli Intronati di Siena e
la Biblioteca comunale di Arezzo. Questa campagna di digitalizzazione si
interessa dei periodici storici e di altri materiali a stampa, strumenti
indispensabili per valorizzare la storia locale.
Il 19 novembre è stato avviata la campagna della Fondazione Alinari che
prevede la digitalizzazione di parte del patrimonio fotografico di Alinari,
in particolare 80.739 lastre di vetro e pellicole dei fondi fotografici
storici Alinari e Brogi, oltre 24 registri storici Alinari. Tra i materiali
oggetto della digitalizzazione c’è un prezioso tesoro, di inestimabile
valore storico, rappresentato da 170 lastre di vetro di formato
extra-grande, al collodio e alla gelatina, realizzate alla fine
dell’Ottocento, che, in maggioranza, riproducono opere d’arte e
architetture, come per esempio il San Giorgio di Donatello in Orsanmichele,
il Mosè di Michelangelo nella Basilica di San Pietro in Vincoli, il
Cortile del Bargello, la Madonna del Granduca o il Colosseo
A gennaio parte l’ultimo cantiere finanziato dal Pnrr con la
digitalizzazione di alcuni preziosi documenti conservati nell’Archivio
contemporaneo del Gabinetto Vieusseux di Firenze, come il Fondo Mario Luzi,
che contiene manoscritti e dattiloscritti originali del poeta fiorentino, e
il Fondo libri di viaggio di Fiammetta Olschki, una raccolta di opere che
raccontano, in varie forme, viaggi compiuti dal Cinquecento all’Ottocento.
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