
Il presidente dell’SNSD e presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha ribadito oggi che i parlamentari del suo partito sosterranno il veto posto dal membro serbo e attuale presidente della Presidenza della Bosnia-Erzegovina, Željka Cvijanović, contro le controverse conclusioni approvate dai membri bosgnacco e croato della Presidenza, Denis Bećirović e Željko Komšić.
Durante una sessione straordinaria dell’Assemblea Nazionale della Republika Srpska, Dodik ha affermato che la questione in esame non riguarda la persona di Željka Cvijanović, bensì la difesa dell’istituzione serba nella Presidenza e il rispetto del voto della Republika Srpska.
“Questa non è una crisi di sicurezza, come si vuol far credere a Sarajevo. È una crisi politica e istituzionale, causata dall’interventismo del rappresentante illegale Christian Schmidt e dai politici bosgnacchi,” ha dichiarato Dodik.
Secondo Dodik, la richiesta presentata da Bećirović e Komšić, che prevede l’assistenza di EUFOR alle forze di polizia bosniache per l’arresto di funzionari della Republika Srpska, rappresenta una chiara violazione della Costituzione della Bosnia-Erzegovina. Dodik ha respinto qualsiasi interpretazione che dipinga la situazione come una minaccia alla sicurezza, affermando che il vero obiettivo di Sarajevo è l’unificazione forzata del Paese senza entità e senza meccanismi di protezione per i popoli costituenti.
“Vogliono sottomettere il membro serbo della Presidenza e imporre decisioni unilaterali. Noi abbiamo chiesto dialogo. Loro hanno scelto la prevaricazione,” ha aggiunto il leader serbo.
“Demolizione della Costituzione”
Dodik ha parlato apertamente di demolizione dell’ordine costituzionale, riferendosi alle conclusioni votate da Komšić e Bećirović. Secondo il presidente della Republika Srpska, le decisioni imposte bypassano le entità e violano la volontà popolare espressa dai cittadini serbi della Bosnia-Erzegovina.
“La Bosnia-Erzegovina è composta da due entità. Nessuna decisione può essere imposta senza l’accordo di entrambe. È scritto nella Costituzione,” ha affermato.
Ha inoltre criticato l’uso del termine “Stato della Bosnia-Erzegovina”, che a suo avviso è incostituzionale, ricordando che la BiH è nata dalla fusione della Republika Srpska e della Federazione di BiH, e non rappresenta uno Stato unitario.
“Difenderemo la volontà del nostro popolo”
Dodik ha concluso il suo intervento con toni forti, affermando che non permetterà mai che venga distrutta la volontà della maggioranza del popolo serbo, che gli ha dato fiducia nelle urne.
“Difenderò sempre la Republika Srpska. Non siamo un gruppo ribelle, ma costruttori della Bosnia-Erzegovina, firmatari degli Accordi di Dayton,” ha dichiarato.
Il presidente ha sottolineato che la via europea per la Republika Srpska non significa sottomissione, ma rafforzamento delle sue istituzioni, ricordando come la FBiH non abbia mai ratificato la Costituzione della Bosnia-Erzegovina, mentre l’Assemblea della Srpska lo ha fatto.
Con questo veto, la crisi istituzionale tra le due entità della Bosnia-Erzegovina e le autorità centrali raggiunge un nuovo livello di tensione, evidenziando le profonde divisioni che persistono nel Paese quasi trent’anni dopo gli accordi di pace di Dayton.