
(AGENPARL) – lun 11 marzo 2024 *Cnpr forum: La scuola deve essere al passo con i tempi *
*Tassinari (FI): “I programmi scolastici vanno modernizzati”*
*Amato (M5s): “Puntare su formazione individuale”*
*De Bertoldi (FdI): “IA sia al servizio dell’uomo”*
*Dori (AVS): “Intelligenza Artificiale stimolo per migliorare”*
“Già nella fase dello studio occorre avvicinare i ragazzi all’evoluzione
della tecnologia che modificherà il nostro futuro. La logica deve essere
sempre quella di evolvere ma tenendo come punto di riferimento la
centralità dell’essere umano, che deve essere quello che imposta
l’intelligenza artificiale e poi ne raccoglie gli esiti”. Lo ha
dichiarato *Rosaria
Tassinari* (deputata di Forza Italia in Commissione Cultura alla Camera),
nel corso del Cnpr forum “Scendere in campus: scuola e università in prima
linea per trasformare le sfide in opportunità” promosso dalla Cassa di
previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da *Luigi
Pagliuca*.
“Sono anche convinta – ha aggiunto Tassinari – che l’intelligenza
artificiale, se utilizzata in maniera adeguata, possa essere di grande
supporto eliminando quelle mansioni che possono essere il più possibile
ripetitive e dando l’opportunità all’uomo di occuparsi della parte
organizzativa. Sono altresì convinta che la scuola debba essere al passo
con i tempi e favorire un’integrazione assoluta modificando anche i
programmi, rendendoli il più possibile moderni in un’ottica di matching fra
il mondo della scuola e il lavoro. Non dimentichiamo che i ragazzi devono
essere formati per affrontare la loro vita”.
Sulla disomogeneità dei percorsi scolastici punta il dito *Gaetano Amato*
(deputato del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Cultura a
Montecitorio): “Il Pensiero di Pirandello nella celebre commedia ‘L’uomo
dal fiore in bocca’ quando dice “Il futuro è nel passato” è perfettamente
centrato. La scuola italiana si è modificata, è cambiata. Prima formava
l’uomo, dava gli strumenti che servivano alla formazione dell’individuo;
adesso ci ritroviamo una scuola puntata sulle professioni specifiche senza
sapere neanche se queste avranno sviluppo occupazionale nel futuro. Sono
del parere che la scuola deve tornare alla formazione di base, che è
essenziale allo svolgimento di qualsiasi attività. Se lo studente cresce su
strutture solide saprà adeguarsi alle nuove esigenze. La scuola italiana
deve fare un passo indietro, ritornare a quello che è stato. Senza
dimenticare che al Meridione è messa peggio che al Settentrione; già questo
basta a creare una profonda disparità di offerta a tantissimi ragazzi che
si trovano a dover scegliere tra un ventaglio di opportunità inferiori.
L’Autonomia differenziata sta provando a spaccare l’Italia maggiormente e
porterà quei giovani che vogliono affrontare la vita lontano da un Sud
sempre più impoverito”.
Per *Andrea De Bertoldi* (parlamentare di Fratelli d’Italia) in Commissione
Finanze alla Camera): “La nostra cultura scolastica generalista, di
estrazione classica, ha abituato lo studente a ragionare e ci ha sempre
differenziato positivamente nei confronti degli altri modelli di
istruzione. Questa nostra peculiarità ritengo possa essere un vantaggio in
un momento nel quale l’intelligenza artificiale sicuramente potrà
modificare i mestieri così come le caratteristiche dei nostri lavori. Ma
resterà il fatto che l’uomo sarà sempre determinante nei processi di
crescita e sviluppo del Paese. La nostra cultura dunque potrà essere
un’arma assolutamente fondamentale per dare risposte più soddisfacenti al
mercato del lavoro e al mondo delle professioni, stante la straordinaria
capacità di sapersi meglio adeguare al cambiamento. Bisogna credere nella
nostra storia, nella cultura classica improntata sul pensiero, sul
ragionamento. Gli strumenti informatici dovranno essere al nostro servizio,
l’abilità sarà proprio quella di riuscire a governarli con sapienza, nella
consapevolezza che non potranno mai sostituire il contributo di originalità
ed esperienza offerti dall’uomo”.
*Devis Dori *(deputato di Alleanza Verdi-Sinistra in Commissione Giustizia
a Montecitorio) ha sottolineato come “l’intelligenza artificiale non
sostituirà mai l’uomo, potrebbe in alcune situazioni entrare in
competizione ma questo deve essere per noi uno stimolo a migliorare. In
determinati campi l’intelligenza artificiale offre supporti importanti.
Pensiamo alla ricerca scientifica, medica e anche quella storiografica. Da
questo punto di vista anche il nostro percorso scolastico deve essere
rivisto. Già da diversi anni si diceva che nel 2030 l’8% dei posti di
lavoro sarebbero stati caratterizzati da attività assolutamente nuove con
tipologie del tutto innovative. Mettendo in discussione anche la parte
formativa dei giovani e i percorsi scolastici. Una cosa è certa: noi
dobbiamo preparare i nostri ragazzi ad avere tutti quegli strumenti utili a
predisporsi a lavori che effettivamente oggi nemmeno immaginiamo. Da questo
punto di vista l’intelligenza artificiale non credo possa essere, come
alcuni la intendono, addirittura come una minaccia. Io penso che sia
un’opportunità”.
In apertura del Cnpr Forum si è parlato dell’incontro con gli studenti alla
tappa salernitana del Salone dello Studente con *Rosa Santoriello *(Consigliera
d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili) e
Giuseppe Esposito (delegato della Cnpr).
Nel corso del dibattito, moderato da *Anna Maria Belforte*, il punto di
vista dei professionisti è stato espresso da *Eleonora Linda Lecchi*,
commercialista e revisore dei conti di Bergamo: “In un contesto in rapida
evoluzione i bambini che oggi vanno a scuola probabilmente svolgeranno
attività lavorative che attualmente non esistono. Poi l’Intelligenza
artificiale minaccia di far scomparire mestieri e professioni. Di fronte a
questi processi oramai inarrestabili bisogna individuare i migliori
percorsi formativi per trasformare le sfide in opportunità”. Le conclusioni
sono state affidate a *Paolo Longoni*, consigliere dell’Istituto nazionale
Esperti contabili: “Abbiamo esattamente percepito la dicotomia rispetto al
tema dell’istruzione: da un lato c’è il richiamo al passato, cioè ritornare
a una scuola che ha come compito primario quello di formare dal punto di
vista umano gli studenti; dall’altra parte c’è la necessità di avvicinare
sempre più il mondo della scuola a quello del lavoro per fare in modo che
la scuola sia sempre più capace di sviluppare capacità specifiche e
formazioni direttamente applicabili. E’ una dicotomia dalla quale non si
riesce a uscire e la nostra scuola non è più né l’una né l’altra cosa. Non
riesce più a essere maestra di vita e non riesce a essere formatrice in
materia di lavoro. Nel contempo abbiamo il corpo insegnante demotivato e
poco riconosciuto. Bisognerebbe completamente riformare l’idea di scuola,
decidendo per cambiamenti importanti e agendo piuttosto che restare inerti
in una situazione che serve a poco nell’uno e nell’altro senso. Il nostro
Paese si muove molto lentamente a dispetto di quel che accade in altre
nazioni”.