
(AGENPARL) – mar 16 luglio 2024 COMUNICATO STAMPA
L’On Safina (PD): “Subito un tavolo tecnico per migliore il Piano
nazionale di interventi per la sicurezza del settore idrico”
Il deputato regionale è intervenuto questa mattina al Consiglio comunale
straordinario e aperto a Trapani sull’emergenza siccità
Trapani, 16 luglio 20204 – “Un miliardo e 600 milioni di opere per arginare l’emergenza siccità in
Sicilia che rischiano di diventare vere e proprie cattedrali nel deserto. Una politica completamente
sbagliata, fatte salve rare eccezioni, quella portata avanti dal centrodestra al governo nazionale e
regionale che non risolverà affatto il problema ma che semmai ritarderà solo di qualche anno il
rischio ormai sempre più urgente della desertificazione”.
Così il deputato regionale del partito democratico Dario Safina, stamattina a palazzo Cavarretta
durante il Consiglio comunale sull’emergenza idrica a Trapani, dopo avere analizzato le opere
previste per la Sicilia, inserite nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del
settore idrico (PNIISSI) varato dal governo nazionale nell’ambito delle riforme del PNRR.
“A ben guardare – spiega Safina – si tratta di ben 49 interventi che nella maggior parte dei casi si
rivolgono alla messa in sicurezza o all’ampliamento di dighe, bacini e invasi già presenti sul
territorio regionale, o ancora all’efficientamento di serbatoi idrici per raccogliere e mantenere
l’acqua piovana. Ed è proprio questo il punto: la logica di questo piano di interventi mira alla
politica del: “Speriamo che a settembre piova”. E se non piove? Per chi ancora non l’avesse notato,
l’ecosistema della nostra isola è cambiato. Secondo uno studio del Centro Studi Cambiamento
Climatico di Greenway ed Ecogest la Sicilia rischia la desertificazione di oltre due terzi del territorio
nei prossimi anni. Nell’ultimo decennio, abbiamo subito ben 175 eventi meteorologici estremi, a un
ritmo di oltre uno al mese, 25 solamente nel 2022. Sono gli effetti del cambiamento climatico e del
progressivo processo di riscaldamento, che, anche per la sua particolare posizione geografica,
stretta tra i fronti atmosferici africani ed europei, rendono la nostra regione più esposta. Uno
scenario allarmante, quello descritto dagli studiosi, che indica la progressiva riduzione della
stagione delle piogge”.
“A fronte dell’evidenza però, – continua ancora il deputato Dem – nel Piano per l’emergenza siccità
in Sicilia, non è previsto nessun intervento strutturale e risolutivo che possa realmente cambiare la
situazione. Non vi è ad esempio nessun accenno sul riuso delle acque reflue urbane depurate che
potrebbero essere utilizzate, dal settore agricolo a quello industriale, nei centri urbani e