
(AGENPARL) – Fri 04 July 2025 Fine vita. Zullo a La Verità: Aiuteremo le Regioni in ritardo sull’offerta delle cure palliative. Le terapie non sono obbligatorie, ma monitoreremo gli enti inadempienti
Senatore, quale è la ragione dell’introduzione della necessità delle cure palliative per poter accedere al fine vita?
«La volontà della persona che versa nelle condizioni stabilite dalla Consulta di porre fine alla propria vita deve formarsi senza condizionamento, nel senso che non può essere il risultato di abbandono, di assenza di assistenza, di inefficienza dei servizi o del sentirsi un peso per i propri cari».
Ma le cure palliative saranno obbligatorie?
«Non possono essere obbligatorie, saremmo in violazione dell’art. 32 della Costituzione e, d’altronde, il rifiuto delle cure è già previsto nella legge sulle Dat o nella stessa legge sulle cure palliative».
E per le Regioni in ritardo nell’erogazione delle cure palliative cosa avete previsto? «
Abbiamo esaminato anche questa evenienza. Infatti, all’articolo 3 si prevede il monitoraggio dell’attuazione e del raggiungimento degli obiettivi della legge sulle cure palliative. Abbiamo anche previsto l’intervento dello Stato a sostegno delle Regioni inadempienti o in ritardo».
Veniamo al Comitato di valutazione nazionale da istituire con decreto del presidente del Consiglio. Le opposizioni temono la sua politicizzazione e che, essendo unico e di livello nazionale, non potrà essere efficiente nelle valutazioni e nei tempi.
«Andiamo per gradi: da qualcuno il Comitato deve essere istituito. Un soggetto che istituisce va individuato, non può certo individuarsi da sé. Abbiamo individuato il soggetto che istituisce nel presidente del Consiglio dei ministri perché rappresenta tutti gli italiani. Politicizzazione? Non è così e spiego perché. La durata in carica del Comitato è prevista per cinque anni per cui non è legata al mandato del presidente del Consiglio».
Non le sembrano troppi sei mesi di tempo previsti per la reiterazione della richiesta nel caso questa sia negata dal Comitato?
«Anche questa è un’inesattezza. Nel testo è scritto che la domanda può essere reiterata se la situazione inerente i requisiti stabiliti dalla Corte Costituzionale si modifica. Se coltiviamo la cultura della vita certamente ci troveremo ad affrontare casi eccezionali. Le opposizioni cadono in una forte contraddizione con loro stesse perché da una parte condividono il primo articolo sulla tutela della vita e dall’altra si aspettano una grande quantità di richieste tale da mettere in difficoltà il Comitato. Allora parlino chiaro e dicono che sono per la cultura dello scarto e della morte».
Altra levata di scudi dell’opposizione è sull’esonero del Sistema sanitario nazionale. Perché questa decisione?
«Il Ssn nasce con finalità di cura e di assistenza. Prevedere che possa operare per aiutare a morire significherebbe volersi contrapporre alle finalità e agli obbiettivi che il Ssn persegue e che tutti, anche le opposizioni, esaltiamo quotidianamente».
Però così si rischia che al fine vita potranno accedere solo quelli che se lo potranno permettere, i meno abbienti sarebbero discriminati.
«Nel nostro sistema assistenziale e di protezione sociale ci sono molte prestazioni che sono a carico del cittadino. Faccio degli esempi: i farmaci di fascia C sono a carico del cittadino. Le rette giornaliere per l’inserimento nelle Rsa sono per una quota percentuale a carico dei cittadini. Il trasporto per malati oncologici è a carico del cittadino. Ma per queste situazioni che cito solo come esempio non vedo levate di scudi da parte delle opposizioni. Peraltro, va ricordata la bellezza della nostra nazione che non lascia indietro nessuno, perché nei casi di indigenza sovviene il sistema integrato dei servizi sociali di cui alla legge 328 del 2000 e che affronterà le situazioni di impossibilità degli indigenti».
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