
(AGENPARL) – Wed 10 September 2025 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
Comunicato Stampa
10 settembre 2025
Afghanistan: Save the Children, migliaia di bambini a rischio di malnutrizione dopo il terremoto che ha provocato la chiusura di numerose cliniche sanitarie
Le scosse hanno danneggiato molte cliniche, in una regione in cui molte altre strutture avevano dovuto chiudere a causa del taglio agli aiuti
Fino a 37 mila bambini sotto i cinque anni e 10 mila donne incinte e che allattano sono a rischio di malnutrizione grave o acuta nelle zone colpite dal terremoto, dove oltre 91 mila persone hanno bisogno di sostegno nutrizionale. Questo l’allarme lanciato da Save the Children che fa parte nel Nutrition Cluster, un gruppo di organizzazioni attive sul tema[1].
A una settimana dal terremoto di magnitudo 6.0, le scosse continuano a succedersi nell’Afghanistan orientale, dove almeno 16 strutture sanitarie sono state danneggiate e una completamente distrutta dal sisma[2]. Questo si aggiunge alla chiusura di circa 80 cliniche o équipe sanitarie mobili – quasi il 9% del totale nell’Afghanistan orientale – a causa dei tagli ai finanziamenti internazionali arrivati quest’anno, che hanno colpito circa 564 mila persone.
Oltre a quelle mobili, circa 422 strutture sanitarie sono state chiuse o le loro attività sospese in tutto l’Afghanistan a causa dei tagli ai finanziamenti: l’assistenza sanitaria salvavita è stata ridotta per circa 3 milioni di persone[3].
Per i bambini ciò significa meno servizi sanitari per lo screening e la prevenzione della malnutrizione e una ridotta capacità di intervenire rapidamente, soprattutto nei casi di malnutrizione grave che richiedono cure urgenti.
Il terremoto, che secondo le Nazioni Unite[4] ha causato circa 2.200 morti – tra cui circa 750 bambini- è avvenuto in un momento particolarmente critico per l’Afghanistan, già alle prese con una grave crisi di malnutrizione infantile su scala nazionale. Quasi cinque milioni di minori, ovvero circa il 20% dei bambini in Afghanistan, stanno affrontando livelli di carenza alimentare classificati come “di crisi” o “di emergenza”. Si stima che 3,5 milioni di loro potrebbero soffrire di malnutrizione quest’anno[5]. Con le case distrutte o troppo instabili per essere abitate, alcune famiglie si stanno trasferendo in campi informali. I punti di distribuzione stanno fornendo aiuti, tra cui cibo e beni di prima necessità alle famiglie. Ebad* è riuscito a salvare i suoi 11 figli durante il terremoto, ma ora vive in rifugi di fortuna dopo aver perso tutto. “Tutto ciò che avevamo in casa è finito sotto le macerie: le nostre cose, i vestiti, le coperte, i cuscini, il cibo. Anche le mie capre e le mucche sono finite sotto le macerie, non sono riuscito a salvarle. Le scosse di assestamento continuano senza sosta. I bambini hanno paura a ogni scossa e corrono dai loro genitori”.
Save the Children è stata tra le prime organizzazioni internazionali ad arrivare sul posto a Kunar, dove si è registrata la maggior parte delle vittime, e sta fornendo assistenza sanitaria, sostegno psicosociale ai bambini, sostegno economico, acqua e kit igienico-sanitari, per la casa e per l’igiene. Dal terremoto del 1° settembre l’Organizzazione ha aiutato più di 12 mila persone, tra cui oltre 7 mila bambini.
“La malnutrizione infantile è già un’emergenza nazionale. Il devastante terremoto non farà che aggravare questa crisi. La cruda realtà è che i tagli ai finanziamenti comportano una riduzione degli aiuti alimentari e dell’assistenza sanitaria per i bambini e le loro famiglie. I bambini che soffrono di malnutrizione hanno una probabilità 11 volte maggiore di morire per malattie infantili comuni. Quando si verifica un terremoto, questi rischi aumentano. Quando una clinica sanitaria viene danneggiata da un disastro – o chiusa a causa dei tagli ai finanziamenti – i bambini spesso devono camminare per chilometri per raggiungere l’assistenza medica. I nostri operatori sanitari lavorano 24 ore su 24 per fornire cure immediate, ma le sfide da affrontare sono immense e non possono essere superate senza finanziamenti urgenti e sostenuti da parte dei donatori e dei governi” ha dichiarato Samira Sayed Rahman, Direttrice dei Programmi e dell’Advocacy di Save the Children in Afghanistan.
Save the Children opera in Afghanistan dal 1976, anche durante i periodi di conflitto e di calamità naturali. Attua programmi in 10 province e collabora con partner in altre 11 province. Fornisce servizi che spaziano dalla salute, all’alimentazione, all’istruzione, alla protezione dei bambini, agli alloggi, all’acqua, ai servizi igienico-sanitari, all’igiene e ai mezzi di sussistenza.
Per sostenere l’attività di Save the Children in emergenza: https://dona-ora.savethechildren.it/dona-anche-tu-emergenza-adesso
[1] Dati forniti dal Nutrition Cluster in Afghanistan, un gruppo di organizzazioni umanitarie internazionali di cui Save the Children fa parte.
[2]https://reliefweb.int/report/afghanistan/afghanistan-earthquake-who-situation-report-no-5-5-september-2025
[3]https://reliefweb.int/report/afghanistan/afghanistan-suspendedclosed-health-facilities-due-us-government-work-stop-ban-update-31-august-2025
[4] https://reliefweb.int/report/afghanistan/afghanistan-flash-update-4-earthquake-nangarhar-province-7-september-2025
[5]https://www.savethechildren.net/news/afghanistan-one-five-children-facing-crisis-levels-hunger-funding-cuts-reduce-food-aid