
(AGENPARL) – Wed 02 July 2025 (ACON) Trieste, 2 lug – “Aiutatemi a non avere paura”.
“Aiutatemi ad avere 100 grammi di cibo al giorno”. “Aiutatemi ad
amare chi desidero”. Sono solo alcune delle grida raccolte nel
libro “44 QUARANTAQUATTRO 44 – La consapevolezza dei diritti in
carcere” dall’Osservatorio internazionale sulla legalit? (Oisl)
di Trieste grazie ai finanziamenti della Fondazione Casali e
presentato nella biblioteca Livio Paladin del Consiglio
regionale, a Trieste.
La pubblicazione ? il risultato di una importante ricerca
compiuta grazie alla collaborazione di 44, appunto, tra detenuti
e detenute di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche dei
duecento a cui ? stato chiesto di partecipare, oltre che delle
direzioni penitenziarie interessate e del loro personale, con il
contributo attivo del criminologo Pierpaolo Martucci e
dell’avvocata Soraya Pedone dell’Oisl.
Enrico Sbriglia, che dell’Osservatorio ? il presidente oltre che
il Garante regionale dei diritti della persona, ha curato
l’insieme del libro, in cui ha espresso delle considerazioni che
ha rimarcato anche alla presentazione: “Abbiamo chiesto alle
persone carcerate di spiegarci cosa e quali siano, per loro, i
diritti. Dalle risposte ? emersa la loro dimensione umana.
Abbiamo capito che diritti per noi acquisiti, scontati, per
quelle persone sono invece diritti che vengono prima di tutto”.
Un concetto poi ribadito da Martucci e Pedone, che hanno fatto
sapere come al primo posto sia emerso il diritto alla libert?,
seguito da quello alla salute e terzo al lavoro, riflettendo sul
fatto che solo il 2% di coloro che, una volta usciti, hanno
trovato un lavoro, poi ritorna in carcere.
Non solo, perch? da Sbriglia si ? appreso pure che a fronte di
62.761 carcerati in Italia, la capienza regolamentare ? di 51.290
posti, a cui andrebbero sottratte le stanze inutilizzabili; di
tutti i carcerati, sono 47mila i condannati e di questi solo l’1%
gode della semi-libert?. Dalla Pedone che il 40% assume
psicofarmaci giornalmente e il 9% accusa una malattia psichica
grave; il 38% ? affetto da dipendenza da alcol o droga. Da
Martucci che le strutture carcerarie, datate 1975, erano state
concepite in anni di tumulti come luogo per una pena negoziale
(se fai il bravo, dopo un po’ esci), oggi invece c’? bisogno che
cambino a cominciare dalle loro caratteristiche architettoniche
affinch? anche chi vi vive cambi.
“Considerate che tutte le carceri sono dirette da magistrati”, ha
lanciato il sasso Sbriglia, affermando poi: “La nostra, messa in
questo libro, ? la testimonianza laica di una rispettosit? della
vita”.
Presente all’evento, anche la consigliera regionale Giulia
Massolino, del gruppo Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, in
qualit? di presidente della Commissione di vigilanza della
biblioteca. “Noi consideriamo le pubblicazione che mettiamo a
disposizione un ‘ponte’ tra il Consiglio regionale e i
cittadini”, ha detto Massolino, approfittandone per far presente
“una richiesta di audizioni sulla condizione delle carceri
inevasa da pi? di un anno, dove si potrebbero mettere a confronto
gli organi di garanzia regionali e comunali, oltre alle
esperienze dei professionisti del settore sociale”.
“Il tema della sicurezza ? di livello statale, ma altri come
welfare, formazione, occupazione e salute sono concorrenti se non
esclusivi della Regione”, le ha dato manforte Sbriglia.
ACON/RCM-fa
021908 LUG 25