
(AGENPARL) – ven 26 gennaio 2024 COMUNICATO STAMPA
ENERGIA. ALLA BOCCONI CONFRONTO SULL’EOLICO OFFSHORE CON GLI ESPERTI DEL SETTORE
Si è tenuto ieri sera l’evento “Il mercato italiano dell’eolico offshore: scenario macroeconomico,
rischi e opportunità” organizzato dagli Alumni del Topic Energy & Utilities in collaborazione con
AERO – Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, presso l’Università Bocconi di Milano. La
tavola rotonda ha visto la partecipazione di Carmelo Scalone, Chief Growth Officer di Renantis
S.p.A., Fabrizio Botta, Chief Commercial Officer di Saipem S.p.A., e Silvia Keller, Investment Principal
di CDP Equity, che si sono confrontati sulle grandi potenzialità dell’eolico offshore in Italia e sulle
azioni da intraprendere per garantire benefici a lungo termine nella sostenibilità ambientale e
sociale, investimenti economici e stabilità nei prezzi dell’energia.
L’Italia è riconosciuta come uno dei mercati più promettenti per l’eolico offshore, in particolare per
quello a fondazioni galleggianti. Nonostante il potenziale, il settore e le catene di
approvvigionamento sono messi a dura prova a causa dell’inflazione in atto, l’aumento dei costi
delle turbine, delle fondazioni e della logistica di supporto, e un incremento non trascurabile dei
tassi di interesse, con la necessità per molti sviluppatori di rendere i loro piani più resilienti.
Il prof. Daniel Gross, Direttore dell’Istituto per le Politiche Europee – Università Bocconi, ha esordito
affermando che l’Inflation Reduction Act (IRA) rappresenta più un’opportunità che un problema per
l’industria europea, tuttavia “non c’è rosa senza spine”, ha dichiarato; l’aumento dei tassi è
avvenuto prima dell’inasprimento della Banca Centrale Europea, che già rientrava in una tendenza
globale. Una questione delicata potrebbe, invece, essere rappresentata dalla Cina.
Carmelo Scalone, Chief Growth Officer di Renantis, ha dichiarato: “L’eolico offshore è
un’opportunità unica per l’Italia ed è per questo che noi abbiamo voluto crederci investendo nello
sviluppo già dal 2020. Si tratta tuttavia di progetti ad alta intensità di capitale e pertanto c’è
l’esigenza di poter disporre quanto prima di una normativa chiara, di cui la gran parte dei nostri
partner europei si è già dotata, per dare agli investitori che, come noi, stanno puntando su questa
filiera segnali economici di lungo periodo, obiettivi nazionali che vadano anche oltre il 2030,
indicazioni sui volumi e infine meccanismi di remunerazione che tengano conto delle dinamiche
inflattive, come già avviene per le rinnovabili onshore”.
Fabrizio Botta, Chief Commercial Officer di Saipem, ha dichiarato: “Saipem è una società che è in
grado di combinare tecnologia, innovazione, asset e sicurezza delle operazioni, caratteristiche
fondamentali per un settore in piena espansione come l’eolico. Negli ultimi anni abbiamo acquisito
una esperienza unica nella realizzazione di grandi parchi eolici, partecipando all’installazione del
primo impianto eolico flottante, e completando importanti progetti nel mare del Nord, a largo delle
coste francesi e nel Far East Asiatico. Sull’eolico galleggiante stiamo investendo in innovazione e
sviluppo della tecnologia proprietaria per le fondazioni, STAR 1, e siamo pronti a mettere a
disposizione questa esperienza per avere un ruolo orchestrale anche in Italia e fare da volano per le
imprese del settore. Crediamo molto nella cooperazione e nel coinvolgimento dei principali attori
industriali del territorio, replicando quello spirito pionieristico che nel passato ha portato Saipem ad
essere protagonista di opere fondamentali per il sistema energetico quali le grandi tubazioni
offshore ad alte profondità per l’approdo in Italia del gas naturale proveniente dal Nord Africa, dalla
Russia, e dall’Asia Centrale.”.
Silvia Keller Investment Principal di CDP Equity ha dichiarato: “Il Gruppo CDP promuove la crescita
del settore delle energie rinnovabili anche attraverso il sostegno ai progetti nell’eolico galleggiante
in Italia e la sua partecipazione in alcune iniziative di investimento ne è una chiara dimostrazione. A
tal fine si ritiene che sia fondamentale l’attivazione di cinque fattori abilitanti: visibilità sugli
obiettivi anche di lungo termine da parte del governo, trasparenza attraverso
regolamentazione chiara relativa al processo di autorizzazione e una ripartizione trasparente delle
responsabilità tra tutte le parti interessate coinvolte a livello di governo locale e centrale,
collaborazione attraverso strumenti di politiche energetiche e industriali, coordinamento tra
l’industria e le istituzioni e dei sistemi incentivanti che possano rendere gli investimenti sostenibili
per supportare la partenza di questo mercato, che con la crescita e lo sviluppo tecnologico si attende
possa vedere una significativa riduzione dei costi, come già avvenuto per altre tecnologie
rinnovabili
“In diversi Paesi europei i Governi stanno accelerando la transizione energetica anche sostenendo i
grandi investimenti per lo sviluppo dell’eolico offshore e delle altre tecnologie che garantiscono la
generazione di energia rinnovabile in mare. Queste politiche danno un forte impulso ecoindustriale,
contribuiscono alla decarbonizzazione dei Paesi, alla loro indipendenza energetica e sicurezza
nazionale, tutti temi di grande attualità e interesse anche per il nostro Paese. Per questo abbiamo
lanciato un appello al Governo affinché i diversi ministeri interessati possano coordinarsi tra loro
per rispondere tempestivamente alle diverse criticità che rischiano di rallentare questo processo
industriale innovativo e sostenibile” – continua il presidente di Aero, Fulvio Mamone Capria.
“Circa metà degli oltre 70 progetti presentati al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
sono rappresentati dalla nostra associazione. È necessario che l’Italia sia capace di attirare gli
investimenti in questo settore e che creda fortemente nello sviluppo delle rinnovabili offshore, nelle
costruzioni, nella logistica e soprattutto nella formazione e crescita di talenti. Siamo convinti che le
energie rinnovabili offshore costituiscano un’opportunità unica e irripetibile per il nostro Paese, per
la creazione di posti di lavoro e per lo sviluppo economico e sociale delle nostre aree costiere, oltre
che per il posizionamento dell’Italia come leader nell’industria e nell’innovazione a livello
internazionale. Guardiamo al 2024 con entusiasmo e ottimismo, consci in ogni caso delle grandi
sfide tecnologiche, regolatorie e strategiche che ci attendono. È doveroso, pertanto, lavorare in
maniera costruttiva ed a supporto del sistema, delle istituzioni e del mondo industriale, affinché
insieme si possa vincere una delle partite più importanti che ci attendono da qui al 2030” – conclude
Mamone Capria.
Roma, 26 gennaio 2024