
(AGENPARL) – lun 21 ottobre 2024 Comunicato stampa
Utilitalia e Svimez: le filiere di acqua, energia
e ambiente valgono il 4,7% del PIL del Sud
Presentato oggi a Palermo il Rapporto Sud, che valuta gli impatti economici
e occupazionali del settore nelle regioni del Mezzogiorno
PALERMO, 21 OTTOBRE – Viene presentato oggi a Palermo il Rapporto Sud di Utilitalia e Svimez, che
valuta gli impatti economici e occupazionali del settore delle utility (ambientale, idrico ed
energetico) nelle regioni del Mezzogiorno. Questa quarta edizione, inoltre, contiene una valutazione
sulle principali sfide che il comparto dovrà affrontare nei prossimi anni.
Le utility del Sud, vettori economici del Paese
La dimensione economica delle utility meridionali è quantificabile nel 11,5 mld di euro (2023), circa
il 24% del valore aggiunto realizzato dall’intero comparto italiano. Considerando il contributo offerto
dalle imprese che operano sull’intera filiera delle utility, si sale a circa 16,1 miliardi: pari al 4,7% del
PIL del Mezzogiorno. Rispetto alle altre filiere, quella delle utility si contraddistingue al Sud per una
marcata vocazione industriale: le imprese estrattive e manifatturiere realizzano infatti oltre il 52%
del valore aggiunto complessivo.
Fare rete per promuovere lo sviluppo industriale
Il sistema delle imprese dei servizi di pubblica utilità, in sostanza, riveste una posizione centrale
rispetto ai temi della crescita economica, dell’accessibilità ai diritti essenziali, del cambiamento
climatico e dell’autonomia strategica sulle forniture energetiche. Per superare dunque le criticità
residue, promuovendo lo sviluppo industriale, un esempio positivo è dato dalle reti d’impresa. Lo
scorso luglio è stato firmato da 9 utilities del Mezzogiorno il Contratto di Rete che ha costituito la
Rete Sud, l’iniziativa attraverso la quale le imprese associate a Utilitalia hanno deciso di fare squadra
per migliorare i servizi offerti ai cittadini ed affrontare congiuntamente le principali sfide operative,
finanziarie e regolatorie del momento. “Con questa iniziativa – spiega il presidente di Utilitalia,
Filippo Brandolini – la Federazione ha voluto fornire un contributo concreto per un maggiore sviluppo
dei servizi pubblici al Sud, che soffrono una eccessiva frammentazione e una ancora troppo diffusa
presenza di gestioni in economia. Fare rete tra i gestori è un passo importante per rafforzare il
sistema delle imprese dei servizi pubblici secondo una logica industriale, un percorso obbligato per
migliorare i servizi forniti ai cittadini e per generare impatti positivi sull’occupazione e sull’indotto
locale”.
Le sfide per le utility del Sud e le proposte di Utilitalia e Svimez
Transizione energetica, economia circolare e adattamento ai cambiamenti climatici: sono questi i
pilastri su cui si fondano le sfide e le azioni per rilanciare l’economia delle utility nel Mezzogiorno.
“Le utility – evidenzia Luca Bianchi, direttore generale della SVIMEZ – assumono un ruolo decisivo
nel supportare i segnali di ripresa dell’economia meridionale, favorendo la trasformazione
strutturale che i sistemi economici territoriali dovranno avviare per contrastare e vincere le sfide
legate al cambiamento climatico e ai nuovi equilibri economici globali. Il rapporto fa emergere il
ruolo effettivo e potenziale del settore delle utility nell’attivare e qualificare le connessioni
economiche locali, attirare investimenti e migliorare i servizi per cittadini e imprese, in un’ottica
evolutiva per cui è necessario partire dalle vocazioni produttive territoriali per sostenere i processi di
sviluppo, ammodernamento e diversificazione”.
Il Sud Italia, del resto, ha il maggiore potenziale su scala nazionale di produzione da fonti rinnovabili
(eolico e solare). Oggi il Mezzogiorno gioca un ruolo decisivo nel settore fotovoltaico, contribuendo
per circa il 35% della capacità totale installata, che è in crescita in tutte le regioni del Sud: per
raggiungere i target del Fit for 55, la capacità fotovoltaica addizionale (53,6 GW) prevista entro il
2030 si concentrerà per il 61% nel Mezzogiorno. Tra le misure suggerite dalla Federazione per
implementare il settore figurano l’integrazione verticale della filiera, lo sviluppo di soluzioni
integrate per offrire servizi innovativi, l’incoraggiamento dell’autoproduzione e il ricorso a
investimenti in digital e tecnologie innovative.
In tema di rifiuti il Sud Italia sconta ancora un importante gap dal punto di vista impiantistico, per
cui è difficile chiudere il ciclo ed evitare l’export verso altre regioni o l’estero nonché il conferimento
in discarica. Per quanto riguarda i rifiuti indifferenziati, per centrare i target europei al 2035
sull’economia circolare, il fabbisogno impiantistico a livello nazionale e principalmente concentrato
nelle regioni centro-meridionali è stimato da Utilitalia in 2,5 milioni di tonnellate; migliore è la