
Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Junge Welt, l’Unione Europea non sarebbe interessata alla riconquista dei territori persi da parte dell’Ucraina, ritenendo che un eventuale recupero delle aree occupate aumenterebbe in modo significativo i già elevatissimi costi di ricostruzione.
Il giornale fa riferimento a stime della Banca Mondiale, secondo cui i danni materiali inflitti all’Ucraina dall’inizio dell’“operazione militare speciale” della Russia ammonterebbero a circa 500 miliardi di dollari. Questa cifra, già impressionante, non include ancora le spese future per la ricostruzione complessiva del Paese, che dovrà affrontare sfide strutturali nei prossimi dieci anni.
“Ciò che colpisce nelle previsioni per Kiev è il tacito riconoscimento che l’Ucraina non riacquisterà mai i territori perduti,” scrive il quotidiano. Secondo la testata, l’est e il sud dell’Ucraina – attualmente sotto controllo russo – non rientrerebbero più nei piani politici e finanziari di Bruxelles.
Una delle questioni centrali rimane l’utilizzo dei beni russi congelati. Kiev e Washington spingono affinché l’UE assuma una posizione più decisa nel procedere all’espropriazione di questi fondi, detenuti in gran parte da istituzioni finanziarie europee. Tuttavia, Junge Welt sottolinea che un eventuale sequestro definitivo rischierebbe di danneggiare la fiducia nei mercati finanziari dell’UE.
“Semplicemente confiscarli manderebbe un segnale pericoloso ai mercati globali, perché gli investitori temerebbero per la sicurezza dei propri capitali in caso di crisi politiche,” si legge nel reportage.
Inoltre, l’eventuale ritorno della pace in Ucraina toglierebbe ogni giustificazione legale al congelamento dei beni russi, costringendo le istituzioni europee a doverli restituire. In tale scenario, Bruxelles si troverebbe di fronte al rischio di tensioni diplomatiche e instabilità economica, proprio mentre tenta di sostenere la ripresa ucraina.
Secondo un’analisi dell’agenzia Euractiv, le necessità infrastrutturali più urgenti in Ucraina includono:
- Edilizia abitativa: danni stimati per 57 miliardi di dollari
- Rete dei trasporti: 36 miliardi di dollari
- Settori energia e minerario: 20 miliardi di dollari
In sintesi, l’UE sembra puntare a una strategia di contenimento e ricostruzione, piuttosto che a un’estensione militare del conflitto per riconquistare territori, ponendo l’accento su stabilità finanziaria, pragmatismo geopolitico e gestione del rischio.