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Comunicato stampa
8 agosto 2025
Mozambico: Save the Children, a causa dei pesanti combattimenti nel nord del Paese oltre 30.000 bambini sfollati
L’Organizzazione sottolinea la necessità di un sostegno immediato da parte della comunità internazionale per la fornitura di servizi di base, mettere fine al conflitto e restituire l’infanzia a questi bambini.
Nelle ultime due settimane, nel nord del Mozambico, oltre 30.000 bambini, tra i quali alcuni separati dalle loro famiglie, sono fuggiti da una nuova ondata di violenza nella provincia di Cabo Delgado. Uno dei numeri più alti di sfollati registrato in un periodo così breve. È l’allarme che lancia oggi Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
Nella provincia del nord del Paese, l’escalation delle violenze, iniziata il 20 luglio, ha causato lo sfollamento di quasi 60.000 persone, metà delle quali si ritiene siano bambini, e si prevede che il numero continuerà ad aumentare[1].
Il distretto di Chiúre a Cabo Delgado è stato il più colpito dalle violenze dei gruppi armati non statali, che hanno causato panico e sfollamenti. I gruppi armati hanno preso di mira case, stazioni di polizia, scuole e centri sanitari in diversi villaggi della provincia e sono stati segnalati anche saccheggi di forniture mediche. Molte famiglie sfollate si sono rifugiate nelle scuole o presso persone ospitanti. In questi rifugi temporanei, il rischio di sovraffollamento, l’accesso limitato ai servizi di base e le preoccupazioni sulla sicurezza, aumentano ogni giorno.
I bambini sfollati, soprattutto quelli separati dai genitori o dai loro tutori, sono esposti a un rischio maggiore di violenza, sfruttamento, abusi come matrimoni precoci e reclutamento in gruppi armati non statali.
Save the Children è presente a Cabo Delgado per fornire sostegno psicologico e psicosociale, spazi sicuri in cui i bambini possano giocare e imparare, supportare la ricerca e il ricongiungimento familiare per i bambini separati e attivare gli screening per la malnutrizione per bambine e madri adolescenti.
“Stiamo assistendo a una situazione straziante nella quale i bisogni dei bambini superano di gran lunga le risorse disponibili. Il disagio che questi bambini e queste bambine hanno sopportato è inimmaginabile. Stiamo lavorando 24 ore su 24 per fornire loro uno spazio sicuro, cibo e assistenza medica, ma con l’arrivo di sempre più famiglie, è necessario un sostegno immediato della comunità internazionale. I bambini separati dalle proprie famiglie sono particolarmente vulnerabili e i nostri operatori stanno facendo tutto il possibile per identificarli e riunirli ai loro famigliari il più rapidamente possibile” ha dichiarato Ilaria Manunza, Direttrice di Save the Children in Mozambico.
“Questi ultimi attacchi rappresentano una grave battuta d’arresto per gli sforzi nel ricostruire le vite dei bambini e delle famiglie a Cabo Delgado. I più piccoli, infatti, hanno dovuto vivere gli ultimi otto anni in mezzo ad un conflitto che deve essere fermato immediatamente affinché questi bambini possano riavere indietro la loro infanzia” ha concluso Ilaria Manunza.
Ormai giunto all’ottavo anno e senza una fine immediata in vista, il conflitto a Cabo Delgado ha avuto un impatto devastante sui bambini e le bambine che vivono nell’area coinvolta. Arrivano ripetute segnalazioni di decapitazioni e rapimenti nella provincia e numerose vittime sono minorenni.
I conflitti in corso hanno portato a massicci sfollamenti, hanno indebolito le infrastrutture rendendo difficile l’accesso a servizi di base come acqua pulita, istruzione, servizi igienici e assistenza sanitaria. Anche la malnutrizione è una preoccupazione concreta poiché in questa drammatica situazione, molti bambini stanno soffrendo di insicurezza alimentare.
Save the Children lavora in Mozambico dal 1986, fornendo supporto ai bambini e alle bambine attraverso programmi umanitari e di sviluppo. L’Organizzazione collabora con le comunità e i partner locali oltre che con il governo per progettare e realizzare programmi che rispondano alle esigenze dei bambini più vulnerabili. Promuoviamo, inoltre, un maggiore investimento di risorse pubbliche e private a favore dell’infanzia.
[1]Fonte dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).
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