
Non ci sono dati recenti e rappresentativi che esprimano in modo univoco l’opinione degli italiani sulla mancata riforma delle pensioni per il 2025. Tuttavia il dibattito sulle pensioni in Italia è da sempre molto sentito e polarizzato, e la mancata introduzione di una riforma strutturale dopo tre anni di legislatura, ha generato reazioni contrastanti. Si riscontra una grande delusione tra i lavoratori vicini alla pensione specialmente tra i nati negli anni ’60 e quelli impiegati in lavori usuranti, che speravano in una riforma che introducesse maggiore flessibilità per anticipare l’uscita dal lavoro, come Quota 41 per tutti o una revisione della Legge Fornero. La mancata riforma strutturale, con la conferma di misure temporanee come Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, hanno generato frustrazione poiché queste opzioni risultano limitate e penalizzanti. Infatti Quota 103 comporta un calcolo contributivo che riduce l’assegno fino al 20% e Opzione Donna, che nel 2025 ha visto solo 592 domande nei primi tre mesi, contiene condizioni penalizzanti. Tra i più giovani si è diffuso il timore che la mancata riforma sia il segnale di difficoltà dello Stato nel garantire la sostenibilità del sistema previdenziale a lungo termine, visto il dato del calo demografico e dell’invecchiamento della popolazione. L’accento posto dal governo Meloni su incentivi per restare al lavoro (come il potenziamento del Bonus Maroni) piuttosto che su anticipi pensionistici potrebbe essere percepito come un tentativo di affrontare l’inverno demografico, ma non necessariamente come una soluzione equa per tutti.
La proposta di integrare la previdenza complementare per raggiungere le soglie minime per la pensione anticipata a 64 anni, è vista con scetticismo da chi non ha accesso a fondi pensione consistenti, considerando che solo una minoranza di lavoratori, circa 7 milioni su 24, vi contribuisce in modo significativo.
Parte della popolazione potrebbe aver sviluppato una certa rassegnazione, considerando che la Legge Fornero, pur criticata, rimane il pilastro del sistema previdenziale. La conferma dei requisiti per la pensione di vecchiaia 67 anni con 20 anni di contributi e per quella anticipata 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne fino al 2026, potrebbe essere accolta senza particolari proteste da chi non si aspettava cambiamenti significativi, soprattutto in un contesto di vincoli di bilancio e debito pubblico elevato.
Le promesse di superare la Legge Fornero, spesso reiterate da partiti come la Lega, non si sono concretizzate in una riforma strutturale. La Legge di Bilancio 2025 si è limitata a proroghe di misure esistenti e a piccoli aggiustamenti, come l’aumento del solo 3% delle pensioni minime e il potenziamento del Bonus Maroni. Questo potrebbe aver deluso chi si aspettava una revisione più radicale. La consapevolezza soprattutto per i più giovani, che si troveranno in un sistema sempre più contributivo con assegni potenzialmente più bassi, crea apprensione per il futuro. I giovani, che entrano nel mercato del lavoro con il sistema contributivo puro, potrebbero percepire la mancata riforma come un ulteriore ostacolo, soprattutto con l’aumento dei requisiti contributivi per la pensione anticipata, da 20 a 25 anni nel 2025 fino a 30 anni nel 2030. In sostanza gli italiani recepiscono un clima negativo con i lavoratori più anziani e quelli in settori usuranti molto delusi dalla mancanza di flessibilità e dalle penalizzazioni delle opzioni esistenti e quelli più giovani preoccupati per la sostenibilità futura del sistema. Sul piano politico, il dibattito è polarizzato, con critiche che emergono sia da chi chiede più flessibilità sia da chi teme un ulteriore indebolimento dello stato sociale. Tuttavia, senza sondaggi specifici o dati aggiornati, queste considerazioni si basano su analisi di contesto e fonti disponibili. Un sondaggio aiuterebbe a capire come i cittadini vivano l’incertezza del sistema previdenziale e la inevitabile insicurezza del proprio futuro.
Così si è ideato un sondaggio da diffondere che mira a raccogliere le opinioni sulle attuali norme pensionistiche e sulla mancata introduzione di una riforma strutturale. Le risposte sono anonime e saranno utilizzate per comprendere meglio il sentimento dei cittadini italiani.
Il sondaggio sarà somministrato online sulla piattaforma X. Le 16 domande sono formulate per essere completate in circa 5-7 minuti, con un mix di risposte rapide e una domanda aperta per raccogliere opinioni qualitative.
Per l’analisi si incroceranno i dati demografici (età, occupazione, settore) con le risposte alle domande chiave (es. delusione, aspettative) per identificare differenze tra gruppi. Ad esempio, confrontare il livello di delusione tra lavoratori usuranti e dipendenti pubblici o tra giovani e anziani.
Le domande sono formulate in modo semplice e neutrale per garantire accessibilità a tutti i partecipanti.
Un esempio di utilizzo dei risultati
Sulla Domanda 4 (livello di delusione) può quantificare il sentimento generale e identificare i gruppi più insoddisfatti;
sulla Domanda 5 (misure attese) può evidenziare quali riforme sono più desiderate (es. Quota 41 vs. aumento pensioni minime); sulla Domanda 12 (risposta aperta) può essere analizzata per identificare temi ricorrenti, come frustrazione per la Legge Fornero o preoccupazioni per i giovani.
Grazie per la partecipazione.
Sondaggio : “Opinioni degli italiani sulla mancata riforma delle pensioni”
Sezione 1: Conoscenza e percezione delle norme pensionistiche
1. Quanto sei informato/a sulle attuali norme pensionistiche (es. Legge Fornero, Quota 103, Opzione Donna, Ape Sociale)?
– Molto informato/a
– Abbastanza informato/a
– Poco informato/a
– Per nulla informato/a
2.Ritieni che le attuali misure pensionistiche (es. Quota 103, Opzione Donna, Ape Sociale) siano sufficienti per garantire un accesso equo alla pensione?
– Sì, in gran parte
– Sì, ma solo in parte
– No, per nulla
– Non so
3. Sei a conoscenza della mancata introduzione di una riforma strutturale delle pensioni nella Legge di Bilancio 2025?
– Sì
– No
– Non so
Sezione 2: Livello di delusione e aspettative
4.Quanto sei deluso/a dalla mancata introduzione di una riforma strutturale delle pensioni?
– Molto deluso/a
– Moderatamente deluso/a
– Poco deluso/a
– Per nulla deluso/a
– Non so
5. Quale misura pensionistica ti aspettavi fosse introdotta o modificata? (Seleziona tutte le opzioni pertinenti)
– Introduzione di Quota 41 per tutti
– Maggiore flessibilità per l’uscita dal lavoro (es. pensione anticipata senza penalizzazioni)
– Revisione della Legge Fornero
– Potenziamento di Opzione Donna
– Estensione dell’Ape Sociale
– Aumento delle pensioni minime
– Altro (specificare): _____________
6. Ritieni che la mancata riforma delle pensioni penalizzi alcune categorie di lavoratori più di altre?
– Sì (specifica quali): _____________
– No
– Non so
Sezione 3: Impatto personale e preoccupazioni
7. In che misura la mancata riforma delle pensioni influisce sui tuoi piani personali di pensionamento?
– Molto
– Moderatamente
– Poco
– Per nulla
– Non so
8. Quanto sei preoccupato/a per la sostenibilità del sistema pensionistico italiano nei prossimi 10-20 anni?
– Molto preoccupato/a
– Moderatamente preoccupato/a
– Poco preoccupato/a
– Per nulla preoccupato/a
– Non so
9.Ritieni che la tua futura pensione sarà sufficiente per mantenere un tenore di vita adeguato?
– Sì
– Probabilmente sì
– Probabilmente no
– No
– Non so
Sezione 4: Soluzioni e preferenze
10.Quale priorità dovrebbe avere una futura riforma delle pensioni? (Seleziona fino a tre opzioni)
– Maggiore flessibilità per l’uscita dal lavoro
– Aumento delle pensioni minime
– Riduzione delle penalizzazioni per pensioni anticipate
– Incentivi alla previdenza complementare
– Misure specifiche per i giovani
– Misure per i lavoratori in settori usuranti
– Altro (specificare): _____________
11.Saresti favorevole a un aumento dei contributi previdenziali per finanziare una riforma che garantisca pensioni più flessibili o generose?
– Sì
– Solo in parte
– No
– Non so
12.Qual è la tua opinione sulla mancata riforma delle pensioni?** (Risposta aperta)
Sezione 5: Informazioni demografiche
13.Qual è la tua fascia di età?
– 18-30 anni
– 31-40 anni
– 41-50 anni
– 51-60 anni
– 61-67 anni
– Oltre 67 anni
14.Qual è la tua occupazione attuale?
– Dipendente pubblico
– Dipendente privato
– Autonomo
– Disoccupato
– Pensionato
– Studente
– Altro (specificare): _____________
15.In quale settore lavori o hai lavorato?
– Industria
– Servizi
– Commercio
– Sanità
– Istruzione
– Lavori usuranti
– Altro (specificare): _____________
16.Sei iscritto/a a un fondo di previdenza complementare?
– Sì
– No
– Non so