
(AGENPARL) – gio 05 dicembre 2024 COMUNICATO STAMPA
CONTROLLI AI “SHISHA BAR” (LOCALI DOVE SI FUMA IL NARGHILÈ).
OPERAZIONE CONGIUNTA TRA IL COMANDO CARABINIERI PER LA TUTELA DELLA
SALUTE (NAS) E L’AGENZIA DELLE DOGANE E DEI MONOPOLI.
ROMA, 05 DICEMBRE 2024
Nei giorni scorsi, personale dei Nas e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha effettuato
diversi controlli su tutto il territorio nazionale nei confronti dei “Shisha Bar”, esercizi in cui viene
effettuata la vendita e il contestuale consumo di melassa per narghilè e tabacco per pipa ad acqua,
messi a disposizione dall’esercente.
Nel complesso, sono stati ispezionati oltre 100 esercizi pubblici e sono state accertate varie
violazioni alla normativa in materia, con particolare riferimento al mancato possesso, da parte di
alcuni titolari dei suddetti esercizi, del cosiddetto “patentino speciale”, ossia dell’autorizzazione alla
vendita, con contestuale consumo in loco, di melassa per narghilè e tabacco per pipa ad acqua. I
controlli effettuati hanno portato alla denuncia all’Autorità Amministrativa di 5 persone e al
contestuale sequestro di diverse tipologie di melassa per narghilè per un totale di oltre 68 chili, in
quanto privi di contrassegno dell’autorità nazionale italiana.
Le melasse per narghilè e i tabacchi per pipa ad acqua detenuti e venduti, infatti, devono essere
muniti di contrassegno di legittimazione ed iscritti nella tabella di commercializzazione
dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
La mancanza della citata autorizzazione alla vendita, con contestuale consumo in loco, dei
prodotti in questione, comporta, ai sensi dell’art. 40-quinquies del D. Lgs. n. 504/1995, c.d.
T.U.A., una sanzione amministrativa da 5.000 fino a 10.000 euro e, nelle fattispecie più gravi,
ovvero per quantitativi posti in vendita superiori a 5 chili, una sanzione penale.
Nel caso, invece, di somministrazione di melassa per narghilè in confezioni sprovviste di
contrassegno di legittimazione, e, dunque, di sottrazione all’accertamento e al pagamento
dell’accisa sui tabacchi lavorati ai sensi dell’art. 40-bis del citato TUA, risulta applicabile una
sanzione amministrativa proporzionale di 5 euro al grammo, non inferiore in ogni caso a 5.000
euro, e fino ad un massimo di 75.000 euro per i quantitativi pari a 15 chili.
Mentre è prevista una sanzione penale nei casi di quantitativi superiori a 15 chili o in presenza di
circostanze aggravanti.
L’attività, frutto della efficace sinergia tra l’Arma dei Carabinieri e l’Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli, costituisce un importante risultato che testimonia la costante collaborazione tra le due
Istituzioni a presidio della legalità e a tutela della salute dei consumatori.
NOTA INFORMATIVA A CURA DEL COMANDO CARABINIERI PER LA TUTELA DELLA SALUTE
DI CONCERTO CON IL MINISTERO DELLA SALUTE
Quando si pensa ai danni del fumo ? anche passivo ? la mente corre a sigarette, sigari, pipe, alle
sempre più diffuse e-cigarette e ai riscaldatori di tabacco. Quasi sempre, però, ci si dimentica di un
altro tipo di fumo voluttuario: il narghilè o pipa ad acqua, noto anche con il nome di Shisha. Si
tratta di uno strumento antico, nato in Egitto, la cui diffusione ormai in tutto il mondo è legata a
un insieme di fattori, tra cui gli aromi accattivanti che vi possono essere aggiunti e una generale
sottostima dei suoi effetti tossici. Il funzionamento è semplice: una ampolla che contiene acqua
fredda, un corpo centrale fatto di una canna che pesca nell’acqua, un braciere all’altro capo e un
tubo per aspirare le essenze…in pratica una pipa, ma ad acqua. Ma anche il fumo di una pipa ad
acqua contiene nicotina, catrame, monossido di carbonio come pure metalli pesanti. Perciò,
fumare il narghilè può nuocere alla salute come fumare sigarette, sia che si tratti di fumo attivo
sia di fumo passivo. Anzi, potrebbe anche risultare più pericoloso considerato il maggior tempo
impiegato per fumare: si stima, infatti, che la durata di una sigaretta (tra i cinque e i sette minuti)
consenta 8-12 tiri; la “sessione” di narghilè, invece, dura tra i venti e gli ottanta minuti, nei i quali
i tiri sono tra i 50 e i 200. Ciò significherebbe che il fumo inalato con una seduta di narghilè
potrebbe arrivare a equivalere a quello del di circa 100 sigarette (vds. S.I.Pa.D. Società Italiana
Patologie da Dipendenza ? https://www.sipad.network/fumo-di-narghile-una-tossicita-da-nonsottovalutare). A ciò si aggiunga il rischio di trasmissione di malattie infettive: se si fa passare il
tubo di un narghilè con lo stesso bocchino da persona a persona, gli agenti patogeni contagiosi
presenti nella saliva possono passare di bocca in bocca.
N.B. Le eventuali persone deferite all’Autorità giudiziaria sono da ritenersi presunti
innocenti fino a un definitivo accertamento di colpevolezza in successiva sede
processuale.