
(AGENPARL) – Fri 05 September 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 05/09/2025, ore 19:05
Consiglio
1525-2025: 500 anni dalla Guerra dei contadini
**In occasione della Giornata dell’Autonomia, convegno in Consiglio provinciale sull’anniversario della rivolta guidata da Michael Gaismair con le storiche Verdorfer e Occhi e lo storico Obermair. **
(Link foto e video in coda)
Nel 1525, si diffuse in Europa centrale, tra gli strati più poveri della popolazione oppressi da tasse e guerre, un moto di ribellione: questo movimento coinvolse anche il Tirolo storico, e in Alto Adige trovò il suo leader carismatico in Michael Gaismair. Gli eventi storici dell’epoca sono stati il tema del convegno “500 anni di “Guerra dei contadini”, 1525-2025 – La rivolta e l’eredità di Michael Gaismair”, organizzato oggi in Consiglio provinciale a Bolzano in occasione della Giornata dell’Autonomia, nell’anniversario della firma dell’Accordo di Parigi nel 1946.
“Oggi la democrazia liberale, così come si è sviluppata nel corso dei secoli, è sotto pressione, con forme di governo autoritarie che stanno guadagnando consensi a livello globale”, ha detto il presidente del Consiglio Arnold Schuler inaugurando i lavori: “È quindi ancora più importante comprendere e trasmettere come sono nati i valori fondamentali della democrazia”. Il ricordo dell’evento storico della guerra dei contadini e l’eredità di Michael Gaismair ne danno l’opportunità: l’ordine territoriale di Gaismair era stato concepito come una costituzione completa per il Tirolo – con una nuova scala di valori per la convivenza sociale e politica, ma i tempi non erano ancora maturi. “Furono però gettati i semi di nuovi valori fondamentali, che oggi costituiscono la base della nostra democrazia”, ha Dsetto ancora il presidente: principi di particolare importanza per l’Alto Adige, sia come fondamenta dell’autonomia, sia per le possibilità di sviluppo della stessa.
La parola è quindi passata a Martha Verdorfer, vicepresidente della Società Michael Gaismair, società – ha ricordato – nata nel 1976 a Innsbruck, e presente dal 1985 in Alto Adige, per sostenere una “nuova identità tirolese”. A lungo, l’interesse per Gaismair, figura legata a posizioni di opposizione e al sostegno di gruppi sociali marginali e più modesti, è stato ridotto, ha sottolineato la storica: “Nel 500o anniversario, tuttavia, la situazione è diversa: Gaismair pare essere arrivato al centro della società, e addirittura in Consiglio provinciale”. Ma egli rimane una figura di critica al sistema e di richiesta di un cambiamento radicale, più che mai attuale per affrontare “le sfide del nostro tempo”: l’ineguaglianza crescente tra le persone e l’avvicinarsi al collasso climatico.
Hannes Obermaier, storico di Eurac Research ha quindi evidenziato le cause della ribellione del 1525 che – ha detto – non fu solo contadina: tra queste, l’intensificazione dello sfruttamento contadino, la crisi del capitale e della promessa di protezione feudale, l’economia mineraria e il protocapitalismo. Ha quindi ripercorso le gesta di Gaismair, avvenute in un periodo di rivoluzione dei media: leader carismatico della rivolta che in Alto Adige era iniziata con la liberazione, nel 1525, del ribelle sociale di Anterselva condannato a morte Peter Paßler, ripiegato in Svizzera dopo la stroncatura del moto, autore in esilio di un nuovo “ordine territoriale” (Landesordnung) che partendo da un modello teocratico arriva a un utopico programma politico di co-determinazione repubblicana, assassinato infine nel 1532 a Padova. Ha poi confrontato le figure di Paßler e Gaismair – ribelle sociale e regressivo il primo, rivoluzionario “per sbaglio” e progressivo il secondo, evidenziato le conseguenze della repressione della rivolta, e ricordato le parole di Alexander Langer sul fallimentare destino dei rivoluzionari in Tirolo e il ruolo di secondo piano cui sono relegate le donne sia nella vicenda di Gaismair sia in quella di Andreas Hofer. La domanda finale che Gaismair e altri rivoluzionari pongono, ha concluso, è “a chi appartiene il mondo?”.
Le cause economiche della rivolta sono state infine approfondite dalla storica della Fondazione Bruno Kessler Katia Occhi, che partendo dalle ribellioni contro i signori sempre più frequenti già nel Quattrocento e dall’intreccio tra motivazioni religiose di ispirazione evangelica e richieste politico-sociali, ha riferito della forte limitazione dei diritti delle comunità quali lo sfruttamento dei boschi nei distretti minerari e del peggioramento delle condizioni di vita rurali che aveva portato alla messa in discussione della società per ordini. Da qui, più che la rivolta dei contadini, la rivoluzione dell’uomo comune. La liberazione di Paßler a Bressanone divenne il simbolo di una protesta più ampia, contro l’arbitrio delle autorità ecclesiastiche, e la rivolta si estese dal Tirolo al Trentino: filo conduttore delle proteste, le questioni fiscali legate a un cambiamento degli assetti fondiari. La ribellione causò più di 100.000 morti, fino a terminare con una pesante repressione.
Nel successivo confronto con il pubblico, sono stati affrontati diversi temi, tra cui le lacune riguardanti le donne (come Magdalena Ganner, moglie di Gaismair), per riabilitare le quali – ha detto Verdorfer – non basta dedicare loro una strada; il fatto che anche Gaismair sia poco conosciuto e studiato nelle scuole, nonostante quella che Occhi ha definito “una visione molto anticipatrice”; le biografie di Gaismair di Josef Macek e Aldo Stella; l’attualità del messaggio di Gaismair nei tempi attuali. È intervenuto anche il cons. Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion), ringraziando per aver organizzato il convegno richiesto con una propria mozione e auspicando ulteriori iniziative.
Link foto (Consiglio provinciale di Bolzano):
Link video (Consiglio provinciale di Bolzano/GNews): Imm CONSIGLIO PROVINCIALE RIVOLTA CONTADINA // Intv Katia Occhi IT (mp4+mp3) // Intv Hannes Obermair IT (mp4+mp3) // Intv Martha Verdorfer DE (mp4+mp3)
**MC**
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