
(AGENPARL) – Wed 02 July 2025 https://www.aduc.it/articolo/meraviglia+dell+acqua+extra+cellulare+immersi+quel_39461.php
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La meraviglia dell’acqua extra-cellulare. Immersi in quel che ci rende vivi
L’acqua è come il “palcoscenico” dove avviene tutta la vita cellulare. Nelle cellule svolge ruoli fondamentali, che la rendono insostituibile: scioglie sali, zuccheri, proteine e molte altre molecole, rendendole disponibili per le reazioni chimiche. Senza di essa, i processi cellulari si bloccherebbero.
Il cervello è composto per circa il 75% da acqua, e anche una lieve disidratazione può compromettere concentrazione, memoria e umore. L’acqua contribuisce anche a mantenere la pressione sanguigna stabile e a sostenere la funzione cardiaca.
Nel nostro organismo rappresenta circa il 60% del peso totale: più della metà è interna alle cellule, ma una quota significativa si trova proprio negli interstizi cellulare. A lungo trascurato, questo fluido extra-cellulare risulta determinante per l’elasticità complessiva di organi e tessuti.
I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Usa) ne hanno valorizzato l’attività dimostrando che, quando un tessuto è sottoposto a compressione, il principale responsabile della sua deformazione elastica non è la struttura interna delle singole cellule, ma il flusso del liquido interstiziale che scorre negli spazi tra di esse. Se questo fluido può muoversi liberamente, il tessuto si rilassa più rapidamente e risulta più “morbido”; se, invece, il passaggio è ostacolato (per esempio perché gli spazi cellulari si restringono), il tessuto diventa più rigido e resistente alla compressione.
Tradizionalmente i tessuti multicellulari sono stati descritti come materiali viscoelastici valorizzando le proprietà meccaniche delle singole cellule, trascurando lo spazio intercellulare e il fluido che lo attraversa.
Un materiale poroso che presenta un comportamento elastico è un solido saturato da un fluido. Quando si applica una deformazione, una parte della risposta meccanica è dovuta alla pressione del fluido intrappolato e al suo flusso attraverso i pori.
Gli autori della ricerca hanno usato una piattaforma di micromeccanica per comprimere aggregati cellulari coltivati in vitro. Monitorando la forza durante e dopo la compressione, hanno misurato la velocità e l’entità del rilassamento meccanico del tessuto.
Su scale temporali fino a circa un minuto, la risposta immediata alla deformazione non è dominata dalla viscoelasticità intrinseca delle cellule, ma dal trasporto di fluido attraverso gli interstizi intercellulari. In altre parole, il deflusso e l’afflusso di liquido interstiziale determinano in gran parte l’elasticità del tessuto.
La scoperta sposta l’attenzione dalla sola struttura cellulare al ruolo cruciale del liquido che scorre nei microscopici canali tra le cellule, aprendo nuove strade per diagnosi, terapia e progettazione di materiali biologici.
Diverse assai più promettenti applicazioni nate dalla comprensione del ruolo del fluido interstiziale nell’elasticità dei tessuti.
Esse riguardano, innanzitutto, la medicina rigenerativa e ingegneria tissutale: modulando la permeabilità dei materiali di supporto, si può ottimizzare la resilienza e la funzionalità di tessuti artificiali destinati a trapianti o riparazioni.
Altre applicazioni, riguardano poi la fisioterapia e il recupero muscolare: capendo meglio come il fluido interstiziale assorba e rilasci le sollecitazioni, si possono ideare protocolli di riabilitazione più mirati per accelerare il recupero da infortuni.
Poiché, infine, gli spazi intercellulari si modificano con l’invecchiamento e in certe patologie (fibrosi, tumori), studiare il flusso interstiziale aiuta a capire la progressione della malattia e offre nuove strade per veicolari farmaci direttamente dove servono.
Insomma, nuove scoperte della scienza per vivere meglio.
Primo Mastrantoni, presidente comitato tecnico-scientifico di Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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