
(AGENPARL) – Thu 17 July 2025 COMMISSIONE EUROPEA
MIGRANTI: PROSSIMO BILANCIO PLURIENNALE VUOLE FINANZIARE DETERRENZA, RIMPATRI E CONDIZIONALITÀ DEGLI AIUTI.
ACTIONAID “SCELTE POLITICHE CHE RAFFORZANO LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI IN LIBIA, TUNISIA E EGITTO”
Ieri la Commissione Europea ha presentato la tanto attesa proposta per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE, il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), che entrerà in vigore dal 2028. La proposta ora entra in una lunga fase di negoziati con il Parlamento Europeo e il Consiglio.
ActionAid ha analizzato come la nuova proposta cambi drasticamente la struttura del bilancio, creando 4 mega-fondi che raggruppano diversi strumenti. Il nuovo Global Europe Fund riunisce tutti i precedenti strumenti di finanziamento dedicati all’azione esterna – la politica estera della UE- come quelli per lo sviluppo, l’aiuto umanitario, la preadesione e l’assistenza macro-finanziaria, proponendo un ambizioso budget di 200 miliardi. In un momento storico di crescenti instabilità e rivalità geopolitiche, dove i fondi per la cooperazione allo sviluppo hanno subito tagli drastici soprattutto con l’amministrazione Trump, la proposta della Commissione europea di aumentare il suo budget per la cooperazione è un messaggio importante. Detto questo, la nuova struttura proposta rischia comunque di creare competizione tra priorità diverse, dando priorità a obiettivi a breve termine piuttosto che ad un impegno a lungo termine nella cooperazione allo sviluppo e nella lotta alla povertà. Inoltre, la proposta riconferma l’approccio securitario dell’Unione quando si tratta di migrazione, soprattutto nei paesi terzi. .
“La proposta presentata ieri dalla Commissione conferma una tendenza ormai purtroppo conosciuta, dove la spesa migratoria è sempre più legata a una logica di deterrenza ed è combinata ad un focus molto più evidente su flessibilità e promozione degli interessi strategici europei anche nella cooperazione allo sviluppo. Il rischio è quello di avere un nuovo budget che, per altri 7 anni, legittima e finanzia le violazioni di diritti umani fondamentali in paesi come Libia, Tunisia o Egitto. Ma la partita vera inizia adesso, dato che la proposta della Commissione verrà negoziata con il Parlamento e il Consiglio europeo: è fondamentale impegnarsi in questo processo per garantire il rispetto dei diritti fondamentali e dei principi della cooperazione allo sviluppo a cui l’Unione Europea deve sottostare” spiega Eva Baluganti, Responsabile ActionAid a Bruxelles.
QUALI POLITICHE MIGRATORIE SARANNO FINANZIATE? Il nuovo Global Europe Fund affronterà infatti la questione migratoria in un modo che ripropone molte delle criticità strutturali già sperimentate negli anni scorsi. In primo luogo, a differenza dell’attuale NDICI-Global Europe, la proposta non indica un target per il livello di spesa in materia di migrazione: questo potrebbe portare a un aumento esponenziale del bilancio dedicato alla gestione migratoria, come richiesto da molti Stati membri – inclusa l’Italia – specialmente per quanto riguarda le politiche verso i confini esterni. In secondo luogo, il bilancio sarà sempre più orientato a obiettivi di deterrenza, attraverso partenariati strategici sul modello di Egitto o Tunisia, rimpatri e riammissioni, e controllo securitario dei confini. Così la programmazione dell’azione migratoria si allontana dagli obiettivi di sviluppo della cooperazione: già l’attuale ciclo di bilancio utilizza l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) dell’UE per finanziare programmi di deterrenza, come il rafforzamento delle capacità delle autorità libiche o tunisine nel controllo delle frontiere. Con questa proposta si conferma lo stretto legame tra migrazione e sicurezza, rafforzando la componente di condizionalità legata agli aiuti sempre più impiegati nella cooperazione con i paesi terzi in materia migratoria, in particolare su rimpatri e riammissioni.
ActionAid sottolinea come il Bilancio proposto conferma una politica estera europea sempre più orientata a promuovere i propri interessi, inclusa la cooperazione allo sviluppo. Per quanto riguarda la migrazione, questo significa perpetuare un approccio securitario che, negli ultimi dieci anni, ha guidato l’azione dell’Unione europea in una logica di contenimento dei flussi, a scapito dei diritti fondamentali dei e delle migranti e in violazione del diritto internazionale.
“Nonostante le numerose prove della complicità dei fondi europei nelle violazioni dei diritti umani in paesi come Libia e Tunisia, e i crescenti dubbi su quanto questi fondi rispondano realmente ai bisogni di sviluppo dei paesi terzi, si riconferma la mancanza di volontà politica verso un drastico cambio di rotta nelle politiche migratorie” conclude Eva Baluganti da Bruxelles.
Per informazioni:
Ufficio Stampa ActionAid Italia