(AGENPARL) – mer 14 dicembre 2022 Circa 1400 dipendenti del gruppo INI SPA a rischio di mancato pagamento dì emolumenti stipendiali comprensivi di tredicesima mensilità a seguito del blocco dei conti correnti dell’Azienda e della famiglia Faroni, socia di maggioranza, per presunta truffa perpetrata dal 2012 al 2019 ai danni della ASL RM6 e della Regione Lazio, reso operativo dalla GIP della Procura di Velletri.
A rischio anche una serie di prestazioni sanitarie (soprattutto di tipo oncologico) erogate dalle strutture del gruppo incriminato.
Questo quanto comunicato dai vertici aziendali in una nota indirizzata alle sigle sindacali, al Prefetto di Roma e al Presidente della Regione Lazio.
“Si prospetta un Natale duro per gli incolpevoli dipendenti del gruppo INI SPA – dichiara Alessio Minadeo, Segretario Regionale di Confintesa Sanità Lazio – che rischiano di rimanere senza stipendio e tredicesima a seguito di vicende giudiziarie che, tra l’altro, li hanno visti vittime di raggiri ai danni della Regione Lazio: è del 12 settembre scorso, infatti, – prosegue Minadeo – la condanna dei manager INI Nadia Proietti, Veronica Jessica Faroni e Christopher Faroni ad un anno di reclusione per fittizia crisi aziendale, colpevoli di aver intascato, tra il 2014 e il 2016, circa 4 milioni di euro provenienti dai fondi regionali per le imprese in difficoltà: i lavoratori, pur risultando in regime di solidarietà, erano costretti ad effettuare l’orario ordinario di lavoro; inoltre non risultano versati i contributi previdenziali, tanto che i tre manager sono stati condannati anche al risarcimento dei danni materiali e morali patiti dalle parti civili”.
La vicenda giudiziaria che sta attualmente interessando il gruppo sanitario riguarda, invece, la falsa attestazione sulle cartelle cliniche di pazienti dimessi di avvenuta erogazione di prestazioni sanitarie di tipo oncologico ed urologico nel periodo che va dal 2012 al 2019, attestazioni che hanno fruttato all’Azienda indebiti rimborsi ammontanti a svariati milioni di euro: per tale motivo sono state sequestrate circa 7000 cartelle cliniche e bloccati circa 10 milioni di euro sui conti aziendali e personali degli 8 indagati.
“Riteniamo assurdo – afferma Minadeo – che lavoratori e pazienti debbano subire danni per colpe non loro, senza che la Regione intervenga duramente sulla questione, ad esempio con il commissariamento dell’INI SPA, le cui strutture garantiscono comunque una valida assistenza a migliaia di pazienti.
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