
(AGENPARL) – gio 23 novembre 2023 FIDIA
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo è articolato in 6 sezioni: Il ritratto di Fidia; L’età di Fidia; Il Partenone e l’Atena Parthenos; Fidia fuori da Atene; L’eredità di Fidia; Opus Phidiae: Fidia oltre la fine del mondo antico.
La prima sezione, “Il ritratto di Fidia”, si apre con un omaggio di Auguste Rodin all’artista greco. Si tratta dell’opera in marmo e gesso Pallas au Parthénon (1896) proveniente dal Musée Rodin di Parigi: una testa di donna sormontata da un tempietto stilizzato con sei colonne doriche, un’idea del Partenone di Atene. Questa scultura eccentrica condensa la fascinazione per la Grecia antica di Rodin (1840-1917), uno dei massimi scultori del suo tempo, salutato dai suoi contemporanei come “Fidia francese” e per il quale Fidia diventa il modello assoluto.
In questa sezione, il visitatore fa conoscenza con il personaggio di Fidia. Può osservarne i tratti del volto, forse riprodotto in una testa in marmo bianco del I secolo d.C., Ritratto di Fidia (?), proveniente da Frascati e conservata a Copenaghen (Ny Carlsberg Glyptothek); ammirare la brocchetta di argilla a vernice nera (anni ‘30 del V secolo a.C) con incisa la scritta “Pheidiou eimi” (“Io appartengo a Fidia”). Proviene dal Museo Archeologico di Olimpia, dove Fidia lavorò alla fine della sua carriera e si tratta di un reperto unico, poiché è uno dei rari oggetti personali appartenuti a un personaggio celebre dell’antichità giunti fino a noi. A completare la piccola preziosa sala, due statuette in bronzo che rappresentano la figura dell’artigiano (identificato forse anche con lo stesso Fidia), prestiti d’eccezione del Metropolitan Museum of Art di New York (metà del I secolo a.C) e dell’Archaeological Museum of Ioannina, in Grecia (fine del II – inizi del I secolo a.C.).
La seconda sezione, “L’età di Fidia”, illustra poi il contesto storico, politico e artistico di Atene agli inizi del V secolo a.C., delineando anche il profilo dei personaggi che la resero grande: Temistocle, Pericle, Aspasia, evocati nel percorso da erme-ritratto. In quest’epoca il giovane Fidia completò l’apprendistato presso lo scultore ateniese Egia e il bronzista Agelada, nativo di Argo. Dai suoi due maestri, i cui nomi sono tramandati dalle fonti, Fidia apprese l’arte di scolpire la pietra e di fondere i metalli, tecniche che in seguito dimostrò di padroneggiare. Vengono qui ripercorse le tappe della carriera dell’artista a partire dalla realizzazione delle prime importanti commesse, come la statua dell’Apollo Parnopios (tipo Apollo Kassel), fino alla realizzazione, sull’Acropoli, delle statue dell’Atena Promachos e della Atena Lemnia, con cui raggiunse il successo.
Il viaggio prosegue nella terza sezione, Il Partenone e l’Atena Parthenos, dove viene approfondita l’attività dello scultore ad Atene e in particolare sull’Acropoli, dove Fidia, per volere di Pericle, seguì la direzione dei complessi lavori di ristrutturazione della rocca sacra e in particolare fu “episkopos” ‘sovrintendente’ del cantiere del Partenone. A Fidia si deve la progettazione dei ricchi apparati decorativi del tempio, nonché la creazione del colosso crisoelefantino, ovvero in avorio e oro, dell’Atena Parthenos. Realizzata nel 438/7 a.C., all’apice della fama, la statua era alta oltre 12 metri e rivestita da più di 1.000 chili d’oro; era collocata nel naòs (cella) del Partenone, da cui deriva il nome e rappresentava il culmine visivo e simbolico dell’intero programma figurativo dell’edificio. Il percorso prende le mosse dai documenti che hanno segnato la riscoperta del Partenone in età moderna: tra le opere più significative esposte c’è il Codice Hamilton 254, manoscritto quattrocentesco contenente la prima immagine del Partenone arrivata in Europa, uno schizzo eseguito dall’umanista Ciriaco de’ Pizzicolli di Ancona, concesso in prestito dalla Biblioteca Statale di Berlino (Staatsbibliothek zu Berlin) per sole 8 settimane e risalente al 1440/5. Altresì significativo il prestito del cosiddetto taccuino Carrey (1674) della Biblioteca Nazionale Francese, nel quale è riprodotta la decorazione del Partenone prima dell’esplosione che lo distrusse nel 1687.
Viene qui offerta ai visitatori l’occasione unica di essere trasportati indietro nel tempo e di rivivere la visita del monumento attraverso l’installazione Fidia e il Partenone, a cura di OrF Quarenghi.
In questa sezione sono ospitati anche quattro frammenti originali del fregio del Partenone, più precisamente un frammento dal fregio nord con oplita, un “soldato greco”, e un frammento dal fregio sud con giovane e bovino (447-438 a.C.), concessi eccezionalmente in prestito dal
Museo dell’Acropoli di Atene. Gli altri due frammenti con cavalieri e uomini barbati provengono invece dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.