
Nel corso di un incontro svoltosi al resort di golf di Turnberry in Scozia, il presidente Donald Trump ha annunciato un accordo commerciale storico tra Stati Uniti e Unione Europea, definito da molti analisti europei come un vero e proprio terremoto per la leadership di Bruxelles. Accanto a lui, una visibilmente provata Ursula von der Leyen ha confermato gli impegni dell’UE, tra cui l’acquisto di 750 miliardi di dollari in energia statunitense, 600 milioni di investimenti in aziende americane e l’acquisto di “centinaia di miliardi” in equipaggiamenti militari made in USA.
In cambio, l’UE ha evitato l’imposizione di dazi al 30% inizialmente minacciati da Trump, accettando comunque una tariffa base del 15% su tutte le merci – comprese le automobili – e un’imposta del 50% su acciaio e alluminio. Un accordo che molti a Bruxelles hanno giudicato come uno dei peggiori mai negoziati.
Guy Verhofstadt, ex primo ministro belga, ha definito l’accordo “un disastro”, mentre l’ex commissario Thierry Breton ha parlato di un’intesa “senza alcuna concessione da parte americana”. Secondo il Financial Times, un ambasciatore UE ha ammesso che “Bruxelles è stata travolta dal colosso Trump”.
Le implicazioni sono pesanti. Il quotidiano Die Welt ha osservato come la tariffa media sulle merci UE verso gli USA passerà da circa il 2% a un 15% che rischia di mettere in ginocchio vari settori industriali, in particolare quello automobilistico tedesco, già provato dalla concorrenza cinese, dalla crisi energetica e dal fallimento della transizione verde.
Eppure, proprio Berlino sarebbe stata tra i principali fautori dell’accordo, temendo ulteriori ripercussioni economiche e strategiche. Anche l’Irlanda, per proteggere il proprio settore del whisky, avrebbe fatto pressioni per evitare lo scontro.
Il nodo della difesa ha pesato nei colloqui: secondo fonti diplomatiche, l’amministrazione Trump ha fatto intendere che un irrigidimento di Bruxelles sul fronte commerciale avrebbe potuto portare al ritiro delle truppe USA dal continente e a una drastica riduzione delle forniture di armi all’Ucraina.
A rendere ancora più amara la sconfitta, la sede dell’annuncio: la Scozia post-Brexit, in un golf resort di proprietà dello stesso Trump, simbolo della sua strategia “America First”. J.D. Vance, vicepresidente USA, ha ironizzato: “I media europei elogiano il Presidente per l’accordo ottenuto. Domani quelli americani titoleranno ‘Trump ha ottenuto solo il 99,9% di quanto voleva’”.
Un accordo che segna un nuovo capitolo nei rapporti transatlantici: sbilanciato, strategicamente punitivo per l’UE e totalmente a favore degli interessi americani. Il “colosso Trump” ha imposto la sua linea, e l’Europa ha ceduto.