
(AGENPARL) – Fri 03 October 2025 Premio per la Cultura Mediterranea 2025
I vincitori della XIX edizione
Cosenza, 3 ottobre Proclamati oggi, al Teatro Alfonso Rendano di Cosenza,
i vincitori della XIX edizione del Premio per la Cultura Mediterranea, il
riconoscimento internazionale assegnato dalla Fondazione Cassa di Risparmio
di Calabria e Lucania a studiosi, scrittori, giornalisti e traduttori
impegnati nella promozione delle diverse espressioni culturali del
Mediterraneo.
I premiati sono stati selezionati da una giuria internazionale e, per la
sola categoria Narrativa Giovani, da una giuria scolastica, formata da
quattrocento studenti e studentesse di dieci istituti calabresi e lucani. Il
Premio Speciale della Fondazione Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania
è assegnato direttamente dal Presidente del Premio Mario Bozzo e dal
Presidente della Fondazione Giovanni Pensabene ad una personalità del
territorio che rappresenta nel proprio campo di attività un modello virtuoso
per i giovani.
I vincitori delle otto sezioni:
Società Civile: Don Dante Carraro, direttore di Medici con lAfrica CUAMM.
Scienze dellUomo: Grammenos Mastrojeni, segretario generale aggiunto
dell’Unione per il Mediterraneo.
Poesia: Luis García Montero.
Cultura dellInformazione: Roberto Napoletano, direttore del quotidiano Il
Mattino.
Traduzione: Nicola Verderame.
Narrativa: Malbianco di Mario Desiati (Einaudi, 2025).
Narrativa Giovani: Tutta la vita che resta di Roberta Recchia (Rizzoli,
2025).
Il Premio Speciale della Fondazione Cassa di Risparmio di Calabria e di
Lucania va questanno ad Aurelia Patrizia Calabrò, direttrice della
Divisione per lEmpowerment Femminile e la parità di genere dellUNIDO –
l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale.
«Credo che la Cerimonia della XIX edizione del Premio per la Cultura
Mediterranea abbia suscitato ancora una volta grandi emozioni. Il tema che
ha legato tra loro i vari momenti culturali e artistici è stato quello dei
cambiamenti climatici e delle conseguenze ad essi connesse. Ai giovani è
stato affidato, in un passaggio ideale, il messaggio che il prossimo futuro
sarà fortemente dipendente dalla sostenibilità ambientale. Speriamo che la
cura del creato possa essere limpegno dellumanità nei prossimi anni»
dichiara Giovanni Pensabene, presidente della Fondazione Carical.
«Ledizione di questanno ha confermato le caratteristiche distintive del
nostro Premio, che propone come vincitori intellettuali di riconosciuta fama
e riafferma il ruolo fondamentale degli studenti delle scuole calabresi e
lucane, i quali stanno riscoprendo il valore formativo della lettura e della
capacità di assimilare criticamente ciò che leggono. Un dato, questultimo,
di grande rilievo che va in direzione opposta alla cosiddetta ignoranza
funzionale» dichiara Mario Bozzo, fondatore e presidente del Premio.
La cerimonia conclusiva della XIX edizione del Premio, condotta dalla
giornalista del Tg1 Maria Gabriella Capparelli, si è svolta attorno a un
tema di stringente attualità: i cambiamenti climatici, le cui conseguenze
stanno influenzando profondamente la salute del pianeta, incidendo in
particolar modo sulle popolazioni che abitano il bacino mediterraneo.
Sul palco del Teatro Rendano, i momenti di riflessione e confronto con gli
otto vincitori di questanno si sono alternati a performance musicali,
teatrali e di danza, ideate e coordinate da Stefano Bellu che ha curato la
regia della manifestazione.
Carmen Diodato, prima ballerina professionista sorda in Italia, oggi parte
del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo e dellArena di Verona, si
è esibita sulle note di Per te di Josh Groban, eseguita dal tenore Mirko
Lococo. La serata è proseguita con linterpretazione dellattore Marco
Silani di Salvare il pianeta? Ma non fatemi ridere, il celebre monologo di
George Carlin, tra i più famosi e dissacranti comici americani degli ultimi
decenni. A quindici anni dalla prima messa in scena dello spettacolo, le
provocazioni di Carlin sono oggi più che mai attuali: come pretendiamo di
voler salvare il pianeta, quando non siamo in grado di prenderci cura di noi
stessi e del prossimo? È stata poi la volta dellartista eritrea Meron
Mulugeta con Lanima della Terra, un antico canto in lingua aramaica,
espressione spirituale della relazione simbiotica che ci lega alla natura e
a tutte le creature viventi. La performance è stata accompagnata da Mario
DAmbrosio al basso, William Preite alla tastiera e Leon Vulpitta Pantarei
alle percussioni.
La cerimonia si è chiusa con lesibizione del Coro PopUp 33 Giri, diretto da
Federica Perre, che ha eseguito Itaca, celebre brano di Lucio Dalla: una
metafora che identifica nel viaggio il cammino dellumanità verso una nuova
consapevolezza del proprio ruolo nel mondo, inteso come casa comune.