(AGENPARL) – mer 18 dicembre 2024 *COMUNICATO STAMPA*
*Assemblea Agia-Cia: le nuove professioni per un’agricoltura più giovane e
smart *
*Dall’evento annuale il ritratto dei futuri imprenditori, specializzati e
con competenze trasversali. Ma servono politiche coraggiose e innovative*
Roma, 18 dic – *Data analyst, green manager *e* biodiversity champion*, ma
anche *agrinfluencer*. Sono almeno quattro i profili professionali
richiesti, oggi, in agricoltura e di cui i giovani sono i maggiori
precursori. L’accesso alla terra, però, sfiora quota 29 mila euro a ettaro
ed è ancora per pochi. Va superato ogni stereotipo sul comparto e fare
spazio, davvero, a nuove generazioni di agricoltori. A definirne il profilo
è Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia, riunita a
Roma per la sua Assemblea annuale.
“Basta con i luoghi comuni sui giovani e l’agricoltura -ha detto il
presidente nazionale di Agia-Cia, Enrico Calentini-. Non basta un pezzo di
terra per fare impresa, né solo due braccia per portarla avanti. Servono
competenze specifiche, un capitale di partenza cospicuo, garanzie
importanti anche per il più esiguo dei finanziamenti e quelle soft skill
manageriali che vanno ben oltre la resilienza, se il contesto manca delle
condizioni basilari, infrastrutture e servizi, per vivere e interfacciarsi
con il mondo”.
*I DATI -* Oggi, in Italia, le imprese agricole giovanili sono quasi 53
mila, in calo dell’8,5% in sei anni e del 4,8% solo nell’ultimo (Rapporto
2024 Pianeta Psr). C’è un generale invecchiamento demografico, ma anche un
abbandono delle aree interne del Paese che riguarda certo più i giovani, il
doppio (6%) della popolazione che se ne va. Dunque, il tema del ritorno
alla terra è, per Agia-Cia, non solo un mito da sfatare, ma anche già
superato. Di contro, infatti, emerge una capacità di generare ricchezza in
agricoltura che vede le aziende under 40 sopra la media Ue, con 82,5 mila
euro a impresa giovanile rispetto ai 50 mila di tutte le altre. Quanto alla
produttività per superficie, pari a 4,5 mila euro per ettaro, questa doppia
quella europea, dando una pista a Francia e Germania. L’Italia spicca per
una maggiore specializzazione in coltivazioni a elevato valore aggiunto e
per un mercato dell’agricoltura 4.0 da 2,1 miliardi, che vede crescere ogni
anno dell’8% (Osservatorio Smart Agrifood) i campi a lavoro con tali
soluzioni.
*LE NUOVE COMPETENZE – *Il digitale è, dunque, una delle chance necessarie
per dare un futuro all’agricoltura, ma anche il gancio più forte per
richiamare i giovani. Servono, sempre di più, figure professionali
altamente specializzate e con competenze trasversali, capaci di coniugare
l’esperienza alle tecnologie agro-meccaniche disponibili, in grado di
sperimentare sul campo, leggere i dati e fornire feedback ai fornitori di
prodotti e macchinari. Occorrono esperti di sistemi satellitari, robotica e
Ai, *climate smart advisor* promotori di strategie per l’adattamento al
climate change, agronomi e biologi *ambassador* contro il consumo di suolo
e lo spreco, custodi di biodiversità e *social media marketer*. Una serie
di professionalità di grande appeal sulle nuove generazioni, che anche nel
settore primario sono sempre più qualificate, come dimostrano gli oltre 20
mila laureati under 40 titolari di aziende agricole oggi in Italia.
*LE DICHIARAZIONI -* “Su tutto questo bisogna investire, in maniera
sinergica e senza frammentazioni -ha aggiunto Calentini- non è solo una
sfida agricola, ma coinvolge più comparti produttivi, la ricerca
scientifica e tecnologica, il mondo della meccanica e dell’istruzione.
Oltre a più fondi Pac per i giovani, a quelli che mancano alla legge
nazionale sull’imprenditoria agricola giovanile o che sono in arrivo dalla
Bei, la voce delle imprenditrici e degli imprenditori agricoli under 40,
che rimbalza dai campi ai social e che rilanciamo insieme a partner come
Image Line, FederUnacoma e ITAsF -prosegue Calentini- invita a un approccio
più intraprendente da parte della politica, per interventi a sostegno del
settore più coraggiosi e innovativi”.
“Ci attende un lavoro importante per dare seguito alle istanze dei nostri
giovani -ha aggiunto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. La
battaglia per il reddito degli agricoltori e per la valorizzazione delle
aree interne passa anche per la sfida al ricambio generazionale nei campi.
Per questo il 2025 ci attende, sicuramente, a Bruxelles per contribuire
alla Strategia annunciata in materia dal commissario Hansen”.
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*Settore Comunicazione e Immagine *| Cia-Agricoltori Italiani
sito web http://www.cia.it
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