
(AGENPARL) – Thu 11 September 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 11/09/2025, ore 13:12
Consiglio
Lavori Consiglio: Trasporto scolastico, assistenza palliativa, alloggi per studenti
**Mozioni di Süd-Tiroler Freiheit, Für Südtirol mit Widmann, Gruppo verde.**
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha presentato oggi in consiglio provinciale la, con la quale proponeva (1) di incaricare la Giunta provinciale di rivedere o adeguare i criteri di accesso al trasporto scolastico alla nuova situazione demografica; (2) di effettuare un’analisi costi-benefici con riferimento alla possibilità di introdurre un sostegno finanziario per l’acquisto di un ciclomotore e, in caso di esito positivo, modificare le disposizioni in materia di trasporto scolastico nonché di stanziare in bilancio i mezzi necessari, Si registrano sempre più spesso lamentele dovute a trasporti scolastici rifiutati per tragitti da e per masi isolati, ha detto Zimmerhofer, in quanto non vengono soddisfatti diversi requisiti d’accesso, tra i quali, per esempio, il numero minimo di bambini, anche visto il calo demografico in atto. Gli attuali criteri non sono più adeguati ai tempi. Proprio per questi motivi le famiglie che vivono in montagna vanno sostenute in modo particolare, al fine di contrastare lo spopolamento delle periferie. Una possibilità sarebbe un sostegno finanziario a favore degli studenti e delle studentesse delle scuole superiori e degli istituti professionali per l’acquisto di ciclomotori.
Alex Ploner (Team K) si è detto d’accordo sul punto (1), respingendo il secondo, ovvero “un’Ape per tutti”, e ha chiesto informazioni sulla possibilità di fare una domanda pluriennale, evitando ai genitori di documentare nuovamente la necessità dei servizio. Anche i diversi requisiti di calcolo sono da valutare.
Myriam Atz (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che il trasporto dei figli che vanno a scuola è particolarmente problematico per chi abita in montagna, con genitori che fanno i tassisti r tutta la giornata, nonostante abbiano un’azienda agricola da gestire e anche un secondo lavoro. La provincia dovrebbe controllare il servizio di trasporto scolastico, non più adeguato, ed elaborare nuovi criteri .
Franz Locher (SVP) ha sottolineato, tra l’altro, che non si tratta solo della proposta di delibera, ma del fatto che le cose funzionino concretamente sul territorio. Il trasporto scolastico andrebbe ripensato in linea generale. Attualmente viene autorizzato fino alla fermata dell’autobus. In passato, l’autista conosceva i bambini, oggi non è più così. Nella maggior parte dei casi, l’attraversamento della strada nelle zone rurali è estremamente pericoloso – per questo sarebbe sensato che il trasporto scolastico arrivasse direttamente fino alla scuola. Le domande, inoltre, dovrebbero essere esaminate molto prima.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha segnalato casi singoli senza soluzioni per mesi interi, e ricordato che i genitori si devono organizzare e hanno spese, se il servizio non è garantito. Vivere in periferia ha vantaggi e svantaggi. Ha invitato l’assessore a migliorare il servizio, coordinando le varie vetture disponibili e valutando in anticipo le esigenze. Che la provincia debba pagare un Ape, che costa 7.200 €, sembra il pio desiderio di un genitore.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), co-firmatario, ha chiesto di non ridicolizzare certe proposte, ma di considerare invece un’analisi costi-benefici: si tratta di casi eccezionali che vanno considerati, altrimenti qual è l’alternativa? Ha chiesto poi se è stata trovata una soluzione per un maso specifico, evidenziando che bisogna trovare soluzioni per chi vive in questi masi, se si vuole che le famiglie restino in provincia e non vadano via.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha espresso apprezzamento per il fatto che la seduta fosse al momento presieduta dalla segretaria quest’ora Rieder, che appartiene all’opposizione, cosa molto insolita. Ha quindi accolto il punto 1), ma respinto il secondo.
L’ass. Philipp Achammer ha ricordato che la produzione di veicoli Ape è stata abbandonata alla fine del 2024, aggiungendo poi che per i casi dove non viene raggiunto il numero minimo di bambini ma esistono i requisiti c’è il rimborso chilometrico. Il servizio di trasporto scolastico quest’anno funziona molto bene: il 98% dei servizi è partito molto bene, di questo l’assessore ha ringraziato i responsabili. . Gli studenti coinvolti sono 4.500, serviti da 390 scuolabus con 10 milioni di spesa annuale. Tuttavia, di anno in anno organizzare il servizio è sempre più difficile, anche perché se prima il servizio scolastico era un servizio secondario, ora i veicoli viaggiano tutto il giorno, e ci vogliono sempre più piccoli trasportatori per raggiungere luoghi remoti. La procedura per le trasferte a budget è stata molto semplificata, e i viaggi per terapie saranno fatti tra le 9 e le 10, dal 2026/27 le richieste per il trasporto scolastico tramite Spid potranno essere fatte per un intero ciclo scolastico. Si sta già pensando se è ipotizzabile un servizio per singolo bambino a partire dai 2 km, perché i casi particolari ci sono ma non sono molti. In quanto ai masi, compreso quello citato, i problemi in gran parte dei casi sono stati risolti già dal secondo giorno, anche fornendo un bus più grande. I criteri saranno di nuovo adeguati, ma un sussidio per l’acquisto di un veicolo è esagerato. Bernhard Zimmerhofer ha difeso la propria proposta, compreso il punto (2), ma la mozione è stata respinta: le premesse con 17 no, 12 sì e 5 astensioni, il punto (1) con 17 sì e 17 no, il punto 82) con 22 no, 6 sì e 6 astensioni.
Thomas Widmann (Für Südtirol mit Widmann) ha quindi presentato la, con la quale chiedeva di incaricare la Giunta 1. di potenziare le cure palliative di prossimità in modo da garantirne la fruibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7; 2. di verificare tempestivamente la situazione attuale, al fine di rilevare in che modo è organizzata l’assistenza alle persone che stanno per morire nel proprio domicilio, e di predisporre una relazione che contenga anche un’analisi delle lacune esistenti, da mettere a disposizione di tutti i consiglieri in forma scritta prima della sessione consiliare di ottobre; 3. di prevedere i seguenti adeguamenti concreti entro ottobre: a causa dell’urgenza – la morte non aspetta il lunedì – le misure vanno adottate immediatamente; inoltre va messa a disposizione di tutti i consiglieri e di tutte le consigliere, entro la sessione consiliare di ottobre, una relazione sui relativi adeguamenti previsti e attuati; 4. di avviare un ampio progetto pilota, volto a rendere l’accompagnamento domiciliare delle persone in fin di vita più flessibile e in linea con le esigenze dei pazienti, che in uno spazio digitale e organizzativo comune consenta la collaborazione tra tutte le parti coinvolte, quali il personale infermieristico, le mediche e i medici di base, i servizi sociali e di pronta disponibilità, nonché le organizzazioni di volontariato. Widmann ha sottolineato che, nonostante il servizio di cure palliative dell’Alto Adige sia ben organizzato, esso presenta tuttavia una grave lacuna: attualmente le cure palliative domiciliari sono disponibili solo su prenotazione e negli orari d’ufficio, dal lunedì al venerdì pomeriggio. Alcuni parenti hanno riferito che i loro familiari che si trovavano in fin di vita, ad esempio nel fine settimana erano costretti a rimanere in ospedale non per una necessità medica, ma per motivi organizzativi, e questo,, nonostante la legge preveda che ogni persona abbia il diritto di ricevere una terapia del dolore e cure palliative adeguate – anche in casa propria. Che questo diritto sia limitato agli orari d’ufficio risulta di difficile comprensione per i diretti interessati, perché dovrebbe essere sempre garantito.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha constatato che il tema della morte inizia a farsi spazio nella società, e non è più un tabù. Sono tante le persone che desiderano morire a casa, e non in ospedale, e possibilmente senza lunghe sofferenze: come morire dev’essere una scelta personale; è necessario migliorare le condizioni per poterlo fare.
Secondo Sandro Repetto (Partito Democratico) ha ricordato le attività del dott. Bernardo e l’eccellenza delle cure palliative, di cui oggi si sottolinea la lacuna del mancato servizio nel fine settimana: rendere difficoltosa la possibilità di morire a casa, per chi lo vuole, aggiunge sofferenza alla sofferenza. Lo stesso dott. Bernardo ha ricordato la necessità di investimenti in quest’ambito. Il PD sosterrà la mozione, perché una società si misura dal rispetto a chi è più fragile.
Franz Ploner (Team K) ha detto di affrontare da 25 anni la tematica, avendo organizzato nel 2004 il primo convegno sulle cure palliative a Bressanone – esse non riguardano solo la morte, ma la cura in maniera olistica di una persona con patologia cronica non curabile. L’ex ass. Widmann sa bene che è stata costruita una rete che comprende non solo la medicina palliativa ma anche gli hospice, e bisogna differenziare bene, se la persona è già accolta nella rete, risulta incomprensibile che nel fine settimana non possa andare a casa. Una legge nazionale prevede una garanzia di questi servizi palliativi, la problematica in questione è meramente organizzativa.
Renate Holzeisen (Vita) ha sostenuto il diritto di una persona a morire dignitosamente, vicina ai propri famigliari: una società deve garantire questo diritto, che nella pandemia è stato negato a tante persone, ai cui famigliari è stato impedito di raggiungerle. Questo va ricordato e non deve succedere mai più.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che la persona interessata va messa al centro, ma non bisogna dimenticare l’accompagnamento ai famigliari, il che rende ancora più importante garantire il servizio 7 giorni su 7. Ha ricordato poi il confronto impersonale con il medico che aveva diagnosticato un tumore con 3 mesi di vita al proprio padre.
Jürgen Wirth Anderlan (JWA), anticipando che avrebbe sostenuto la mozione, ha rilevato però tanta ipocrisia in molti dei presenti, in relazione ai tempi della pandemia, ricordando come erano state fatte morire tante persone anziane che avevano contribuito in maniera fondamentale alla società, negando dignità e attenzione: “è il più terribile crimine che avete perpetrato”.
Anche Waltraud Deeg (SVP) ha ricordato la propria esperienza con la morte della madre, e la scarsa comunicazione in quel contesto, rilevando che negli ultimi anni è cambiato veramente tanto. ha auspicato che a livello statale succeda finalmente qualcosa per garantire non solo le cure palliative, ma anche l’autodeterminazione al momento della morte. Ha quindi riferito dell’esistenza di un opuscolo sull’accompagnamento di persone in fin di vita elaborato dalla Caritas altoatesina.
Anna Scarafoni (Fratelli d’Italia) ha rilevato che l’argomento è sensibile e rilevato il valore del reparto per le cure palliative, sintomo di una buona società è che le strutture sanitarie siano vicine ai pazienti terminali per evitare le conseguenze evitabili della malattia, che non si interrompe nel fine settimana. Pertanto, va garantita la continuazione delle cure, e in quest’ambito può dire per esperienza professionale che i medici di base sono latitanti. È però impossibile imporre loro incarichi che non vogliono avere, anche se nessuno meglio di loro potrebbe essere vicino al paziente in certi momenti. Non avrebbe sostenuto la mozione perché sono necessarie strategie organizzative generali: questa sensibilità da parte dell’amministrazione c’è.
L’ass. Hubert Messner, ringraziando per gli interventi, ha chiarito che la tematica della morte è ancora un tabù, anche se si è imparato ad accompagnare i morenti. la preoccupazione sull’ultima fase della vita è di tutti, ma lo scenario descritto va rettificato. Non sempre è possibile garantire la qualità dei servizi palliativi con interventi puntuali, ma ci vuole coinvolgere a livello precoce gli attori e una collaborazione interdisciplinare. Un servizio 24/7 è un obiettivo importante per tutti, ma non sempre può essere garantito a livello domiciliare. Il dott. Bernardo ha svolto un ottimo lavoro, portato avanti ora dal dott. Molinaro, e anche i famigliari devono essere coinvolti fin dall’inizio. La medicina palliativa non è un servizio di emergenza ma un processo di cura strutturato; le cure palliative in Alto Adige sono previste sia in ospedale che a domicilio, negli ambulatori e negli hospice, ma l’obiettivo non è solo di garantir la morte a casa, ma di prevedere un percorso di accompagnamento, il ritorno a casa a breve termine non sempre è possibile in questo sistema complesso. Se un paziente non è già inserito nella rete, dopo le dimissioni dall’ospedale servono 48 ore per organizzare il tutto. In conclusione, le cure palliative funzionano a un alto livello di qualità, coinvolgendo tutti gli stakeholder compresi i medici di base; si intende investire risorse per ampliare la relativa rete secondo gli standard internazionali. Thomas Widmann ha replicato ai singoli interventi, ammettendo che una delle misure problematiche da lui prese come assessore riguarda la morte in solitudine di tanti anziani durante la pandemia, ma non era possibile valutare quale fosse il danno peggiore; ha aggiunto che quando un paziente sa che sta per morire deve avere il diritto di essere dimesso in poco tempo per tornare a casa, perciò è inaccettabile che si dica che dal punto di vista organizzativo non è possibile. I medici di base non sono più disponibili come un tempo. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 17 sì e 17 no.
Con la (Gruppo verde) ha quindi proposto di incaricare la Giunta provinciale (1) di predisporre un concreto piano temporale e finanziario per realizzare nei prossimi cinque anni almeno 50 posti aggiuntivi all’anno negli studentati, considerando alla stessa stregua le costruzioni nuove, le ristrutturazioni e il riutilizzo di edifici pubblici esistenti; (2) di riattivare il progetto dello studentato tra via Siemens e via Volta, nonché di finanziarlo e realizzarlo in collaborazione con il Comune di Bolzano, i costruttori senza scopo di lucro e la Libera Università di Bolzano; (3) di esaminare e promuovere modelli di collaborazione con i costruttori senza scopo di lucro e le organizzazioni del terzo settore, seguendo l’esempio delle organizzazioni studentesche austriache e tedesche; (4). di realizzare un modello di “bonus casa” che sgravi mensilmente gli studenti dal punto di vista finanziario; (5) di prevedere, nella pianificazione e assegnazione dei posti nei nuovi studentati, una riserva fissa di almeno il cinque per cento per i dottorandi e le dottorande che attualmente non hanno accesso agli studentati. Oberkofler ha evidenziato che ci sono studenti che se ne vanno perché non riescono a sostenere questi prezzi, e che se si vuole restare una sede di studio attrattiva bisogna intervenire, i post negli studentati sono 700, e a prezzo accessibile, ma l’offerta non è sufficiente a coprire la domanda. A Bolzano c’è anche la Ferrari-Tower, con stanze realizzate in convenzione affittate al prezzo eccessivo di 800 €. Ci vuole un’iniziativa della mano pubblica, dato che l’ultimo progetto – lo studentato Peter Rigler – risale al 2011. Un altro problema è che non c’è nessun contingente degli studentati riservato ai dottorandi, che potrebbero poi fermarsi a lavorare in provincia.
Paul Köllensperger (Team K) ha detto di essere a conoscenza della problematica, aggiungendo che soprattutto a Bolzano c’è un mercato degli affitti inesistente, che contribuisce al brain drain – questo farà mancare a sua volta entrate fiscali. Già 600 € per una stanza sono tantissimi. Ci sono situazioni in cui l’iniziativa privata fallisce, e in questi casi la mano pubblica deve intervenire. le possibilità sarebbero tante, a partire dal risanamento delle abitazioni IPES fino agli alloggi condivisi. Appoggerà la mozione, pur con dubbi sul punto (2): in quell’areale, probabilmente quello Dalle Nogare, sarà impossibile intervenire senza un esproprio.
Secondo Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiarito che il problema è che l’università di Bolzano è stata fondata dal nulla, senza pensare alle necessità connesse. Essa già da tempo non è più plurilingue, bensì italiana: per 97 studenti di lingua tedesca della provincia, dell’Austria e della germani, ce ne sono 190 di lingua italiano. Nel frattempo, per la popolazione residente a Bolzano non ci sono più alloggi a prezzi accessibili, quindi bisogna interrogarsi sullo sviluppo dell’università anche in relazione a questa indisponibilità.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde), cofirmataria, ha evidenziato che l’università ha portato un’apertura internazionale e ha permesso a molti giovani di studiare all’interno della provincia. Secondo il barometro IPL, un lavoratore su 6 non esclude la possibilità di espatriare, per lo più per via del costo della vita e della possibilità di un contesto culturale diverso: bisogna creare in provincia le condizioni quadro necessarie. Secondo la Provincia, il 23% degli studenti avrebbe un posto in uno studentato, mentre a Innsbruck sono il 7%; ma il rettore sostiene che il 20% ha rinunciato al posto di studio perché non ha trovato un alloggio. C’è bisogno di alloggi a prezzi accessibili per gli studenti.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiesto al promotore se è vero che i verdi sono contrari a un progetto a Bolzano sud perché si trova vicino alle Acciaierie.
L’ass. Philipp Achammer ha chiarito che l’Università ha 4.500 studenti in tre sedi, e che c’è chiaramente troppo poco spazio abitativo a prezzi accessibili. A differenza di Innsbruck, a Bolzano non esiste una tradizione di coabitazione. Non è vero che non ci si attiva dal 2011: nel 2021 è stato consegnato lo studentato Elisabethinum. Nel 2018 è stata presa la decisione di principio che il settore pubblico non dovesse più costruire direttamente, né concedere contributi a costruttori privati che non operano senza scopo di lucro. Qualcosa è comunque in corso: per la Claudiana, facoltà di medicina, si sta realizzando uno studentato. C’è però un crollo del numero degli studenti delle superiori negli studentati, anche per via di migliori collegamenti pubblici, e quindi la possibilità di trasformare le relative strutture in studentati per universitari; probabilmente ci sarà un’apertura dei contributi in conti capitale. L’assessore ha respinto l’ipotesi di bonus casa, che potrebbe comportare un’impennata dei prezzi. In quanto ai dottorandi, eventuali posti liberi possono essere assegnati anche a loro, così come a tirocinanti e docenti, ma non a Bolzano dove non ci sono posti. È previsto un approfondimento della situazione attuale: in base a questo, Achammer ha proposto di sospendere la mozione.
Su richiesta del capogruppo SVP Harald Stauder, la seduta è stata interrotta per un chiarimento. I lavori riprenderanno alle 14.30.
**MC**
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