
Secondo quanto riportato da ABC News, almeno due cacciatorpediniere della Marina statunitense stanno fornendo protezione a Israele contro gli attacchi missilistici dell’Iran. Dall’inizio dell’Operazione “Rising Lion”, lanciata da Israele il 13 giugno contro obiettivi nucleari iraniani, le navi USS The Sullivans e USS Arleigh Burke, entrambe di classe Arleigh Burke, sono operative nel Mediterraneo orientale per intercettare e neutralizzare missili balistici iraniani diretti verso il territorio israeliano.
In seguito, la USS Thomas Hudner ha preso il posto della USS Arleigh Burke nella regione per garantire continuità nella protezione del Paese. Contemporaneamente, la portaerei USS Carl Vinson, scortata da quattro unità navali, è dislocata nel Mar Arabico con il compito di difendere le basi statunitensi in Medio Oriente. È previsto che a fine giugno essa venga sostituita dal gruppo d’attacco della USS Nimitz.
La copertura navale statunitense si estende anche al Mar Rosso, dove altre unità pattugliano costantemente le acque in funzione deterrente.
Nel contesto dell’Operazione “Rising Lion”, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno impiegato circa 200 caccia per colpire oltre 100 obiettivi in Iran, inclusi siti sensibili legati al programma nucleare. In risposta, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana ha lanciato decine di missili contro obiettivi israeliani, colpendo infrastrutture militari e il Ministero della Difesa a Tel Aviv.
Gli scontri tra Iran e Israele proseguono da giorni, con entrambe le parti che confermano danni e vittime ma cercano di minimizzare l’impatto mediatico delle rispettive perdite. Nel frattempo, la Russia ha apertamente condannato le azioni israeliane, complicando ulteriormente il quadro geopolitico.