
(AGENPARL) – Mon 04 August 2025 *Vino italiano, Barbera (PRC): “Meloni brinda mentre Trump ci tassa.
Difendere il vino con la retorica è come tappare le botti col prosciutto”*
“Giorgia Meloni annuncia da Palazzo Chigi una “strategia nazionale per la
tutela del vino italiano”. Peccato che, mentre lei parla di accordi futuri
e identità culturale, Trump ci ha già rifilato i dazi del 15% sui nostri
vini. E come al solito, il governo arriva dopo la vendemmia. Ma non temete, la
Premier ci rassicura che “sul governo potete sempre contare”. Certo, come
no. I produttori italiani si ritroveranno presto con le cantine piene e i
mercati americani sbarrati, ma almeno potranno contare su qualche diretta
social e un paio di bandiere tricolori a coprire le perdite. Lo chiamano
“patriottismo del vino”, ma è solo propaganda annacquata”.
Lo dichiara Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di
Rifondazione Comunista.
“Mentre le aziende del settore rischiano il tracollo e migliaia di posti di
lavoro sono in bilico – prosegue Barbera – Meloni continua a spacciare
slogan per politiche. Il vino diventa il nuovo feticcio identitario del
governo, come la Nutella, il presepe e il tricolore sulle cassette della
frutta. Ma la propaganda non si esporta, tanto i dazi li pagano i
produttori, non i comunicatori di Palazzo Chigi”.
“Altro che “strategia nazionale”, siamo davanti all’ennesimo spot. La
verità è che Meloni non ha alcuna strategia, se non quella di trasformare
ogni crisi in un palcoscenico. Gli Stati Uniti impongono dazi salati? Lei
risponde con un fantomatico “accordo quadro”, ovvero un bel nulla, ma in
confezione tricolore. Intanto, le piccole aziende vitivinicole vengono
schiacciate dai costi di produzione, dai cambiamenti climatici e dalla
concorrenza delle multinazionali. Ma tranquilli: arriverà l’ennesimo tavolo
tecnico, magari direttamente al Vinitaly, con brindisi finale e applausi a
comando”.
“E chi proteggerà davvero le piccole aziende, le cooperative, i braccianti
sfruttati? Nessuno. Perché nella visione meloniana il vino è “eccellenza” e
“orgoglio nazionale” solo se servito in calici da 50 euro sulle tavole dei
potenti. Il resto – fatica, sudore, diritti – sparisce tra le righe dei
comunicati. Prosit!” conclude Barbera.