
(AGENPARL) – Tue 27 May 2025 INFORMAZIONE ISTITUZIONALE
E OPEN GOVERNMENT
Ufficio Stampa
27/5/2025
DA 60° ANNI IN VIAGGIO CON L’ORCHESTA FERRUCCIO
BUSONI: A TRIESTE E MILANO UN CONCERTO SPECIALE PER UNA
DELLE PIÙ LONGEVE FORMAZIONI ORCHESTRALI D’EUROPA
Questa mattina (27 maggio) nel salotto azzurro del Municipio, alla presenza del
sindaco Roberto Dipiazza, dell’assessore alla Cultura e al Turismo, Giorgio Rossi, del
direttore Massimo Belli e del Presidente della “Nuova Orchestra Ferruccio Busoni”,
Furio Belli, si è svolta la cerimonia di consegna dell’onorificenza per il 60°
anniversario di attività artistica della ‘”Nuova Orchestra Ferruccio Busoni” ed è
stata anche l’occasione per la presentazione dei due concerti che la nuova orchestra
Busoni terrà a Trieste, giovedì 29 maggio e domenica 1 giugno 2025 a Milano.
Presenti alla conferenza anche il maestro Gabriel Centis, il maestro di pianoforte,
Massimo Gon e tre giovani violiniste della Nuova Orchestra Ferruccio Busoni.
“A voi e alla Nuova Orchestra Ferruccio Busoni da 60 anni impegnata a
rappresentare a livello internazionale la cultura musicale di Trieste. Un orgoglio per
tutta la città”, con queste parole il sindaco Roberto Dipiazza ha consegnato al
direttore dell’Orchestra, Massimo Belli l’onorificenza.
L’assessore alla Cultura e al Turismo, Giorgio Rossi ha detto “l’Orchestra Busoni è
un vero e proprio diamante della nostra città che quest’anno compie 60 anni.
Sessant’anni di musica, passione e impegno culturale che hanno contribuito in modo
significativo alla crescita artistica della nostra comunità e alla diffusione della cultura
e tradizione musicale a livello internazionale. Tre generazioni di musicisti, che ogni
anno collaborano con il Comune di Trieste organizzando le mattinate musicali
all’auditorium Sofianopulo del Museo Revoltella e al Magazzino 26 in Porto Vecchio –
Porto Vivo. L’orchestra Busoni aiuta a rendere la scena musicale locale più dinamica e
significativa, è una realtà radicata nel territorio e rappresenta un’eccellenza del
nostro territorio, un punto di riferimento non solo per gli appassionati, ma anche per
le nuove generazioni di musicisti e ascoltatori che si avvicinano alla musica con
curiosità e entusiasmo”.
“Siamo felici di ricevere questa onorificenza, nel 2021 abbiamo ricevuto il sigillo
trecentesco e questa nuovo iconoscimento ci onora e gratifica per il lavoro che
facciamo. Ringrazio il Sindaco e l’assessore alla Cultura e al turismo, Giorgio Rossi
perché da sempre il Comune di Trieste ci è vicino”, ha dichiarato il direttore
dell’Orchestra, Massimo Belli.
Scriveva ventitré anni fa Giampaolo de Ferra sull’enciclopedia einaudiana Storia
d’Italia – Le Regioni dall’Unità a oggi (nei due volumi dedicati al Friuli Venezia Giulia) che “L’identità culturale di Trieste si ricostruisce nella sintesi delle sue contraddizioni”.
Sullo sfondo di questa stessa sintesi e di questo stesso scenario muove -giusti
sessant’anni or sono – l’attività della “Nuova Orchestra Ferruccio Busoni”, una delle
più longeve formazioni non solo italiane insieme al glorioso Trio di Trieste.
La “Nuova Orchestra Ferruccio Busoni”, una formazione simbolo di quel
fervente associativismo che ha caratterizzato tra otto e novecento la vita musicale
nella Trieste di Svevo. Dove, accanto alla formazione maggiore del Teatro Grande (poi
Comunale Giuseppe Verdi) tanta forza radiante hanno avuto – perdurando fino al
secondo dopoguerra – le scuole famigliari di alta professionalità ed i cenacoli di un
dilettantismo colto e raffinato. E dove forte in particolare era il fascino delle quattro
corde: dal violino di Zeno, di casa Veneziani e Wieselberger agli “argentei suoni”
vagheggiati da Umberto Saba.
E’ questa, ancora nel 1965, l’atmosfera che respira la formazione fondata da Aldo
Belli ed ora guidata con continuità operativa dal figlio Massimo.
Oggi dunque l’orchestra, nata come formazione da camera e attualmente a
organico variabile in grado di abbracciare un vasto repertorio sinfonico, può
celebrare con soddisfazione le nozze di diamante con la musica festeggiando
l’evento con una prestigiosa iniziativa sostenuta dalla Regione Friuli Venezia
Giulia, dal Comune di Trieste, dal Ministero della Cultura, dalle Fondazioni
Casali.
Si tratta di un concerto straordinario che si terrà a Trieste (Sala Victor De Sabata
– Ridotto del Teatro Verdi) giovedì 29 maggio e domenica 1 giugno 2025 a Milano
(Palazzo Morando) in occasione della presentazione delle eccellenze culturali della
regione Friuli Venezia Giulia.
Il “Progetto FVG/Milano_Confini” (in cui s’inserisce il concerto) è la manifestazione
attesa nel capoluogo lombardo nei mesi di maggio e giugno e propone una mostra
di opere scelte tra le più significative di artisti della nostra regione.
In quest’ottica il programma dell’Orchestra Ferruccio Busoni si configura
liberamente lungo l’itinerario prescelto ed esposto a Palazzo Morando.
Faranno infatti da sfondo alla musica capolavori di grandi firme dell’arte nelle
nostre terre: opere che ben rappresentano la relazione di un artista con il “confine”.
Dall’esplosione dinamica futurista (Crali, Spazzapan), al lirismo poetico tra
rappresentazione e forme (Music, Afro), dalla reinterpretazione classica (Mascherini)
alla coesione di materia e concetto (Zigaina) fino alla traduzione simbolica (Grom,
Spacal). Autori importanti in una volutamente limitata selezione atta a documentare
la ricchezza e la molteplicità stilistica del Novecento nel Friuli Venezia Giulia.
Sul versante musicale disegnato da Massimo Belli tra l’ultima stagione romantica
e il Novecento si incrociano liberamente sia suggestioni suggerite dalle stesse opere
esposte a Milano sia le radici, gli snodi, le sottili correlazioni riconoscibili nei musicisti
che di queste terre hanno avvertito e alimentato gli inquieti e compositi umori
culturali: lo sguardo lieto di Ferruccio Busoni di madre e formazione triestine (il
pioniere geniale che dà il nome all’orchestra), la creatività impetuosa di Giulio Viozzi,
la spiritualità e la sensibilità profonda di Marco Sofianopulo, e persino la “mano”
delicata e inedita di Renato e Daniele Zanettovich (padre e figlio) nella rivisitazione
della pagina, che l’orchestra ha scelto quasi come “sigla” e incipit del concerto.
Ancora nel possibile gioco di riflessi tra musica e le opere d’arte selezionate per il
progetto “Confini”, dopo la Ciaccona attribuita a Vitali (reinvenzione di un classicismo
che affiora anche in talune opere di Mascherini), le due Melodie elegiache per archi di
Eduard Grieg sono state scelte pensando a quel presago sentimento dimenticato cui
aspirava (in “Indicazioni sulla mia pittura”) il friulano Afro Basaldella.
Il nostalgico e crepitante virtuosismo della Introduzione e Rondò capriccioso per
violino e orchestra di Camille Saint-Sa ns ben si accosta alla variegata tavolozza nella
pittura murale di Luigi Spazzapan, mentre i Quattro momenti per archi di Giulio Viozzi
(musicista “di confine” e di contaminazione culturale tra la generazione italiana
dell’ottanta e il mondo di Bartók) possono condividere le accensioni di un’opera come
Carnevale di Bogdan Grom.
Difficile non associare la melodia ebraica di Sofianopulo (Ningun di solitudine e
abbandono) alla lancinante esperienza umana sofferta e tradotta in arte da Music e
Spacal.
Infine il Futurismo di Spazzapan e Crali, nel segno del Busoni di cui Umberto
Boccioni ci consegna un memorabile ritratto del 1916. L’alone musicale scelto a
chiudere il concerto è quello dei Canti popolari finlandesi op. 27 per pianoforte a
quattro mani, elaborati da Marco Sofianopulo e dedicati proprio all’Orchestra quale
omaggio al compositore che nella città adriatica aveva mosso i primi passi, offrendo
le prime prove di un talento pianistico leggendario ammirato dal pubblico di Milano
nel 1913 in una sensazionale serie di concerti al Conservatorio Giuseppe Verdi. Del
Futurismo Busoni era grande ammiratore, tanto da acquistare proprio in quel torno
d’anni il famoso quadro di Boccioni La città che sale.
Ma nel duplice concerto del sessantennale spicca un ulteriore condivisione tra