
(AGENPARL) – Fri 16 May 2025 *COMUNICATO STAMPA DEL 16 MAGGIO 2025*
*La produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato nel 1° trimestre 2025:
flessione contenuta con qualche settore in recupero*
E’ stato un trimestre travagliato quello che si è chiuso con marzo scorso:
partito complessivamente abbastanza bene, con segnali di stabilizzazione
economica e di riduzione dell’inflazione, ha poi registrato gli sbandamenti
conseguenti le politiche daziarie degli Stati Uniti.
Fra annunci scioccanti e passi indietro più o meno netti, l’altalena dei
dazi e la percezione di un diverso e peggiore clima di relazioni con gli
Stati Uniti ha alimentato l’incertezza e inciso negativamente sulla fiducia
di mercati, imprese e consumatori. La corsa da parte degli importatori
americani ad accaparrarsi merce – almeno di alcuni settori – prima
dell’entrata in vigore dei nuovi regimi daziari ha alterato la normale
dinamica dei flussi commerciali. Il risultato è stato il peggioramento
delle aspettative di crescita economica: le previsioni del FMI ad aprile
indicavano nel +2,8% la crescita del PIL mondiale nel 2025. Un risultato,
questo, che nasce dal rallentamento, rispetto alle prestazioni precedenti,
degli USA (+1,8%) e della Cina (+4%) e dalla bassa crescita dell’area euro
(+0,8%).
Nel 1° trimestre 2025 la produzione industriale dell’area
Lucca-Pistoia-Prato è stata in flessione rispetto allo stesso trimestre del
2024: *-1,3%*, a fronte del dato nazionale del -4%; positivo il confronto
(+1,4%) con il 4° trimestre 2024, mentre il dato italiano è un più modesto
+0,3%. Dal punto di vista settoriale, il dato più significativo è
costituito dalla moda che, pur rimanendo in una situazione di criticità,
mostra in alcuni segmenti una relativa vivacità rispetto sia al recente
passato che al dato nazionale.
Il 2024 si era chiuso per l’area di riferimento di Confindustria Toscana
Nord con -2,2% di volume di produzione e +3,4% di valore di export: dato,
quest’ultimo, amplificato da fattori inflattivi e monetari.
“Quando a gennaio elencavamo i fattori di incertezza e di destabilizzazione
che incombevano sull’anno appena iniziato menzionavamo anche le politiche
daziarie che si prospettavano negli Stati Uniti, accanto alle tensioni
belliche e geopolitiche in generale, al ristagno dei consumi e ai costi
energetici – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord *Daniele
Matteini* -. E’ quanto si è verificato; l’unico dato che per l’Italia è di
per sé positivo, anche se segnale di ristagno economico, è la riduzione del
prezzo del petrolio; non così per il gas, che ha avuto un andamento
altalenante ma che comunque in questi primi mesi del 2025 è rimasto su
livelli superiori a quelli del 2024. E’ una buona notizia la pur flebile
ripresa, o quantomeno – a seconda dei comparti – lo stop alla caduta, del
settore moda, così diffuso soprattutto a Prato e a Pistoia da condizionare
pesantemente il bilancio finale del nostro territorio complessivo. Contiene
la frenata anche la meccanica, sulla quale a livello nazionale incide
pesantemente quel settore autoveicoli che nella dimensione locale ha una
rilevanza modesta. Nettamente positivi chimica-plastica-farmaceutica,
alimentare e cartario, a differenza della lavorazione dei non metalliferi e
del mobile. Un inizio d’anno in definitiva complicato ma tutto sommato
incoraggiante, anche se in un contesto internazionale ancora pieno di
incognite che non favoriscono la fiducia.” *(più avanti ulteriori commenti
di Daniele Matteini sui dati di Pistoia)*
*Lucca*
“Il dato della produzione industriale lucchese continua nel 1° trimestre
2025 la sua serie positiva, per quanto stavolta risicata, a quota *+0,7%*
rispetto allo stesso periodo del 2024 – dichiara il vicepresidente di
Confindustria Toscana Nord *Tiziano Pieretti* -. Un risultato comunque di
tutto rispetto in un contesto nazionale che ha segnato -4%. Lucca peraltro
viene da un 2024 in cui la produzione è stata a quota +1,4% rispetto al
2023, con un export a +7,5%. In questi primi mesi del 2025 porta il segno
negativo più consistente, -3,5%, la nautica: un dato che comunque, venendo
dopo una serie lunghissima di segni più, spesso a due cifre, non
costituisce certo un elemento di preoccupazione per un settore in salute
come pochi altri. Negativa, a quota -2,4% rispetto al 1° trimestre 2024,
anche la lavorazione dei minerali non metalliferi, che include il lapideo,
il vetro e i materiali da costruzione. Pressoché stabili
l’elettromeccanica, che comprende le macchine per il cartario, a quota
+0,4%, e la moda, il cui -0,4% si può considerare un segnale interessante
di frenata di un andamento nettamente negativo che si trascina da tempo, in
coerenza con il dato nazionale del settore. Per gli altri settori,
andamento positivo, anche molto netto: +1,9% la metallurgia, +2% la
carta-cartotecnica, +3,9% l’alimentare, fino al +4,3% della
chimica-plastica-farmaceutica, insieme di settori che ha segnato
prestazioni ottime negli ultimi anni. L’industria lucchese si sta muovendo
bene sui mercati mondiali e anche le aspettative delle imprese per l’anno
in corso sono moderatamente positive, pur con le tante incognite che
abbiamo davanti e i mali cronici del sistema Paese. Alcuni temi come quello
dell’energia continuano a rimanere decisivi per salvaguardare la
competitività delle nostre imprese.”
*Pistoia*
“A Pistoia nel 1° trimestre 2025 si registra un calo della produzione
industriale pari a *-3,4%* sullo stesso periodo del 2024, in linea con
l’andamento nazionale ma superiore alla media dell’area – commenta il
presidente di Confindustria Toscana Nord *Daniele Matteini* -. Chimica,
plastica, lavorazione dei non metalliferi presentano di nuovo una leggera
flessione tendenziale (-3,6%), ma in attenuazione dopo un anno di discesa.
In sostanziale pareggio la metalmeccanica (-0,5%), con ordini, soprattutto
interni, in forte oscillazione nella fine dell’anno precedente e che
appaiono adesso in recupero. I dati di questo settore produttivo, peraltro,
sono spesso legati a cicli di produzione pluriennali e quindi soggetti a
forti oscillazioni. Accelera la trasformazione alimentare (+4,8%), mentre è
stabile (-0,5%) la carta. Frena, a causa del peggioramento degli ordini
interni, il settore del mobile (-7,4%). Particolarmente interessante la
situazione della moda: nelle calzature, anche se il consuntivo dei livelli
produttivi mostra un segno negativo (-11,1%), la flessione è molto
inferiore rispetto a quanto visto nel corso del 2024 e, soprattutto, la
crescita è importante (oltre +10%) rispetto al trimestre precedente.
Sostanzialmente non diverso il quadro del tessile, che dopo un 2024 in
costante frenata registra livelli produttivi in crescita rispetto al
trimestre precedente, e dell’abbigliamento, dove si è passati da una forte
frenata nell’ultima parte del 2024 a un incremento nel 1° trimestre
(+2,3%), collegato alla ripresa degli ordini, cresciuti in modo importante
fra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Nel loro complesso, i risultati
della produzione a Pistoia nel 1° trimestre dell’anno non sembrano aver
intaccato troppo la fiducia delle imprese, che nella nostra rilevazione
hanno manifestato, se non ottimismo, quantomeno aspettative non negative.”
*Prato*
“La caduta generalizzata del settore moda, che si registra ormai da anni, è
ben lontana da potersi dire superata – conclude *Fabia Romagnoli*,
vicepresidente, oltre che presidente designata, dell’associazione -. Ma
vogliamo leggere come un segnale di relativa speranza il -1,1% del tessile
del distretto pratese nel 1° trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo
del 2024. Un risultato certo negativo (per quanto lontano dal -7,1%
registrato a livello italiano), che rappresenta comunque una frenata nella
pesante serie degli ultimi trimestri, approdata al -8% dei volumi di
produzione con cui si è chiuso il 2024 per il settore. L’andamento negativo
del tessile aveva contribuito in misura determinante al -7,4% di volumi di
produzione complessivi del manifatturiero pratese del 2024; diversa la
chiusura dell’anno per l’export, il cui valore, sempre per il complesso dei
prodotti pratesi, è stato addirittura lievemente positivo (+0,6%). Un
risultato, quello dell’export, dovuto certamente all’inflazione che ha
fatto lievitare i prezzi: ma è ipotizzabile che vi sia anche una crescita
di valore delle merci esportate. Ma tornando al 1° trimestre 2025, continua
invece la forte contrazione dell’abbigliamento-maglieria (-11,2%) e della
meccanica, costituita per lo più dal meccanotessile (-15,4%). Il risultato
finale e complessivo del trimestre è *-3%* rispetto allo stesso periodo del
2024. Le interviste effettuate alle imprese pratesi ad aprile per avere il
quadro della produzione del trimestre precedente hanno rilevato aspettative
moderatamente positive: la fiducia insomma rimane. Fiducia nelle risorse e
nelle capacità di resilienza di un sistema, quello distrettuale pratese,
che sta pagando duramente la crisi del settore moda ma che, come dimostra
il confronto con il dato italiano, si sta battendo efficacemente per
limitare le perdite.”
*Allegata foto*
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