
Pier Luigi Zinzani, Professore di Ematologia Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Direttore Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli” IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Presidente SIE – Società Italiana di Ematologia
Quali sono le più recenti indicazioni all’utilizzo delle terapie CAR-T nelle neoplasie ematologiche?
Ad oggi, la lista delle CAR-T con indicazione all’utilizzo nei tumori ematologici è diventata molto lunga. Partendo dall’inizio, abbiamo come indicazione sul territorio nazionale per i linfomi diffusi a grandi cellule un prodotto CAR-T in seconda linea e tre prodotti CAR-T in terza linea; per quanto riguarda i linfomi follicolari abbiamo un prodotto CAR-T in terza linea e un altro prodotto in quarta linea; per il linfoma mantellare abbiamo un unico prodotto in terza linea, ma nei prossimi mesi avremo sicuramente un altro prodotto con indicazione in seconda linea per il linfoma diffuso a grandi cellule B. Invece, nell’ambito del mieloma multiplo abbiamo un prodotto in quarta linea e arriverà entro la fine dell’anno un prodotto in seconda linea; allo stesso tempo, abbiamo un prodotto anche nel setting del paziente ricaduto/refrattario con leucemia acuta linfoblastica. Inoltre, le tre company impegnate nell’area ematologica stanno partendo con studi di fase 1 per la messa a punto della seconda generazione delle CAR-T autologhe, in quanto bisogna considerare anche la parte delle CAR-T allogeniche per le quali ad oggi non vi è ancora alcuna indicazione ufficiale ma solo studi in corso. Possiamo dire che l’attuale tendenza è quella di spostare sempre di più l’utilizzo delle terapie CAR-T nelle prime linee, in quanto la precocità di impiego ne aumenta l’efficacia e offre la possibilità di impiegarle nel momento in cui il paziente è ancora nelle migliori condizioni cliniche, potendo così ottenere risultati sicuramente ottimali rispetto al paziente pesantemente pretrattato, che talvolta non risponde più ai rigorosi criteri di eleggibilità necessari a ricevere le CAR-T.
In Italia l’uso delle terapie CAR-T nella lotta contro i tumori del sangue, e non solo, è ormai consolidato, con più di 5 anni di pratica clinica: ci può raccontare il ruolo e l’esperienza dell’Oncoematologia bolognese, considerata da sempre un’eccellenza a livello nazionale e internazionale, in questo percorso?
Ad oggi, maggio 2025, sono oltre 40 i Centri etichettati come Centri CAR-T, autorizzati alla somministrazione di queste terapie cellulari; quando siamo partiti, più di cinque anni fa, erano non più di 5-6. I Centri che in Italia hanno trattato il maggior numero di pazienti con questa innovativa metodica terapeutica sono l’Istituto di Ematologia Seràgnoli IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’Humanitas di Milano.
Noi abbiamo già superato i 200 pazienti trattati e sicuramente insieme ai due Centri milanesi siamo stati i capofila nell’utilizzo delle terapie CAR-T. Bisogna dire che oltre il 40% dei nostri pazienti arriva da fuori regione; vediamo pazienti come seconda o terza opinion provenienti almeno da 10-12 regioni italiane: Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Marche, Puglia, Toscana, basso Veneto… L’Oncoematologia bolognese è presente sia a livello nazionale sia internazionale; da molti anni in Italia siamo il Centro con più trial clinici di farmaci sperimentali di fase 1, fase 2 e fase 3 e questo ancor prima dell’avvento delle CAR-T, per questa ragione abbiamo tanti pazienti di altre regioni ai quali diamo la possibilità, soprattutto a quei soggetti che non hanno risposte alle terapie convenzionali, di poter essere trattati con farmaci innovativi sperimentali. Ad oggi abbiamo più di 240 trial, di cui almeno un terzo sui linfomi. Nel tempo l’Ematologia bolognese è cresciuta in maniera esponenziale, nell’ambito della ricerca clinica innovativa e assistenziale, e anche della ricerca pura.
Dal 13 al 15 maggio a Bologna sono riuniti i massimi esperti internazionali in Oncoematologia, a confronto nell’Hematology Summit patrocinato dalla Società Italiana di Ematologia, in omaggio al Professor Sante Tura. Qual è il valore di questo appuntamento?
Sante Tura e Franco Mandelli sono stati fondatori e padri dell’Ematologia moderna in Italia. Personalmente sono entrato in Ematologia al quarto anno di Università, mi presentai al professor Tura che era il Direttore dell’Ematologia perché volevo fare la tesi proprio sui linfomi e sono rimasto con lui per quarant’anni. Tura e Mandelli hanno dato vita all’Ematologia, due personaggi a tutto spessore, due grandi profili di medico, due visionari che erano già nel futuro quando gli altri erano ancora nel presente, un presente che non offriva quasi nulla ai malati ematologici. Il professor Tura è stato per me il maestro, il tutor, il secondo padre, ho trascorso più tempo con lui in Istituto che a casa mia. Ogni anno, dal 1999, organizzo convegni internazionali con tanti amici e colleghi nordamericani ed europei. Quest’anno ho sentito giusto e doveroso dedicare l’Hematology Summit a lui, per ricordare la sua figura di medico, la sua impronta, la sua forza, la sua visione lungimirante dell’Ematologia nazionale e internazionale. Saranno tre giorni con la partecipazione di una sessantina di opinion leader dagli Stati Uniti, dal Canada e da diverse nazioni europee. Non ci sono nomi italiani. Tre giornate organizzate in diverse sessioni, ognuna dedicata ad una patologia emato-oncologica con 3 KOL che faranno il punto sullo stato dell’arte, sui principali aspetti innovativi, i nuovi approcci terapeutici e assistenziali. La medicina oggi evolve rapidamente, siamo abituati ad una dinamicità nell’ambito delle nuove conoscenze cui a volte è difficile star dietro, sicuramente usciranno novità anche rispetto ad alcuni trial in sperimentazione che aprono nuove vie e approcci terapeutici di cui tener conto per i nostri pazienti. Una carrellata delle principali patologie ematologiche a tutto tondo.