
(AGENPARL) – lun 07 agosto 2023 Comunicato stampa n.947 agosto 2023
VIOLENZA DI GENERE: FIRMATO IL PRIMO PROTOCOLLO DI RETE UNITARIO PER PREVENIRE E CONTRASTARE IL FENOMENO NEL TERRITORIO DELL’ULSS 7 PEDEMONTANA
Il documento è stato sottoscritto da ULSS 7 Pedemontana, i Comuni, la Prefettura di Vicenza e le strutture impegnate nell’offrire assistenza alle donne vittime di abusi
L’ULSS 7 Pedemontana e gli altri soggetti coinvolti a vario titolo nella prevenzione e contrasto delle violenze di genere rilanciano l’impegno sul tema, sottoscrivendo un nuovo protocollo di rete condiviso dall’Azienda socio-sanitaria, tutti i comuni del territorio, la Prefettura di Vicenza e le strutture impegnate nell’offrire assistenza alle donne vittime di abusi.
Il documento rappresenta di fatto un rinnovo e un’evoluzione rispetto ai protocolli sottoscritti nel 2018 per il Distretto Alto Vicentino e nel 2019 per il Distretto di Bassano (dove per la prima volta era stato sottoscritto già nel 2015), segnando già qui un’importante novità: per la prima volta infatti viene definito un protocollo unitario per l’intero territorio dell’ULSS 7 Pedemontana.
«Potrebbe sembrare un dettaglio formale – spiega il Direttore Generale Carlo Bramezza – ma rappresenta un altro tassello in quel processo di unificazione tra i due territori che abbiamo ormai portato a conclusione. È evidente del resto che di fronte a questo fenomeno è importante garantire a tutte le vittime di abusi i medesimi standard e percorsi. Non solo, questo protocollo di rete unitario potrà essere la base per dare ulteriore slancio alle iniziative sul territorio, grazie alla possibilità di coinvolgere un numero più ampio di soggetti e risorse e di attuare tutte le possibili sinergie anche in questo delicato ambito».
Del resto proprio il concetto di mettere in rete competenze e risorse è alla base del documento sottoscritto, che formalizza il percorso di presa in carico delle donne vittime di abusi.
Il percorso di accoglienza e assistenza
Con l’obiettivo di intercettare il maggior numero possibile di vittime di abusi, il protocollo prevede che una donna possa accedere alla rete attraverso qualsiasi servizio o struttura che ne fa parte: Pronto Soccorso, Forze dell’Ordine, Centri Antiviolenza, Consultori Familiari, Case Rifugio o ancora Servizi Sociali Comunali. In tutti i casi, con il suo consenso la donna viene presa in carico e indirizzata ai Centri Antiviolenza, attivando parallelamente i Consultori Familiari nel caso in cui siano coinvolti anche dei minori.
Inoltre, il primo servizio o struttura di accesso per la donna effettua anche la valutazione del rischio, secondo strumenti e modelli standardizzati e condivisi.
Il Centro Antiviolenza, oltre a fornire una immediata forma di assistenza, si occuperà quindi di elaborare un piano personalizzato di aiuto, ad esempio pianificando l’accoglienza protetta in collaborazione con le Case Rifugio e attivando l’intervento di altri servizi, dell’Azienda socio-sanitaria e comunali.
Per quanti riguarda in particolare l’assistenza prestata in Pronto Soccorso, va ricordato che negli ospedali dell’ULSS 7 Pedemontana sono stati identificati dei locali specifici e dedicati, tali da garantire un ambiente il più possibile accogliente e rispettoso della privacy.
Il protocollo di rete sottoscritto prevede inoltre anche delle azioni rivolte agli autori delle violenze, con l’offerta attiva di un percorso di trattamento riabilitativo presso il Centro Ares allo scopo di fermare comportamenti che tendono a essere recidivi.
Approfondimento per il Distretto di Bassano del Grappa e Asiago
Complessivamente, nel territorio del Distretto di Bassano e Asiago dell’ULSS 7 Pedemontana nel corso del 2022 sono state 40 le donne che si sono rivolte al Pronto Soccorso in seguito a episodi di abusi (nel 2021 erano state 50). L’età mediana della donna vittima di violenza risulta essere di 39 anni, con un range che va da un minimo di 7 anni ad un massimo di 73 anni, mentre la fascia di età con maggior frequenza di episodi di violenza risulta quella compresa tra i 18 e i 39 anni.
Se si considera la cittadinanza della vittima, nel 77% dei casi risulta italiana e nel 20% straniera.
La maggioranza degli episodi di violenza ha riguardato donne coniugate/conviventi (47%), il 30% donne nubili, il 20% donne separate/divorziate e in un caso di una vedova.
In poco più della metà degli episodi di violenza, sono state coinvolte donne con un’occupazione.
In 14 episodi su 40 (35%) all’episodio di violenza erano presenti anche i figli.
Per più della metà degli episodi di violenza, l’invio in pronto soccorso della vittima è stato autonomo, nel 25% dei casi è avvenuto da parte delle forze dell’ordine, in due casi l’invio è stato da parte del Centro Antiviolenza.
Nel 67% dei casi la vittima ha riferito che non si trattava del primo episodio di violenza e nel 60% di avere avuto precedenti accessi al pronto soccorso, ma solo in 10 casi dichiarando che si trattava di violenza domestica.
L’età mediana dell’autore della violenza risulta di 43 anni, con un range che va da un minimo di 16 anni ad un massimo di 65 anni. La fascia di età dell’autore con maggior frequenza di episodi di violenza risulta compresa tra i 40 e i 59 anni.
Se si considera la cittadinanza dell’autore, nel 70% dei casi risulta italiana e nel 20% straniera.
In circa metà degli episodi, l’autore risulta essere il marito/compagno della donna, nel 10% l’ex marito/ex compagno, e nel 32% altro (figlio, fratello, padre, fidanzato, collega, amico, conoscente/vicino di casa, …).
In circa metà degli episodi di violenza l’autore risulta convivente con la vittima, per l’altra metà non convive con la donna.
Nel 45% degli episodi di violenza, la vittima dichiara che l’autore fa uso/abuso di sostanze (compreso alcol); in 3 episodi ha segnalato la presenza di patologie psichiatriche.
In ogni caso, gli episodi di violenza che sfociano in un accesso al Pronto Soccorso rappresentano solo la punta dell’iceberg: basti pensare che sempre nel Distretto bassanese nel 2022 le donne che si sono rivolte al telefono viola sono state 40 (solo in parte coincidenti che quante si sono recate in Pronto Soccorso), 198 quelle che si sono rivolte allo Spazio Donna, 71 quelle che hanno chiesto aiuto alle strutture di accoglienza, 17 ai consultori familiari, 55 ai servizi sociali dei Comuni.