
(AGENPARL) – Wed 09 July 2025 Piantedosi, Barbera (Prc): “Chi di frontiera ferisce, di frontiera perisce”
“C’è qualcosa di poeticamente giusto – e politicamente grottesco – nel
fatto che Piantedosi sia stato espulso dalla Libia. Proprio lui, il
ministro dei porti chiusi, dei decreti disumanità, degli accordi con i
carnefici. Proprio lui, che ha trasformato la Libia in guardia giurata del
Mediterraneo, si è visto sbattere la porta in faccia da quelli che dovrebbe
considerare “partner fidati”. A voler essere generosi, potremmo parlare di
uno spiacevole incidente diplomatico. Ma in realtà è la perfetta allegoria
del fallimento della politica estera e migratoria italiana: tratti la Libia
come fosse un tuo protettorato, e poi ti stupisci se ti rispondono con lo
stesso disprezzo che tu riservi ogni giorno a chi cerca salvezza
attraversando il mare.
Il ministro Piantedosi, solitamente così fiero quando fa la voce grossa
contro i più deboli, ha fatto i conti con la geopolitica reale. E ha
scoperto, a sue spese, che la frontiera non è un muro che si alza solo in
una direzione. Stavolta è toccato a lui essere “non gradito”. Non l’hanno
arrestato, non l’hanno picchiato, non l’hanno rinchiuso in un centro di
detenzione – si è limitato a tornarsene indietro. Un trattamento di lusso,
rispetto a quello riservato ai migranti. È finita che il regista delle
espulsioni è stato espulso dal set. Che la Libia, normalmente pagata per
respingere, ha respinto direttamente il suo finanziatore. Se non fosse
tutto terribilmente vero, sembrerebbe una farsa scritta da Brecht.
Questa vicenda, più di mille comunicati, svela l’assurdità e la crudeltà di
un sistema che fa affari con chi calpesta ogni giorno i diritti umani. Un
sistema che, mentre grida “difesa dei confini”, alimenta guerre, violenze e
torture con fondi pubblici e totale impunità. Da parte nostra, nessuna
sorpresa. Solo l’amara conferma che la barbarie produce mostri, ma a volte
anche comiche rivincite della realtà. E che le frontiere, quando diventano
strumenti di oppressione, prima o poi mordono anche la mano che le arma”.
Lo dichiara Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di
Rifondazione Comunista.