
(AGENPARL) – Fri 05 September 2025 Un tatuaggio nella memoria: i Carabinieri riconoscono il
latitante dopo 19 anni di fuga
Certe immagini restano impresse come fotografie nella mente di un investigatore. Così è stato
per i Carabinieri della Stazione di Taviano, che non hanno mai dimenticato quel tatuaggio
sull’avambraccio destro, un segno indelebile di un uomo che pensava di aver cancellato le
proprie tracce.
Diciannove anni dopo, in un pomeriggio qualsiasi, seduto al tavolino di un bar alla periferia di
Taviano, sorseggiava un drink convinto che il tempo e un passaporto con generalità false fossero
bastati a proteggerlo. Non immaginava che quel dettaglio, rimasto vivo nella memoria di chi lo
aveva visto tanti anni prima, sarebbe stato il suo punto debole.
I militari dell’Arma lo hanno osservato, riconosciuto e con la discrezione che contraddistingue
ogni indagine hanno avviato i controlli. All’inizio l’uomo ha tentato di depistare i Carabinieri,
dichiarando di vivere a Milano e mostrando documenti contraffatti. Ma un rapido riscontro nelle
banche dati delle Forze di Polizia ha spazzato via ogni dubbio: davanti a loro c’era proprio il
ricercato, un 52enne albanese condannato a 10 anni di reclusione per associazione a delinquere,
sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù, reati commessi a cavallo tra la fine
degli anni ’90 e i primi anni 2000 nell’ambito di un’indagine che aveva permesso di disarticolare
un’organizzazione criminale attiva tra Italia e Albania.
La sua latitanza, cominciata nel 2006 dopo la condanna definitiva della Corte d’Appello di
Lecce, è durata quasi vent’anni. Un tempo lungo, ma non sufficiente a sfuggire alla tenacia dei
Carabinieri, che hanno unito tecnologia, esperienza e soprattutto memoria.
Al termine delle formalità di rito, il latitante è stato condotto presso la casa circondariale di
Lecce “Borgo San Nicola”, dove sconterà la pena. Intanto, proseguono le indagini per
individuare chi lo ha aiutato a rimanere nell’ombra per così tanto tempo.
Questa operazione dimostra ancora una volta che il lavoro dei Carabinieri non conosce
scadenza: il tempo può passare, ma la giustizia e la determinazione dell’Arma restano sempre
vigili.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase preliminare e che l’eventuale
colpevolezza in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel
contraddittorio tra le parti.
Lecce, 5 settembre 2025