[lid] Interparliamentary conference. Contribution of national parliaments to improving the common agricultural policy
25 settembre 2023 – Parlamento croato, Zagabria
intervento dell’On. Mirco Carloni,
Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati
I recenti dati testimoniano come l’agricoltura in Europa sia un settore trainante che ha dimostrato una grande capacità di reazione dinnanzi a fenomeni altamente impattanti come la pandemia, le conseguenze negative dovute ai cambiamenti climatici e l’aumento dei prezzi derivanti dalla guerra in Ucraina.
Questo spirito di adattamento deve svilupparsi anche nelle nostre istituzioni unito a una maggiore flessibilità quale elemento fondamentale per dare risposte celeri a problemi improvvisi che spesso vanno oltre la pianificazione. Fare progetti a lungo termine è importante ma devono essere coerenti con gli eventi avversi.
La questione ambientale non può essere concepita come protezione e ripristino dello stato di natura inteso solo come riduzione della pressione antropologica che nega il diritto alle future generazioni di avere un progresso ma, piuttosto in una difesa dell’ambiente che non sia ideologica.
In particolar modo, per quanto concerne la tutela ambientale, sono fortemente convinto che gli agricoltori sono i principali, forse i soli, custodi dell’ambiente e maggior sforzo e maggior fiducia devono essere riposti nella collaborazione tra la UE e gli stati membri nel supportare gli operatori la cui attività è sempre più influenzata dalle condizioni meteorologiche, da calamità naturali, nonché da parassiti e malattie.
Quindi sarà necessaria una più stretta collaborazione tra gli stati e una maggiore sussidiarietà per tenere conto di specifiche esigenze locali secondo un modello di programmazione che rafforzi la centralità delle amministrazioni regionali.
Puntare sul potenziamento della competitività e sostenibilità del sistema, sul rafforzamento della resilienza dei territori rurali, sulla promozione del lavoro agricolo
e forestale di qualità, sulla sicurezza sul lavoro, sul sostegno alla ricerca e all’innovazione attraverso i quasi 37 miliardi di euro del PAC per l’Italia.
Il Piano affronta le sfide odierne dell’agricoltura tra queste il benessere animale e la riduzione dell’antibiotico-resistenza, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, l’inclusione sociale, e il miglioramento delle condizioni di lavoro. Bisogna puntare a incrementare la redditività delle aziende agricole, sfruttando i 17,61 miliardi di euro per stabilizzare il reddito degli agricoltori.
Dovranno essere previsti strumenti di maggiore flessibilità per circa 3 miliardi di euro destinati ad interventi di gestione del rischio, per ampliare i mezzi di sostegno contro le avversità climatiche e le catastrofi naturali.
Circa 10,7 miliardi di euro sono destinati ad interventi per il clima e la tutela ambientale e a sostenere la transizione. Sono stati elaborati 35 regimi volontari con cui compensare gli agricoltori che aderiranno alle pratiche agro-ecologiche: uso ridotto di fertilizzanti e fitofarmaci, tecniche agricole che preservano la biodiversità e pratiche di conservazione del suolo. Il Piano stanzia, inoltre, 518 milioni di euro per la promozione di sistemi agricoli più rispettosi dell’ambiente, per ridurre l’inquinamento di acqua, suolo e aria e sviluppare l’economia circolare nelle aziende agricole.
Per l’agricoltura biologica, che nel 2021 ha superato i 2 milioni di ettari e per cui l’Italia punta a raggiungere entro il 2027 il 25% della superficie agricola utilizzata, sono stanziati 2 miliardi di euro.
Circa 500 milioni di euro sono destinati alla forestazione sostenibile, anche per rafforzare la prevenzione dei danni causati dai disturbi naturali e dagli eventi climatici estremi; 2 miliardi di euro al benessere degli animali e alla riduzione dell’uso di antimicrobici; 2,22 miliardi di euro per la promozione dell’innovazione e della digitalizzazione, della consulenza su temi strategici e della formazione professionale di imprenditori e lavoratori.
Infine, oltre un miliardo di euro è destinato alle politiche per i giovani.
Su questo punto, mi preme sottolineare che l’ingresso e la permanenza dei giovani in questo settore è una sfida cruciale per le prospettive dell’agricoltura che in assenza di un adeguato ricambio generazionale è destinato al declino. E’ troppo basso, nell’Unione europea e in Italia, il numero di imprese agricole guidate da persone con meno di 35 anni. Invece proprio le aziende guidate da giovani registrano una più alta redditività, una maggiore capacità di innovazione e sono più orientate alla sostenibilità. Sono, ad esempio, i giovani i più capaci a coniugare l’agricoltura con la produzione di energia da impianti fotovoltaici o a biomassa.
Va riconosciuto che tra i dieci obiettivi trasversali della PAC il ricambio generazionale è quello per cui sono previste minori risorse. Dobbiamo prendere atto che non è sufficiente e che sono necessari un deciso cambio di rotta e misure concrete.
Per queste ragioni ho presentato presso il Parlamento italiano una proposta di legge, in corso di esame, che vuole far crescere la presenza dei giovani in agricoltura favorendo il loro accesso all’acquisto della terra, ai finanziamenti, ai servizi di consulenza e formazione, a misure fiscali agevolate. Ma, soprattutto, introducendo una maggiore cultura dell’imprenditorialità.
In conclusione ribadisco la necessità di rimettere al centro l’agricoltore e la sua redditività, che remuneri il lavoro e gli investimenti affinché l’impatto dell’uomo sia più sostenibile. Talvolta alcuni obiettivi sulla politica agricola europea sembrano più rivolti alla mera riduzione dello sforzo produttivo e alla riduzione della presenza stessa dell’agricoltore. Ricordo a me stesso e a noi tutti che dalla terra viene ogni bene.